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Storia

Sotto i piedi del Duomo un'area piena di sepolture: la sensazionale scoperta dagli scavi. "Un tassello del passato di Forlì"

Per raccontare quello che sta accadendo in Cattedrale, sono spuntati pannelli a ridosso dei due scavi nelle navate laterali

"Dovevano essere solo sondaggi ma abbiamo visto che c’è un tesoro sotto i nostri piedi”. Con queste parole il vescovo Livio Corazza ha presentato i primi esiti delle attività di indagine preliminari agli interventi di consolidamento e di restauro della Cattedrale. Non ci saranno variazioni per le imminenti celebrazioni natalizie perché già da un po’ è stato possibile lasciare aperto il Duomo seppur in concomitanza con gli scavi in corso.

VIDEO - Alla scoperta degli scavi archeologici

Per la Soprintendente Federica Gonzato si tratta di “un’occasione unica per recuperare informazioni sulla storia dell’area prima della costruzione dell’edificio attuale, aggiungendo un tassello importantissimo del passato di Forlì”. Gli scavi, pur interessando un’area limitata, hanno consentito di raccogliere “numerosi dati che richiederanno un’attenta interpretazione in fase post-scavo per giungere a una sintesi definitiva”. Per raccontare quello che sta accadendo in Cattedrale, sono spuntati pannelli a ridosso dei due scavi nelle navate laterali.

Da qualche anno la Cattedrale manifesta qualche sofferenza strutturale che ha pertanto meritato un intervento complesso e che è solo all’inizio. Si tratta di un lavoro che ha coinvolto vari enti e numerosi professionisti per quello che si prefigura in un lungo cammino corale di riscoperta del Duomo. La grande chiesa forlivese, in forma diversa esistente fin da quando il cristianesimo si è radicato da queste parti, è il risultato di stratificazioni e di altrettanti lavori di consolidamento che hanno a via a via trasformato la struttura fino a renderla com’è oggi. Fin da tempi remoti i problemi strutturali erano più o meno quelli odierni, pertanto venne ricostruita nella metà dell’Ottocento su progetto di un giovane ingegnere forlivese: Giulio Zambianchi.

Kevin Ferrari, funzionario archeologico responsabile di zona della Soprintendenza parla di scavi di “profondità molto consistenti” fino a quasi cinque metri sotto il pavimento marmoreo calpestabile dall’Ottocento. Tuttavia si è ancora in “assenza di dati cronologici sicuri” perché i lavori non hanno restituito oggetti, nemmeno cocci di ceramica. I sondaggi, vale a dire gli scavi, sono quattro: chi entra in Cattedrale ne vede due, quasi speculari, verso il presbiterio nelle navate laterali. Lì, la “stratigrafia è ricchissima, con prime evidenze subito sotto il pavimento”. Questo significa che l’area svelata, fino a quando è stato possibile, ha svolto una “funzione funeraria”, cioè è ricca di sepolture.

Non è certo una sorpresa se si tratta di una chiesa antica, vero è che per ora l’indagine archeologica ha permesso di rinvenire una ventina di sepolture e quasi cinquanta scheletri di epoche diverse: più si scende più si torna indietro nel tempo. Molte di queste sepolture sono fosse scavate direttamente nel terreno, cioè proprie di gente comune, mentre due sono in casse di laterizio rimaneggiate, con copertura a doppio spiovente, databili tra il Duecento e il Quattrocento grazie a qualche frammento di maiolica al loro interno.

Gli studiosi sono rimasti stupiti da una tomba molto particolare con copertura in pietra e appoggiata su “sesquipedali”, un tipo di mattone usato in età classica. Si tratta di un manufatto di età tardoantica nella cui realizzazione sono stati utilizzati materiali d’epoca romana? Per ora non ci si sbilancia, ma la posizione a circa quattro metri sotto terra lascia intendere tempi piuttosto antichi. La tomba è “in buono stato di conservazione” ma ce ne sono altre “ancora più antiche”. O assai recenti, si possono citare due cripte al cui interno vi sono bare lignee con rivestimento metallico. Nel lato della cappella della Madonna del Fuoco, un altro scavo mostra una possibile abside ed elementi murari della cattedrale antica, poggiati a loro volta su altre sepolture che confermano l’uso funerario dell’area.

Alla presentazione degli scavi sono intervenuti gli esponenti delle varie realtà che stanno contribuendo alle recenti scoperte, a conferma della coralità della “fabbrica”. Tra essi, oltre al vescovo, alla Soprintendente, al vicario generale della diocesi don Enrico Casadei Garofani, al progettista strutturale Alberto Gentili, anche Davide Indelicato, funzionario architetto della Soprintendenza e Mirko Samorì, progettista architettonico, Francesco Lentino e Chiara Cesarini per la cooperativa archeologica In Terras, l’economo diocesano Claudio Leonessi, l’incaricato diocesano per i beni culturali ed ecclesiastici Claudio Giannelli.

L’intervento per il restauro e consolidamento della Cattedrale di Forlì e del campanile comporterà un impegno economico pari a 5,1 milioni di euro. Per la cifra sono stati utilizzati contributi della Cei attraverso l’8 per mille e della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì. Resta per ora scoperta una quota pari a 300mila euro a carico della parrocchia di San Tommaso Cantuariense nelle Cattedrale di Forlì: chi volesse contribuire può fare un’offerta mediante un’erogazione liberale con bonifico al conto bancario della parrocchia medesima.  

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