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Cronaca

Piero della Francesca chiude con 115mila visitatori. Ed ora sotto con l'Art Decò

L'annuncio è stato dato dall'organizzatore e coordinatore delle rassegne Gianfranco Brunelli, nella conferenza di verifica sulla mostra corrente imperniata su "Piero della Francesca"

Sarà dedicato all’Art Decò l’evento espositivo che i Musei San Domenico di Forlì ospiteranno nel 2017. L’annuncio è stato dato dall’organizzatore e coordinatore delle rassegne Gianfranco Brunelli, nella conferenza di verifica sulla mostra corrente imperniata su “Piero della Francesca, indagine di un mito”, che chiuderà definitivamente i battenti domenica 26 giugno, con ben 115.000 visitatori all’attivo. “A mio parere – dichiara Brunelli – dopo una disamina attenta ed articolata della filosofia artistica del genio toscano, in grado di influenzare persino i contemporanei, credo sia opportuno ritornare sul ‘900 già toccato con successo dalla mostra sul Liberty tenutasi nel 2014”.

Se quest’ultima ha indagato sull’esuberante movimento cultural-artistico sorto in Europa fra la fine dell’Ottocento e i primi due decenni del Novecento, “come risposta concreta e tangibile all’esigenza di superare lo storicismo e il naturalismo che avevano dominato gran parte del XIX secolo”, l’Art Decò (nome derivato per estrema sintesi dalla dizione di “Esposizione internazionale di arti decorative e industriali moderne” tenutasi a Parigi nel 1925) è stato un fenomeno del gusto che ha interessato sostanzialmente la seconda e terza decade del XX secolo. L’Art déco è uno stile sintetico e al tempo stesso aerodinamico, turgido e opulento, evidentemente “toccato” dall’austerità imposta dalla prima guerra mondiale fino alla grave crisi del 1929. La rassegna 2016 su Piero della Francesca vive le ultime ore di gloria e visitatori, che già si profilano alcuni degli artisti che si faranno ammirare al San Domenico nel 2017: Pablo Picasso, Henri Matisse (entrambi con 2 o 3 opere in stretta relazione con l’Art Decò) e Tamara De Lempicka, senza dimenticare gli italiani Giò Ponti, Felice Casorati e Arturo Martini. Come già avvenuto con il Liberty, l’Art déco non sarà solo pittura ma anche decorazione, cinema, architettura e moda. Questa fascinazione decorativa non toccò solo la Francia e l’Italia, ma altri paesi occidentali come gli Stati Uniti d’America (il Chrysler Building di New York è uno degli edifici simbolo del movimento) e il Canada.

“Il grande successo di pubblico e critica della mostra su Piero della Francesca – aveva esordito in apertura della conferenza il presidente della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì Roberto Pinza – ci impone di continuare ad organizzare questi eventi unici, fondamentali per lo sviluppo della cultura e dell’immagine cittadina avviato nel 2004 con la rassegna sul Palmezzano”. I circa 1.230.000 visitatori accorsi sinora a Forlì grazie alle rassegne date al San Domenico, hanno generato un flusso turistico e d’interesse che non si può più interrompere, pena la perdita di tutto”. Pinza cita anche la straordinaria gara di solidarietà agganciata a Piero della Francesca “La Fabbrica del sorriso”, promossa da Mediafriends, onlus di Mediaset, Medusa e Mondadori, che ha fruttato ben 2 milioni di euro di donazioni a sostegno di quattro progetti di Ail, Airc, Dynamo Camp, Ior e Irst per la lotta contro i tumori dei bambini.

Se l’assessore comunale Elisa Giovannetti, intervenuta in rappresentanza del sindaco di Forlì Davide Drei, mette in risalto le occasioni di lavoro sul territorio e di sviluppo culturale generate dalle mostre allestite dalla Fondazione, il direttore di Civita Cultura Alberto Rossetti elenca le cifre della mostra su Piero della Francesca. “Mancano ancora i dati degli ultimi due giorni, ma possiamo già annunciare che la rassegna sulla fortuna critica del genio toscano alla fine si collocherà al terzo posto assoluto fra gli 11 eventi tenuti finora al San Domenico, superato soltanto dal Canova e dal Liberty”. I riverberi della filologia pittorica di Piero della Francesca sono piaciuti ad un pubblico prevalentemente over 65enne (41%), con una chiara prevalenza del genere femminile e l’aumento di persone giunte a Forlì in treno. Il dato più interessante relativo ai visitatori è il record assoluto in fatto di presenze straniere (Germania, Francia e Austria) che per la prima volta tocca il 3% del totale. Se il 44% degli utenti proviene dall’ambito locale e dal bacino emiliano-romagnolo, la seconda regione italiana più rappresentata rimane la Lombardia. Cresce il numero dei visitatori che si fermano a Forlì uno o due giorni, e aumenta pure il numero delle iniziative a beneficio della collettività. Tutto questo continuerà all’insegna della collaborazione e della condivisione fra i vari soggetti in campo.

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