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Cronaca

Scuola, cambia tutto: con la riorganizzazione nascono 9 istituti comprensivi

“Una scelta 'forte' che va nella direzione di mettere a valore tre principi – sostengono i consiglieri del Pd -: il primo è realizzare la scuola della comunità, più adatta a costruire rapporti di interazione con il territorio"

Approvata martedì dal Consiglio comunale di Forlì la riorganizzazione della rete scolastica e la costituzione degli Istituti comprensivi. Si passa da un'organizzazione a 6 direzioni didattiche (che comprendono scuola dell’infanzia statale e di scuola primaria) e 3 scuole secondarie di primo grado (ex scuole medie) a 9 Istituti comprensivi che comprendono tutta la scuola di base (infanzia statale, primaria statale, secondaria di primo grado statale).

“Una scelta 'forte' che va nella direzione di mettere a valore tre principi – sostengono i consiglieri del Pd -: il primo è realizzare la scuola della comunità, più adatta a costruire rapporti di interazione con il territorio, ad agire come stimolo per lo sviluppo locale, anche nelle zone più difficili, e ad aggregare risorse sociali e culturali attorno all’educazione delle giovani generazioni. Il secondo è introdurre la scuola del curricolo, quindi invitata a progettare un percorso educativo in progressione, dall’infanzia all’adolescenza, attento ai bisogni specifici delle diverse età, caratterizzato da ambienti di apprendimento gradualmente differenziati – proseguono i consiglieri -. Il terzo principio è promuovere la scuola dell’autonomia, in quando chiamata a sfruttare nuovi strumenti di gestione e valutazione, attraverso il coinvolgimento dell’intera comunità professionale e l’impulso decisivo del dirigente scolastico”.

L’istituto comprensivo "rappresenta una speranza di innovazione, ma per concretizzarla bisogna utilizzare appieno tutte le opportunità offerte dall’autonomia scolastica - affermano i consiglieri del Pd -. Gli esiti di questo processo non sono automatici, molto dipenderà da come i diversi soggetti della scuola interpreteranno il loro ruolo: il dirigente scolastico, chiamato a garantire l’unitarietà di una nuova e più complessa istituzione; i docenti, che devono superare le tradizionali “diffidenze” tra ordini scolastici per diventare protagonisti e responsabili di un progetto educativo credibile e coerente; i genitori, che devono sentirsi rassicurati da una scuola che si impegna a dialogare con professionalità e continuità sulla formazione dei ragazzi che le sono affidati; ed infine loro, i bambini e i ragazzi, che possono riscoprire in una scuola, intesa come “ambiente di vita, di relazione e di apprendimento”, le ragioni dello stare insieme e l’avventura della conoscenza".

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