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Cronaca

Scuole, si alzano le soglie Isee: taglio alle rette delle mense scolastiche a partire dal prossimo anno

Per il 2023/2024 un aiuto alle famiglie con figli che frequentano le scuole dell'infanzia comunali e le primarie. Sale a 26 mila euro il reddito minimo per accedere alle agevolazioni

Scuole per l’infanzia e primarie: in arrivo una boccata di ossigeno per le famiglie grazie alle agevolazioni per rette e mense che entreranno in vigore dal prossimo anno scolastico 2023/2024. Con la delibera discussa in commissione consiliare, il Comune ha infatti deciso di innalzare il tetto di reddito Isee dagli attuali 10.632,95 euro - tetto stabilito diversi anni fa per gli interventi di diritto allo studio della Regione - a 26 mila euro, con l’obiettivo di allargare la platea delle famiglie che possono beneficiare della riduzione delle rette, in particolare quelle che si trovano in situazioni di difficoltà economica, e sostenere allo stesso tempo quelle più numerose.

Una scelta motivata dal fatto che la maggior parte dei nuclei famigliari, pari a oltre il 60%, che usufruiscono della mensa scolastica si colloca in una fascia di reddito superiore all’attuale limite Isee di 10.632,54 euro. Le modifiche al Regolamento comunale porteranno all’aumento delle fasce Isee, che passeranno da 4 a 6, in base alle quali sarà possibile accedere alle agevolazioni così modulate: pasti gratuiti per i nuclei familiari di prima fascia (da 0 a 3.000 euro), creazione di una fascia "intermedia" che va da 10.632,95 a 15.748,78 euro (tetto per il diritto allo studio per i libri di testo e le borse di studio) e di una ulteriore fascia di reddito da 15.748,79 a 26.000,00 euro.

In sostanza, è prevista una riduzione media del 7% del costo dei pasti per tutti i nuclei familiari appartenenti alle fasce di reddito fino 26 mila euro e sarà applicato uno sconto del 20% a pasto, attualmente non previsto dal Regolamento, per le famiglie con due o più figli, che rappresentano il 10% del totale. Questa operazione comporterà per le casse dell’Amministrazione una diminuzione delle entrate di  80 mila euro per il 2023 e di 200 mila per gli anni successivi che saranno coperte dai contributi ministeriali di 164 mila euro per la “Mensa Biologica” e dal rimborso spese di 60 mila euro per la fornitura gratuita dei pasti agli insegnanti che svolgono assistenza a mensa.

Si stima inoltre che, a seguito del provvedimento, si ridurrà la morosità nei pagamenti delle rette per la mensa scolastica che, ad oggi, si attesta intorno ai 150 mila euro annui. “Con questo importante intervento intendiamo dare un aiuto concreto alle famiglie, soprattutto a quelle più numerose, con un taglio dei costi per uno dei servizi fondamentali della nostra comunità - dice Paola Casara, assessora ai Servizi educativi -. In questi anni abbiamo mantenuto bloccato il costo delle mense e oggi interveniamo per diminuire le spese a carico delle famiglie, secondo un criterio di equità e di aderenza alla realtà per quanto riguarda la composizione delle famiglie e il livello di reddito”.

I dati

Dall’analisi effettuata, gli iscritti al servizio di mensa scolastica sono 5.560 di cui 4.110 (79%) non hanno potuto godere sino ad ora di agevolazioni perché appartenenti a nuclei famigliari con reddito superiore ai 10.632,54 euro, con un costo a pasto fissato a 5,40 euro per la scuola dell’infanzia e a 5,90 per la scuola primaria. Con il nuovo provvedimento, i costi scaleranno a seconda delle fasce ISEE di appartenenza.

Per la scuola dell’infanzia: gratuità fino ai 3 mila euro di reddito, 2,50 euro a pasto per la fascia da 3.000,01 a 7.500,00 euro; 3,90 euro per la fascia da 7.500,01 a 10.632,94; 4,90 euro per la fascia da 10.632,95 a 15.748,78; 5,20 euro per la fascia da 15.748,79 a 26.000,00.

Per la scuola primaria: gratuità fino ai 3 mila euro di reddito, 2,50 euro a pasto per la fascia da 3.000,01 a 7.500,00 euro; 3,90 euro per la fascia da 7.500,01 a 10.632,94; 4,90 per la fascia da 10.632,95 a 15.748,78 e 5,20 per la fascia da 15.748,79 a 26.000,00.
 

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