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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Tragedia di Genova, appello di Ragni (Forza Italia): "Subito la mappa dello stato di salute di ponti e cavalcavia"

Una sciagura che pone una serie di interrogativi sulla sicurezza delle infrastrutture presenti in Italia. Fabrizio Ragni, coordinatore provinciale di Forza Italia Forlì-Cesena, chiede "prevenzione"

"Oddio, oddio". L'urlo incredulo e di dolore, che ha fatto il giro dei social e dei media, è il simbolo della strage di ponte Morandi a Genova. Si continua a scavare tra macerie e lamiere e il bilancio delle strage  sarebbe di 38 vittime identificate ed una ancora non identificata, a cui si aggiungono 16 feriti, di cui 9 in codice rosso. Una sciagura che pone una serie di interrogativi sulla sicurezza delle infrastrutture presenti in Italia. Fabrizio Ragni, coordinatore provinciale di Forza Italia Forlì-Cesena, chiede "prevenzione".

L'esponente berlusconiano si associa "alla richiesta di Conftrasporto, che ha chiesto da tempo la mappatura dei ponti italiani a rischio, quelli realizzati in calcestruzzo fra gli anni 50 e gli anni 60, in particolare, perché sono arrivati a fine vita". Quindi l'interrogativo: "Esistono anche nella nostra provincia strutture nelle condizioni di quelle che sono crollate negli ultimi mesi e negli ultimi anni in Italia? I sindaci di Forlì e Cesena, il presidente della provincia e degli enti locali interessati si facciano parte diligente e chiedano alle società concessionarie stradali, Anas e Autostrade per l’Italia in primis, di fornire in tempi strettissimi rassicurazioni e dati certi in merito allo stato di salute delle arterie che attraversano il nostro territorio. In queste ore tragiche i cittadini esigono risposte e rassicurazioni".

"Il caso di Genova - osserva Ragni - è soltanto l'ultima di una serie drammatica di incidenti che ha coinvolto arcate, rampe, piloni, viadotti e cavalcavia da Nord a Sud Italia. Tra il 2016 e il 2017 su tutta la rete stradale italiana sono stati 8 in tutto i ponti crollati. E tantissimi altri sono quelli a rischio crollo. Opere ingegneristiche costruite non soltanto negli anni ’60 (come nel caso ligure) ma anche  negli anni '90 (come per il viadotto della tangenziale di Fossano in provincia di Cuneo). Una lunga catena di disastri stradali che hanno portato morti e feriti. Disastri che hanno innescato inchieste della magistratura e indagini interne alle società di gestione delle strade. Strade, autostrade e superstrade cedono sotto il passaggio di Tir o si sfaldano a causa dei rigori invernali, come accade puntualmente nel tratto romagnolo e nel territorio della nostra provincia dell’E45, quella che potremmo tranquillamente definire "la Salerno-Reggio Calabria" del centro-nord. E come dimenticare il crollo di un pezzo dell’ A14 Adriatica, ogni giorno frequentata da centinaia di forlivesi e cesenati, con l’autostrada  che era in corso di ristrutturazione un anno fa nelle Marche, a Camerano?".

"E poi c’è il tema del traffico pesante che percorre tutte queste arterie, l’A1, l’A14, l’E45, i vari raccordi e tangenziali - osserva l'esponente azzurro -. Con tamponamenti fra Tir e trasporti speciali, come nel recentissimo caso dell’incidente al cavalcavia del Raccordo di Casalecchio in A14  e dell’altrettanto recente (lo marzo scorso) incendio in galleria, in E45, a Bagno di Romagna,  a causa di un tamponamento fra tre mezzi pesanti che hanno preso fuoco. E conseguenti necessari lavori e  di messa in sicurezza dell’infrastruttura, cantieri aperti senza soluzione di continuità, con tutti i disagi del caso".

Sorvegliata speciale è soprattutto la Orte-Cesena-Ravenna, la più lunga e importante superstrada d'Italia: "Quando è occupata da cantieri e “lavori incorso” offre corsie più strette del normale, i cigli   spesso cedevoli e trascurati da chi dovrebbe curarne la manutenzione, le corsie d'emergenza insufficienti, le piazzole laterali di sosta un terno al lotto, l’asfalto ammalo rato e costellato da rattoppi di ogni tipo, sconnessioni, buche riempite male pronte a lacerarsi  nuovamente  con i primi freddi o le piogge più abbondanti. Per non parlare dei piloni di sostegno della curva di Collestrada, sotto accusa di cittadini che segnalano il rischio in affollate pagine Facebook".

Continua Ragni: "Si parla, ed è cronaca di questi giorni, di almeno 300 opere a rischio in tutta Italia fra le oltre  45 mila infrastrutture tra ponti, viadotti e gallerie che costellano la Penisola. Strade, ponti e viadotti che, come il ponte di Genova secondo gli esperti, "presentano criticità di livello uno, quelle che hanno anomalie gravi. Problemi che se non curati in tempo, sono potenzialmente in grado di provocarne il cedimento”. Senza voler creare allarmismo chiediamo però che gli amministratori locali pongano su questo tema la massima attenzione ed esigano informazioni aggiornate. Stiamo parlando di arterie - l’A1, l’A14 e l’E45, ma non solo, percorse ogni giorno da centinaia di migliaia di automezzi.  A tutela dei nostri concittadini, e prima di dover contare morti o feriti, chiediamo che il sindaco di Forlì e presidente della Provincia, Drei, che il sindaco di Cesena, Paolo Lucchi,  ed i presidenti delle unioni dei Comuni sotto cui ricadono le opere stradali più importanti si attivino per poter disporre di un’eventuale  mappa aggiornata dell'eventuale rischio e poter agire di conseguenza per esigere: messa a norma e  sicurezza, e se è il caso ordinando anche   ammodernamento e  ricostruzione delle strade più vetuste, visti i milioni di euro spesi negli ultimi anni in ordinaria e straordinaria  manutenzione stradale nella nostra regione".

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