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Cronaca

Il Siulp denuncia: "Polizia alla gogna mediatica"

Secondo il sindacato, "si vuole alimentare l’odio verso un’istituzione che, nonostante i tagli trasversali, continua a garantire la sicurezza democratica del paese e la libertà dei cittadini".

Il Siulp, il sindacato italiano unitario lavoratori polizia, denuncia il "continuo ed inquietante uso unilaterale dei mass-media per cercare di orientare l’opinione pubblica e, perfino, l’andamento dei processi, essendo queste trasmissioni effettuate, guarda caso, nelle imminenze di udienze. Si vuole alimentare l’odio verso un’istituzione che, nonostante i tagli trasversali, continua a garantire la sicurezza democratica del paese e la libertà dei cittadini".

"Si cerca di esasperare ogni aspetto di comodo in un contesto che andrebbe valutato esclusivamente nelle sedi opportune, fino alla loro naturale definizione, senza “interferenze”, senza “agguati”, senza far cadere in errore il pubblico nella scontata assioma del “poliziotto violento”, attraverso programmi televisivi progettati ad arte, senza contraddittorio e nessun diritto di replica - evidenzia il sindacato -. L’essere “forza pubblica” non deve far ritenere che gli operatori di polizia debbano essere “etichettati” come soggetti naturalmente violenti.  Questa sconsiderata gogna mediatica alimenta ed esaspera un clima di contrapposizione che genera sconforto e disorientamento tra gli operatori di polizia, soprattutto, nel corso delle attività per la gestione della sicurezza e dell’ordine pubblico".

"Il giusto processo diventa esercizio accademico di fronte a tali sperequazioni e nelle vicende che riguardano i poliziotti diviene ancor più grave. Il poliziotto e l’istituzione a cui appartiene non può rilasciare interviste, non può formulare critiche, non può polemizzare con nessuno, non può protestare come farebbe qualunque cittadino che si sentisse vittima di tali soprusi - continua il Siulp -. Il poliziotto, in prima persona e con le sue personali risorse, deve solo tacere e confidare nell’operato della magistratura. Anche un operatore di polizia, come ogni altro cittadino, ha il sacrosanto diritto, fino all’ultimo grado di giudizio, di non essere indicato come il colpevole ed essere messo alla berlina nella piazza pubblica televisiva. Attraverso l’attività di una scrupolosa autorità giudiziaria, nella quale si ripone la massima fiducia, finalmente emergerà l’unica verità completamente divergente dalla gogna mediatica faziosamente diffusa".
 

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