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Cronaca

Società partecipate, Di Maio: "Adeguare i decreti Madia ai territori"

Ha concluso il seminario l'intervento del sottosegretario di Stato alla presidenza del consiglio dei Ministri per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione, Angelo Rughetti

La Sala Refettorio dei Musei San Domenico ha ospitato lunedì il seminario sulla “Riforma della disciplina delle società partecipate dalle pubbliche amministrazioni in attuazione della legge Madia”. All’incontro realizzato da Livia Tellus Romagna Holding con il patrocinio dall’Unione dei Comuni della Romagna Forlivese, hanno partecipato il sindaco Davide Drei, il presidente dell’Ordine dei Dottori Commercilisti Aride Missiroli e il presidente di Livia Tellus Romagna Holding, Gianfranco Marzocchi. I relatori Andrea Maltoni, Marco Maltoni e Roberto Camporesi sono stati introdotti dal componente della Commissione Finanze della Camera dei Deputati Marco Di Maio. Ha concluso il seminario l’intervento del sottosegretario di Stato alla presidenza del consiglio dei Ministri per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione, Angelo Rughetti. 

Seminario sulle società partecipate

"Capire come migliorare l''efficienza della macchina pubblica senza mortificare le esperienze fruttuose", ha affermato Di Maio, sottolineando la necessita'' di "tenere conto la specificità dei territori", come avvenuto per esempio con la rimasta intatta autonomia dell''Autorità portuale di Ravenna. Con l''obiettivo di "semplificare e ridurre il peso dello Stato sui territori e della burocrazia su cittadini e imprese". Insomma "i primi 11 decreti attuativi della legge Madia andranno calati nelle varie realtà". Senza dimenticare, ha sottolineato Marzocchi la necessaria razionalizzazione. In Italia la meta'' degli utili è realizzato da 31 società sulle circa 8.000 esistenti, mentre in sei realizzano la meta'' delle perdite totali. A livello regionale, ha aggiunto, su circa 800 partecipate, 348 sono in utile che ammonta a circa 200 milioni di euro. Il 54% del quale è realizzato da tre società. Sono 477 le società in perdita anche se il 65% del rosso si concentra in tre di loro. Da qui, ha rimarcato Marzocchi, la necessità di un'applicazione "selettiva, non lineare" della riforma, in modo da "razionalizzare integrando e fondendo, migliorando così l''equilibrio che si e'' generato nel territorio". Da questo punto di vista, ha conclusp, "la Romagna può dare indicazioni". D''altronde, ha evidenziato Davide Drei, sulle partecipate "la coesione e l''orientamento dei sindaci del nostro territorio e'' molto forte". Ora "dall''indirizzo dobbiamo passare ai fatti".

L'obiettivo della riforma, ha precisato Rughetti, è quello di fare in modo che "servano realmente alle comunità". Come ha precisato Rughetti, ci sono "dubbi che tante servano piu'' a chi le ha costituite e a chi si trova nei consigli d'amministrazione". Infatti, numeri alla mano, oltre 3.000 hanno più consiglieri che dipendenti e oltre 1.000 non hanno proprio dipendenti. Senza dimenticare l''1,2 miliardi di perdite e i 13 miliardi di indebitamento. Ecco perche'' occorre "evitare di disperdere ulteriori risorse, fare chiarezza e dare certezze, evitando che qualcuno si giri dall''altra parte". Infatti, ammette il sottosegretario, "da anni si dice che sono troppe", ma i piani di razionalizzazione rimangono sulla carta. Con la riforma si restringono dunque gli oggetti sociali, spa e srl con qualche deroga, e si prevede la partecipazione del privato minimo al 30% senza massimo. Per quanto poi riguarda i servizi pubblici locali di interesse generale occorre garantire "alta qualita'' e facilita'' d''accesso". Ancora: viene ampliato il ruolo delle Authority per aiutare i gestori, mentre i cittadini "diventano misuratori di efficacia". Infine si individua il "bacino ottimale".

C'è un "filo rosso", ha proseguito Rughetti, tra legge 56, riforma costituzionale e riforma della Pa. In Italia ci sono 10.200 enti pubblici e 35.000 centri di costo, mentre il numero di partecipazioni pubbliche è circa 10.000. Si tratta dunque di "un nemico molto complesso da abbattere sia per le strutture che per gli effetti finanziari". Per cui occorre "ricatalogare la domanda sociale e rimodellare una nuova organizzazione", rendendo concreto l''articolo 3 della Costituzione "La Repubblica deve rimuovere gli ostacoli". Perche'' "far funzionare correttamente la Pa e'' riconoscere il diritto di cittadinnza". Ora, ha concluso, ci sono due mesi di discussione per aumentare la qualita'' delle norme con il confronto, tenendo presente che "una riforma funziona se cambia la vita delle persone". (fonte Dire)

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