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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Messe e festa patronale: la tradizione si rinnova con "San Pellegrino"

Domenica primo maggio ritorna la solennità religiosa di San Pellegrino, compatrono di Forlì. Secondo tradizione, il culmine della devozione andrà in scena nella monumentale chiesa di Piazza Morgagni

Domenica primo maggio ritorna la solennità religiosa di San Pellegrino, compatrono di Forlì. Secondo tradizione, il culmine della devozione andrà in scena nella monumentale chiesa di Piazza Morgagni che custodisce le spoglie mortali di Pellegrino Laziosi, protettore contro il cancro conosciuto in tutto il mondo. Grazie all’impegno di Johnas Murallon, Roger Cabillo e Lorenzo Ryan, i tre frati dei Servi di Maria originari delle Filippine giunti a Forlì nel 2009, la basilica sta rivivendo una seconda giovinezza. Basta affacciarsi in chiesa tutti i mercoledì dell’anno, alle 17, per assistere a liturgie di guarigione molto partecipate, che coinvolgono gli infermi e i rispettivi familiari.

Il programma dell’intensa festa patronale prevede celebrazioni eucaristiche a tutte le ore, dalle 6.30 alle 12 e dalle 16 alle 19. La prima messa è prevista alle 6.30, mentre quella delle 9 sarà presieduta da padre Cesare Antonelli, superiore provinciale dell’ordine dei Servi di Maria. Alle 10.30, solenne pontificale presieduto dal vescovo locale, monsignor Lino Pizzi e animato dal coro San Filippo Neri con la presenza delle autorità cittadine. Alle 15 recita del rosario, liturgia in onore di San Pellegrino e unzione con l’olio benedetto. Alle 16 celebrerà il cancelliere vescovile don Paolo Giuliani, alle 17 il parroco-abate di San Mercuriale e Santa Lucia don Enrico Casadio, alle 18 il vicario generale emerito, monsignor Dino Zattini e alle 19 il vicario generale don Pietro Fabbri, con le associazioni, i gruppi e i movimenti ecclesiali.

 Quest’anno, nel giorno canonicamente dedicato alla ricorrenza del compatrono diocesano, si concluderanno anche i festeggiamenti del 750° anniversario della sua nascita, avviati il 1° maggio dello scorso anno. Dal programma delle celebrazioni spicca tuttavia un’appendice molto singolare: nella notte tra sabato 7 e domenica 8 maggio, Forlì sarà teatro della XXXI marcia nazionale della Famiglia dei Servi di Maria. Nella città che dette i natali all’ex soldato impenitente approderanno centinaia di aderenti alla famiglia dei Servi di Maria, da tutt’Italia e dall’estero. La processione, cui potranno ovviamente partecipare tutti i forlivesi che lo vorranno, inizierà alle 20 dalla chiesa di San Pellegrino, per poi fare tappa, alle 21.30, alla casa natale del Santo, in via Lazzarini, e concludersi alle 22 in Cattedrale, ove sarà letto il messaggio della marcia e il vescovo monsignor Lino Pizzi celebrerà la messa. Il singolare corteo riprenderà però il cammino alle 0.30 con la stazione in seminario (via Lunga) per l’incontro con il Comitato per la lotta contro la fame nel mondo, nella chiesa di Coriano, in via Pacchioni alle 3.30 per una conversazione con il Presidente delle Acli su temi collegati al lavoro, e nella chiesa parrocchiale del Ronco alle 5.30.

La conclusione definitiva è prevista per le 7.30 nell’abbazia di San Mercuriale, dopo ben 11 ore da un capo all’altro della città. Tradizione vuole che lo stesso Pellegrino, frate guaritore nato intorno al 1265 nel quartiere Campostrino, sia guarito miracolosamente da una cancrena al ginocchio. Era stato colpito dalla malattia per l’incredibile dedizione alla penitenza: pare, infatti, che non si sia seduto per trent’anni di fila. Il cerusico gli aveva prescritto l’amputazione. La notte antecedente l’intervento, all’ex ghibellino impenitente si manifestò il Cristo crocefisso. Sogno o realtà non si sa: è certo che l’indomani era sparito tutto. Pellegrino divenne subito punto di riferimento dei malati oncologici, con guarigioni conclamate anche in età recente. I due miracoli che gli fruttarono l’altare occorsero a Città di Castello, ma gli annali ricordano anche i due casi forlivesi del cieco che torna a vedere e della donna liberata dal demonio. La fama di Pellegrino taumaturgo ha superato i confini forlivesi e nazionali, tanto da raggiungere i cinque continenti. Oltre che nell’arcipelago asiatico delle Filippine, il culto dell’unico santo forlivese è molto sentito anche in Polonia, in Baviera, nel sud Tirolo (Pietralba) e nella vicina Austria.

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