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Cronaca

Drei bis, ancora scintille tra Pd e liste di maggioranza in Consiglio

Ancora scintille in Consiglio Comunale: nella seduta di martedì pomeriggio ha ripreso con veemenza il dibattito sul rimpasto di giunta, il cosiddetto Drei-bis

Ancora scintille in Consiglio Comunale: nella seduta di martedì pomeriggio ha ripreso con veemenza il dibattito sul rimpasto di giunta, il cosiddetto Drei-bis che è partito come un azzeramento dell'intera giunta, salvo poi riconfermare tre quarti dei precedenti assessori ad esclusione del vicesindaco Veronica Zanetti e dell'assessore al Bilancio Emanuela Briccolani. Per il sindaco l'obiettivo ora è “la continuità”, vale a dire “riprendere in mano le attività avviate”. Il cambio di rotta riguarda principalmente l'ingresso in giunta delle liste civiche “Noi con Drei” e “Con Drei per Forlì”, che fa tramontare l'amministrazione monocolore Pd.

Il consiglio si è aperto con il subentro di Nada Zani alla consigliera Chiara Mazza. L'assise viene dopo una riunione interna del Pd di lunedì sera in cui Drei si è confrontato duramente con il suo partito ed è stato contestata l'eliminazione di due figure di peso della sua precedente giunta. Il segretario comunale Paride Maretti ha pure fatto balenare la possibilità di sue dimissioni per la situazione di crisi che si è verificata.

In Consiglio le principali scintille si sono verificate ancora tra gli alleati. Mario Peruzzini, capogruppo di “Noi con Drei” è andato all'attacco del Pd, pur ribandendo la fiducia a Drei: “Sosterremo questa maggioranza e questo sindaco”. In giunta entra Marco Ravaioli, a cui si indirizza Peruzzini: “Professionalmente dovrà lasciare Forlì come me, dovendo lasciare qualcosa anche lavorativamente. Marco sarà una sorpresa sui temi che ci coinvolgono”. Quindi dal punto di vista politico: “Ho dato massima disponibilità a ricompattare questa maggioranza col Pd e il Pd lo sa, ma l'ingresso della nostra lista in giunta non è un atto di bontà. Non è una regalia, come ha detto il capogruppo Maria Maltoni lo scorso consiglio. Noto, invece, delle prese di distanza del Pd al sindaco: si è detto che cambiali in bianco non ci sono più, è strumentale dirlo ora? Ravaioli è pronto domattina a lasciare dall'assessorato e tornare al suo lavoro. Se lo spirito è quello di sedersi alla riva del fiume ed aspettare cosa succede non ci siamo: lo dico al segretario del Pd Ancarani e al capogruppo Maria Maltoni”. 

Ha risposto la stessa Maltoni: “Questa è la stessa maggioranza che ha sostenuto il sindaco Drei nel 2014, quello che è cambiata è la scelta del sindaco di inserire in maniera organica nella compagine di governo due rappresentanti delle liste civiche, scelta che il Pd condivide, anche perché le liste alleate così si assumono responsabilità di governo. Non c'è disallineamento politico su questa scelta che anzi dà maggiore stabilità alla città e arricchisce l'apporto di idee in giunta. I due nuovi assessori portano competenze specifiche e tecniche, quindi non capisco la piccolissima polemica del consigliere Peruzzini, che ha fatto affermazioni sopra le righe. Non c'è nessun distinguo, ma la massima volontà di collaborare con gli assessori indicati dalle altre liste. L'atto di generosità è solo nei numeri, con la rinuncia di due amministratori del Pd per un rimpasto che è condiviso politicamente, non è certo un atto di carità”.

Bordate anche dai gruppi di opposizione. Per Fabrizio Ragni  (Forza Italia) “sembra di essere in 'Alice nel paese delle meraviglie': liste civiche e Pd hanno ritrovato l'accordo ma su cosa non si sa: vorremmo sapere i progetti nuovi della città. Dopo due anni di inefficienza la città ha diritto di sapere cosa accadrà nei prossimi tre anni. Perché questa giunta dovrebbe da ora fare meglio della vecchia, dal momento che le persone sono sempre quelle e passerà altro tempo prima che i due assessori siano in grado di agire? Dall'altra parte il monito del Pd sui punti da compiere è caduto nel vuoto. Ho sentito dal sindaco un discorsino di circostanza e Peruzzini che gli fa da sponda, ma nessuno ha detto cosa farà per i prossimi tre anni per la città”.

Così, invece, Daniele Mezzacapo (Lega Nord): “È chiaro invece che le defezioni territoriali e le sconfitte nazionali del Partito Democratico hanno costretto un Sindaco debole, quello di Forlì, a cedere ai piagnistei delle liste civiche, regalando assessorati di vitale importanza per il buon funzionamento dell’amministrazione, a liste di supporto al Sindaco, oramai prive di ogni rappresentatività in città. La Giunta stagnante dei primi due anni di mandato, come descritta dal sindaco stesso – afferma Mezzacapo – non è cambiata nemmeno dopo l’azzeramento di tutti i componenti, poi riconfermati per 6/8, che nonostante il gesto esagitato del Sindaco, hanno accettato di tornare ad occupare le poltrone sulle quali sedevano, forse attratti più dagli ingenti stipendi che dal ruolo che rivestono o dal progetto che perseguono”.

Ed ancora Davide Minutillo di Fratelli d'Italia: “Di nuovo questa giunta ha poco, quindi gli assessori di prima potevano benissimo relazionare sui progetti per i prossimi tre anni. Gli assessori non hanno in mano la situazione, e sono gli stessi di prima, è incredibile questa situazione. L'80% degli assessori rimasti cosa hanno fatto in questi due anni se non sono in grado di rispondere  sui progetti futuri? Questa è una giunta balneare che non esprime nulla, le liste civiche tornano in appoggio solo perché gli viene dato il posto”. Conclude Daniele Vergini (M5S): “In Italia batte un vento di cambiamento, mentre a Forlì possiamo constatare solo che l'amministrazione può offrire un finto cambiamento, con una giunta in tutta continuità con la precedente, che ha la fiducia del Pd in consiglio comunale ma non sui giornali. Ciò che temiamo è che le ultime manovre mettano a rischio la società in house della raccolta dei rifiuti, a cui teniamo anche noi perché è nel nostro programma. Sappiamo che una parte del Pd non vuole una gestione virtuosa dei rifiuti”.

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