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Cronaca

Sgombero MaceriA, l'ex assessore: "Serve un centro sociale"

Dopo lo sgombero dello stabile occupato in centro storico, in via Maceri, la politica di sinistra si interroga sull'opportunità di dare ai giovani comunque uno spazio collettivo autogestito

Dopo lo sgombero dello stabile occupato in centro storico, in via Maceri, la politica di sinistra si interroga sull'opportunità di dare ai giovani comunque uno spazio collettivo autogestito. Lo fa l'ex assessore comunale Marisa Fabbri, presente nella giunta di Franco Rusticali in quota Comunisti Italiani. La memoria di Marisa Fabbri corre indietro di dieci anni quando alcuni giovani occuparono un edificio pubblico abbandonato per farci il Maudit, il 'Municipio autonomo di tutti'.

Dice Marisa Fabbri: “Il MaceriOccupato mi riporta indietro di dieci anni, più o meno, quando la nostra città visse un’altra occupazione, che io ho sempre amato pensare con la K, perché ricordava i tempi in cui tante nostre storie individuali si sono intrecciate con il movimento giovanile degli anni sessanta, un movimento contrassegnato dalla voglia di modificare schemi, di proporre nuove forme di socializzazione e rivendicare anche attraverso esse il riconoscimenti di diritti per una società diversa e migliore”.

Continua Fabbri: “Nel 2002 un bel gruppo di ragazzi e ragazze costituirono il Maudit (Municipio Autonomo di tutti) , dopo un tempo di risposta alla richiesta di uno spazio per il loro laboratorio della “Città in movimento” , burocraticamente plausibile, ma forse, giustamente, non accettabile per il loro bisogno di concretizzare un esperienza collettiva, occuparono un edifico della provincia, non a norma e momentaneamente abbandonato in attesa di un nuovo uso. Occuparono, con discrezione, vorrei dire, imbiancando le pareti e pulendo il giardino, tanto da suscitare le simpatie dei vicini di casa che, quella casa, vedevano da tempo solo come rudere abbandonato. Eppure quei ragazzi che hanno voluto dare un segnale di protesta-civile non potevano starci, per una questione di responsabilità delle Istituzioni e per la loro sicurezza. Non sono mancati prima e , contestualmente all’occupazione , confronto, riflessione e progettazione per la realizzazione di uno spazio, aperto, autogestito se pur all’interno di un regolamento definito collegialmente fra Istituzioni e rappresentanti del collettivo che si identificava con l’esperienza del Maudit”.

Da quell'esperienza è nata poi la Fabbrica delle Candele, il centro comunale di viale Salinatore che tuttavia ha scarsa attrattività tra i giovani. Ricorda sempre Fabbri: “In collaborazione con la Regione Emilia-Romagna si avviò, allora, il recupero dell’area oggi denominata “Fabbrica delle candele” che poteva caratterizzarsi anche come Centro Sociale. Un recupero per uno spazio nel quale attività Istituzionali e di associazioni si potessero integrare, per tempi e contenuti, anche con l’autogestione di un collettivo in cui si identificassero responsabilità riconosciute ed individuali”

Tuttavia del centro sociale non si è fatto più nulla. E ancora: “Ancora oggi però queste istanze chiedono risposta e lo fanno con un'altra occupazione in uno spazio in disuso dove, per più di un mese, ragazzi e ragazze hanno organizzato momenti di socializzazione, incontri culturali e rivendicato la necessità di uno spazio autogestito in città. E’ passato un decennio e questo resta un obiettivo non realizzato e , senza nulla togliere all’impegno e agli importanti risultati raggiunti dall’Assessore Valentina Ravaioli , qualcosa di più si può e si deve fare per dare risposta non solo ai ragazzi protagonisti del MaceriOccupato, ma ai tanti altri che in città sentono la necessità di uno spazio libero, autogestito , socialmente di tutti e di tutte”.

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