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Cronaca Dovadola

Se fosse ancora in vita Benedetta compirebbe 81 anni

La venerabile dovadolese Benedetta Bianchi Porro è morta appena 28enne il 23 gennaio 1964 a Sirmione del Garda, stroncata da un male raro ed implacabile

Se fosse ancora in vita, l’8 agosto 2017 compirebbe 81 anni. La venerabile dovadolese Benedetta Bianchi Porro è morta appena 28enne il 23 gennaio 1964 a Sirmione del Garda, stroncata da un male raro ed implacabile. Eppure era gioiosa: “Io so che attraverso la sofferenza, il Signore mi conduce verso una strada meravigliosa”. Nella malattia aveva scoperto Dio. Domenica 6, alle 10.30, nella Badia di Sant’Andrea a Dovadola, a presiedere la liturgia eucaristica per l’81esimo anniversario della nascita di Benedetta, sarà l’arcivescovo di Modena - Nonantola monsignor Erio Castellucci. Al fianco del pastore d’anime-teologo, forlivese d’origine, concelebrerà il vescovo di Forlì-Bertinoro monsignor Lino Pizzi. Alle 12.30 seguirà il pranzo nel ristorante albergo “Rosa Bianca” di Dovadola.

"Chi desidera partecipare – si legge sul sito www.benedetta.it - è pregato di rivolgersi a "Amici di Benedetta", Casella postale 62 - 47013 Dovadola, o può telefonare a Don Alfeo Costa, parroco di Dovadola, al numero 0543-934676”. Martedì 8, alle 18, nella chiesa di Santa Maria della Neve nel centro storico di Sirmione, sarà celebrata la Santa Messa nell'81esimo anniversario della nascita della Venerabile. Ad entrambe le funzioni religiose di commemorazione parteciperà l’ex sindaco di Dovadola Gabriele Zelli. A 53 anni di distanza dalla morte terrena, Benedetta continua a far parlare di sé proprio per il terribile calvario fisico, accettato grazie alla grande fede. Sinora, l’iter diocesano della sua canonizzazione, partito ufficialmente l’8 dicembre 1973, è approdato al riconoscimento di “venerabile”. In attesa della prova certa di un miracolo che la innalzi al rango di beata, anticamera della santità vera e propria, ci si può già rivolgere a lei in preghiera, invocandola appunto come venerabile: merito del decreto di “virtù eroiche” emesso da papa Giovanni Paolo II nel 1993.

Il 17 marzo 2014, il postulatore della causa di beatificazione, padre Guglielmo Camera, saveriano, ha consegnato alla Congregazione per le cause dei Santi il materiale relativo al processo di beatificazione, riavviato dopo il nuovo l’esame di una guarigione attribuita a Benedetta, avvenuta a Genova nel 1986. Sul numero di maggio 2017 de “L’Annuncio”, notiziario degli “Amici di Benedetta” pubblicato online, compare una provocazione di don Salvatore Callari “Lo scandalo di Benedetta”, che dà veramente l’idea del grado di accettazione raggiunto dalla venerabile: “Vivere è bello – scrive la giovane dal suo letto di malata terminale – e io penso che cosa meravigliosa è la vita!”. “Ma noi – precisa l’articolista – che abbiamo una visione diversa, ci sentiremmo di dire: come era possibile avere questi pensieri, quando la vita l’aveva tradita, abbandonata, la lacerava implacabilmente?”. Il postulatore padre Camera chiede preghiere perché il processo sul presunto miracolo per la beatificazione, possa concludersi con il risultato auspicato. “Attualmente - si legge sul sito della Diocesi di Forlì - è ancora in corso l’indagine peritale, necessaria prima della eventuale trasmissione dell’incartamento alla commissione medica. Importante è anche la segnalazione di nuove grazie ottenute con l’intercessione di Benedetta”. Eventuali testimonianze vanno inviate a padre Guglielmo Camera, presso Missionari Severiani, viale San Martino, 8 43123 Parma, tel. 0521.920511, cellulare 333.2902646, e-mail: padre.guglielmo@libero.it.

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