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Cronaca

Stop al progetto della Casa del Fascio. La protesta: "Gravi irregolarità amministrative e documenti inesistenti"

Pasticcio sul progetto di recupero dell'ex Casa del Fascio di Predappio, uno degli edifici con maggior potenza simbolica del Ventennio fascista

Pasticcio sul progetto di recupero dell'ex Casa del Fascio di Predappio, uno degli edifici con maggior potenza simbolica del Ventennio fascista. A bloccare di fatto il progetto, parzialmente finanziato, ormai in piedi da anni di Centro di documentazione sulla storia dei totalitarismi con area museale, è la nuova amministrazione di Predappio, guidata da Roberto Canali. Il sindaco, in consiglio comunale, ha spiegato di non essere contro il progetto, ma di agire sulla scorta di un'indicazione della Soprintendenza di Ravenna che ritiene il progetto preliminare troppo invasivo e  rimarca una maggiore attenzione alla conservazione dei luoghi per come sono stati realizzati originariamente. Per questo ha anche chiesto a Serinar di sospendere il Centro iniziative “Progetto Predappio”, presieduto dal suo predecessore Giorgio Frassineti, in quanto viene meno al momento lo scopo della sua attività.

Una versione dei fatti che tuttavia non trova concorde il Consiglio direttivo di 'Progetto Predappio' e che parla senza mezzi termini, di un tentativo di Canali di smantellare il progetto che procedeva ormai da anni. Il centro di iniziative culturali rileva anzitutto il pasticcio amministrativo: l'organismo che il sindaco chiede di estinguere, con una normale lettera, è stato istituito in convenzione dallo stesso Comune di Predappio e Ser.In.Ar. il 18 marzo 2019 per sviluppare la progettazione e la realizzazione dell’esposizione permanente prevista nell’ambito del progetto di restauro e rifunzionalizzazione dell’Ex casa del fascio, per effetto di una delibera del consiglio comunale di Predappio. “Dunque risulta del tutto improprio che il Sindaco abbia agito al di fuori dell’iter e delle competenze previste dalla legge trasformando quella che poteva essere una semplice proposta, come tale priva di immediata efficacia, in una vera e propria disposizione, che risulta pertanto del tutto illegittima, in quanto non preceduta dalla necessaria decisione del Consiglio Comunale”, rimarca il consiglio direttivo di 'Progetto Predappio'. Eppure allo studio di progettazione il Comune di Predappio l'ha già comunicato come una decisione presa. “Invece di proporre, come si sarebbe dovuto, un atto deliberativo, il Sindaco, nella seduta consiliare del 20 novembre, ha effettuato una breve comunicazione, peraltro non inserita neppure nell’ordine del giorno, senza dare la parola a nessuno, ribadendo argomenti privi di fondamento e trattando un tema di così ampia portata come fosse un’inezia”, è la protesta.

Tuttavia la contestazione è anche nel merito in quanto, sempre secondo il centro di iniziative guidato da Frassineti, “il Sindaco Canali sostiene che 'L’intero progetto…, nei suoi contenuti, è stato completamente cassato dalla Soprintendenza di Ravenna'. Inoltre sostiene che il Comune condivide le linee di indirizzo espresse dalla Soprintendenza, e completamente opposte, rispetto a quelle finora rappresentate dal progetto Museale dell’Istituto Parri”. Tuttavia, sempre per Progetto Predappio “riguardo a ciò non vi è traccia alcuna di decisione formale da parte della Soprintendenza e dunque il Sindaco svolge le sue deduzioni sul contenuto dell’incontro svoltosi fra progettisti, RUP e funzionari della Soprintendenza il 29 ottobre scorso, esclusivamente sulla base del resoconto redatto dallo Studio Valle Progettazioni, il quale peraltro ben testimonia il carattere informale e il taglio interlocutorio della riunione e rappresenta una sintesi non sempre chiara. Tale resoconto, a cui il Sindaco fa riferimento per le sue decisioni, più che contenere specifiche e definitive disposizioni, rappresenta un insieme di valutazioni di dettaglio o indicazioni generali interessanti, ma che in nessun modo possono essere confuse con gli atti formali che supportano le fasi progettuali ed esecutive”.

Sempre la nota: “In particolare sul Progetto Museale e sulle destinazioni d’uso il suddetto resoconto non riporta alcuna opposizione da parte dei funzionari della Soprintendenza, se non alcune raccomandazioni di carattere generale, tanto che gli stessi funzionari si sono detti disponibili 'ad un ulteriore incontro con i progettisti dell’allestimento museografico per una più dettagliata spiegazione dei flussi espositivi e delle aree allestite a Museo', ritenendo evidentemente indispensabile che il Progetto Museale sia presentato dai suoi autori effettivi, non invitati all’incontro del 29 ottobre. Anche per quanto concerne “le linee di indirizzo” della Soprintendenza, che il Sindaco dichiara di condividere, si richiede in quale documento esse sarebbero contenute e se il Comune è in grado di esibirle. Sempre rispetto al tema dei pareri e delle autorizzazioni va poi ricordato che l’unico atto formale della Soprintendenza risale alla nota del 30.11.2015 n. 10408, con la quale essa ha preso atto del Programma di Valorizzazione e delle destinazioni d’uso proposte, ed ha espresso un parere favorevole sul progetto preliminare, naturalmente rinviando alla progettazione definitiva ed esecutiva”.

“Un aspetto molto importante è quello costituito dall’affermazione del Sindaco che recita: “Gli allestimenti museali dovranno essere completamente riprogettati, alla luce della diversa e sostanziale impostazione che l’immobile dovrà avere”. Si tratta di un’affermazione molto grave che contraddice totalmente i contenuti del Programma di Valorizzazione dell’intervento per l’Ex Casa del fascio che è stato approvato dal Consiglio comunale all’unanimità il 29/9/2015 e che ha costituito la base per l’ottenimento dei finanziamenti da parte della Regione Emilia-Romagna e del Ministero per i Beni e le Attività Culturali ed il Turismo, nonché per il trasferimento della proprietà dal Demanio dello Stato al Comune, trasferimento avvenuto ai sensi di uno specifico accordo di valorizzazione, sottoscritto dal Comune di Predappio, dal Segretariato Regionale per l’Emilia-Romagna del Ministero per i Beni e le Attività Culturali ed il Turismo  e dall’Agenzia del Demanio, Direzione Regionale dell’Emilia-Romagna. Evidentemente imporre una revisione sostanziale delle destinazioni d’uso comporta l’accettazione di possibili conseguenze sul piano amministrativo e finanziario”.

Ed infine: “Dopo l’assunzione della grave responsabilità concernente le iniziative sopra descritte, il Sindaco Roberto Canali ha chiesto a SER.IN.AR. di azzerare tutti i contratti di collaborazione in essere attivati su proposta di Progetto Predappio, cosa che è avvenuta il 20 novembre. In conclusione di quanto finora denunciato, il Consiglio Direttivo di Progetto Predappio, la cui esistenza non è stata a tutt’oggi formalmente messa in discussione, ribadisce la validità della convenzione in essere, la correttezza e la qualità dell’attività svolta e la gravità delle iniziative intraprese, che rischiano di produrre un arretramento della progettualità messa in campo in questi anni a Predappio e dei suoi importanti risultati”.

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