rotate-mobile
Cronaca

Rifiuti, parte in Regione l'esame sulla legge dell'economia circolare

La nuova legge si sviluppa in 10 articoli e si prefigge "obiettivi ambiziosi": ridurre la produzione pro capite dei rifiuti urbani dal 20 al 25%

La commissione Territorio, Ambiente, Mobilità della Regione Emilia-Romagna ha discusso il progetto di legge sul sostegno dell’economia circolare, della riduzione della produzione dei rifiuti urbani, del riuso dei beni a fine vita, della raccolta differenziata. Identificato questo come testo base, gli sono stati abbinati due progetti di legge d’iniziativa dei Consigli comunali: il primo è partito dai Comuni di Monteveglio, Sasso Marconi, Crespellano, Castello d'Argile, Forlì, Tredozio e Montechiarugolo; il secondo dai Comuni di Galeata, Bertinoro, Savignano sul Panaro, Monte San Pietro, Medicina e Bazzano.

La relatrice del provvedimento, Lia Montalti (Pd), ne ha richiamato gli obiettivi principali e gli strumenti che dovranno concretizzarli. La nuova legge si sviluppa in 10 articoli e si prefigge "obiettivi ambiziosi": ridurre la produzione pro capite dei rifiuti urbani dal 20 al 25% rispetto a quanto prodotto nel 2011; minimizzare il quantitativo di rifiuto urbano conferito in discarica (meno di 150 chilogrammi annui per abitante); raggiungere almeno il 73% di raccolta differenziata; riciclare almeno il 70% di alcune materie (carta, metalli, plastica, legno, vetro e organico). La discarica come forma residuale nella gestione dei rifiuti va nelle direzione indicata dall’Unione Europea. Per Montalti, "si tratta di un’autentica rivoluzione culturale: si passa dal tradizionale modello economico lineare, basato sullo sfruttamento delle risorse naturali, a una economia circolare in cui non vi sono prodotti di scarto e le materie vengano costantemente riutilizzate". Le materie raccolte in modo differenziato "saranno conferite in impianti in grado di favorirne la massima valorizzazione economica ed ambientale, la scelta di tali impianti andrà effettuata tramite gara pubblica".

Altri concetti chiave della nuova legge sono la “tariffazione puntuale” e del “chi inquina paga”: si pagherà in base all’effettivo servizio erogato (i rifiuti effettivamente conferiti) e non più in base ai metri quadri dell’abitazione o al numero dei componenti della famiglia. Il principale criterio di efficienza sul quale valutare i vari sistemi di gestione sarà la riduzione dei rifiuti non inviati a riciclaggio: virtuosi i Comuni che invieranno meno rifiuti a smaltimento in discarica rispetto al dato medio regionale. Questo parametro sarà assunto per ripartire il fondo incentivante, ma si terrà conto degli “abitanti equivalenti”, che ricomprendono oltre ai residenti anche i cosiddetti city users. Il progetto di legge non interviene nella disciplina dei sistema di raccolta dei rifiuti, che rimane prerogativa dei Comuni stessi.

Il relatore di minoranza, Stefano Bargi (Ln), ha anticipato l’intenzione di presentare emendamenti, affermando tuttavia che "in mancanza di un Piano dei rifiuti questa legge risulta zoppa. Vi è una larga condivisione degli obiettivi e anche di alcuni degli strumenti identificati, ma non bisogna dimenticare che l’attuale situazione nella raccolta dei rifiuti è estremamente varia sul territorio regionale. Resta la contraddizione- ha proseguito- fra il fare leva su immediati comportamenti virtuosi, promettendo un vantaggio futuro. Ma per cambiare davvero la mentalità- ha concluso Bargi- occorrerebbe agire con incentivi economici di immediato impatto".

Di un "epocale cambiamento di prospettiva", ha parlato Valentina Ravaioli (Pd), secondo la quale questa legge "è assai lungimirante e potrà costituire un modello per altre Regioni". La consigliera ha sottolineato due aspetti essenziali: "I meccanismi di responsabilizzazione di cittadini e imprese, e il passaggio al recupero di materia rispetto al tradizionale recupero di energia".

Ha chiuso il dibattito l’assessore alla Difesa del suolo e della costa, protezione civile e politiche ambientali, Paola Gazzolo. Rispondendo alle critiche e alle preoccupazioni manifestate da alcuni commissari per una legge che sarebbe stata imposta "in modo dirigista", ha sottolineato come il progetto di legge della Giunta "nasca dal basso, dalle delibere di ben 60 Consigli comunali e di un Consiglio provinciale, e dalle proposte di associazioni e cittadini. Questo importante contributo è stato recepito nel programma di mandato del presidente della Regione e costituisce un obiettivo sfidante per tutte le forze politiche e per l’intera società regionale". La proposta di legge, ha concluso, "è già stata migliorata grazie al confronto con i tanti soggetti interessati e ancor più lo sarà dopo i passaggi in commissione, auspicando, pur fra sensibilità diverse, che diventi una norma regionale veramente di tutti". La presidente della commissione, Manuela Rontini, ha ricordato che l’esame avverrà nella seduta di commissione del 17 settembre, fissando al 15 settembre il termine per la presentazione degli emendamenti.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Rifiuti, parte in Regione l'esame sulla legge dell'economia circolare

ForlìToday è in caricamento