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Cronaca

Rimborso di 22 euro dal medico di base, l'Ausl: "Nessun intento vessatorio"

“L'Azienda sanitaria in questi anni ha valutato centinaia di prescrizioni  sanzionando una decina di medici"

Il caso del medico di base costretto al rimborso di 22 euro per un farmaco prescritto a carico del servizio sanitario regionale continua a far discutere. Dopo la segnalazione di un lettore che indicava, al di là di tutto, la necessità di consolidare l'alleanza tra medici di base e azienda sanitaria, nell'interesse della tutela della salute, arriva la replica dell'Ausl che difende il suo operato e quindi la scelta di avviare un iter sanzionatorio nei confronti del medico di base che ha portato ad una richiesta di rimborso di 22 euro.

Scrive Pierdomenico Lonzi, dirigente del settore giuridico-economico dell'Ausl Romagna: "L'operato dell'AUSL non ha alcun intento né vessatorio né intimidatorio né tanto meno improntato alla burocrazia, tutt'altro. Controlli sulla corretta prescrizione dei farmaci sono previsti già dalla Legge Finanziaria del 2007 che configurava come danno erariale  la prescrizione di farmaci se pur commercializzabili non rientrino nei vincoli di prescrizione previsti dall'Agenzia del Farmaco e concedibile a carico del Servizio Sanitario Nazionale”.

Ed ancora: “L'apposita Commissione istituita già dal 2009 opera un controllo sulle prescrizioni e qualora risulti che un medico abbia prescritto un medicinale non concedibile dal S.S.N o impropriamente rispetto alle indicazioni, chiede al medico stesso le ragioni della mancata osservazione. Solo al terzo richiamo in caso di reiterazione della non corretta prescrizione, come nel caso del medico in questione, e dopo un periodo di osservazione, viene richiesto il risarcimento del costo del farmaco. Così in effetti è avvenuto nel caso del medico che avrebbe avuto una prima richiesta di chiarimenti nel 2012 di cui si era scusato pur ammettendo l'errore. Errore che si è riproposto nel 2013 e da ultimo in data 5/5/2016. Quindi il medico  era già stato informato ben due volte”.

“L'Azienda sanitaria – continua Lonzi - in questi anni ha valutato centinaia di prescrizioni  sanzionando una decina di medici peraltro anche dello stesso gruppo di cui fa parte il medico in questione. Preme inoltre sottolineare che non solo la prescrizione non poteva essere messa a carico del SSN, ma si trattava anche dell'uso di un farmaco a un dosaggio non corretto e quindi non utile ai fini terapeutici. Nessuna volontà di dare l'esempio, né "di mettere in regola qualcuno", ma esclusivamente un controllo sulla corretta modalità di prescrizione dei farmaci nell'alveo delle indicazioni scientifiche e del corretto utilizzo delle risorse pubbliche”.

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