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Il caso

Sara Pedri, in tribunale parla Liliana Mereu. E respinge le accuse di maltrattamento

L'udienza, alla quale era anche l'ex primario Saverio Tateo (che sarà ascoltato il prossimo 19 aprile), si è svolta a porte chiuse

Nuova udienza preliminare in tribunale a Trento sul caso dei presunti maltrattamenti nel reparto di ginecologia dell'ospedale Santa Chiara di Trento, inchiesta nata dopo la scomparsa di Sara Pedri, la dottoressa 31enne forlivese di cui si sono perse le tracce dal 4 marzo 2021. L'udienza, alla quale era anche l'ex primario Saverio Tateo (che sarà ascoltato il prossimo 19 aprile), si è svolta a porte chiuse. Imputata di maltrattamenti in concorso e in continuazione, Mereu - difesa Franco Rossi Galante e Mario Murgo - ha respinto tutte le accuse, con la ex numero due del reparto trentino che ha difeso la correttezza della propria condotta. Ha respinto l'accusa di aver colpito le mani di Pedri con un ferro chirurgico. Durante le oltre ore di interrogatorio (pubblico miniistero Maria Colpani e giudice per le udienze preliminari Marco Tamburrino) ha spiegato che il suo comportamento era finalizzato al corretto funzionamento del reparto e non vi erano fini di vessazione contro le colleghe. Al processo la famiglia Pedri si è costituita parte civile ed è assista dall'avvocato Nicodemo Gentile, ma tra le parti civili ci sono anche sette ginecologhe, una dottoressa, l'azienda sanitaria e il sindacato Fenailt. 

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