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Cronaca Centro Storico / Corso Giuseppe Mazzini

Spaccio al minuto di cocaina: noto pusher della piazza forlivese in manette

La successiva perquisizione dell'abitazione ha rafforzato ulteriormente l'ipotesi investigativa circa l'attività di spaccio dell'extracomunitario: è stata rinvenuta e sequestrata la bilancia di precisione

Per gli uomini della Squadra Mobile di Forlì è un volto noto: nel settembre del 2013 era stato arrestato dopo esser stato trovato con 20 grammi di cocaina e 4 grammi di marijuana. Nei primi giorni di agosto era finito nella rete dei Carabinieri per spaccio di stupefacenti, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. Ma nonostante il provvedimento cautelare dell'obbligo di dimora nella città mercuriale firmato dall'autorità giudiziaria, aveva ripreso l'attività di spaccio al minuto. Tra i clienti in particolar modo giovani assuntori di cocaina. Un tunisino di 29 anni, non in regola col permesso di soggiorno, è stato arrestato giovedì pomeriggio dal personale della Sezione Antidroga della Squadra Mobile per detenzione a fini di spaccio di sostanza stupefacente tipo cocaina.

Gli investigatori da diversi giorni stavano osservando i movimenti dello straniero. Il blitz è scattato quando il soggetto, appena uscito di casa, è entrato in un negozio di alimentari in Corso Mazzini. Avvicinato dai poliziotti, ha mostrato sin da subito un certo nervosismo, come se volesse nascondere qualcosa, cercando di disfarsi di un fazzoletto di carta che ha estratto dalla tasca, gettandolo oltre il bancone degli alimenti dove si trovava l’esercente. Il gesto non è sfuggito agli occhi degli investigatori, che hanno recuperato l’involucro, all'interno del quale vi erano 11 dosi termosaldate di cocaina da un grammo ciascuna pronte per essere spacciate.

La successiva perquisizione dell’abitazione ha rafforzato ulteriormente l’ipotesi investigativa circa l'attività di spaccio dell'extracomunitario: è stata rinvenuta e sequestrata la bilancia di precisione, ma anche ritagli di nylon utilizzati per il confezionamento delle dosi, nonché diversi telefoni cellulari e 420 euro in contanti, ritenuti il provento dell’illecita attività. Venerdì mattina è comparso davanti al giudice per il processo per direttissima (pm Federica Messina).

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