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Cronaca

La storia di Zanniboni nel ricordo del Partito Democratico

Nato a Forlì nel 1935, entrò in fabbrica all'età di sedici anni lavorando per undici come operaio alla "Eridania" di Forlì. Poi comincio il suo impegno a tempo pieno nella politica

La città di Forlì e tutta la Romagna perdono uno dei suoi maggiori protagonisti. Giorgio Zanniboni è stato tra i promotori delle principali realizzazioni che si sono concretizzate in questi anni, il fautore di una visione della politica e dell’impegno pubblico tutta proiettata verso il futuro, il ‘padre’, assieme ad Angelo Satanassi, della Diga di Ridracoli”. Il ricordo arriva dal Partito Democratico forlivese, che ripercorre la carriera di “Un uomo dalla forza straordinaria e straripante, un lottatore nato, una persona che ha dato più di quanto ha avuto dall’impegno pubblico. Un esempio per tutte le generazioni”.

 

Nato a Forlì nel 1935, entrò in fabbrica all’età di sedici anni lavorando per undici come operaio alla “Eridania” di Forlì. Poi comincio il suo impegno a tempo pieno nella politica tra le fila del Partito Comunista italiano. Venne eletto consigliere comunale a Forlì per la prima volta nel 1960; divenne poi assessore provinciale al Bilancio e alla programmazione nel 1964-65 prima della gestione commissariale della Provincia. Tra i tanti incarichi e ruoli ricoperti, è stato segretario della Federazione forlivese del PCI dal 1970 al 1976, per poi divenire membro della segreteria regionale del partito dal 1976 al 1979, quando divenne sindaco di Forlì e presidente del Consorzio Acque. E’ stato sindaco della città per undici anni e presidente di Romagna Acque fino al Duemila. Gli viene unanimemente riconosciuto un ruolo determinante nella realizzazione dell’Acquedotto di Romagna, la più colossale delle opere pubbliche realizzate nella storia della Romagna nel Novecento. Fondò l’Associazione Forlì-Romagna che poi sciolse una volta fondato il Partito Democratico, per la cui fondazione e crescita si è impegnato e battuto fino agli ultimi giorni della sua vita. Alla sua vita ha dedicato un libro, “La mia vita”, pubblicato nel luglio del 2011 ed edito da “Il Ponte vecchio”, realizzato in collaborazione con Pierantonio Zavatti.

 

Giorgio Zanniboni è stato un emblema di ciò che significa “Riformismo”, una parola spesso utilizzata da molti ma praticata da pochi. Ha interpretato l’impegno politico con un rigore morale, una rettitudine e una passione con pochi eguali. La sua esuberanza e la sua forza, non sono mai venuti meno, anche nei momenti più difficili che la vita gli ha riservato anche dal punto di vista personale. La sua passione civile, il contributo immenso dato alla crescita dei nostri territori, anche la sua forte determinazione che non gli ha risparmiato momenti di duro scontro politico e non solo, ci mancheranno; e sono per noi un esempio con il quale affrontare le sfide impegnative che il futuro ci pone di fronte. Si è fatto promotore di un fase di rinnovamento della politica basato non solo sull’età anagrafica, ma anche su valori altrettanto importanti come le competenza, la trasparenza, l’onestà, la passione civile. Se ne va un Gigante e in quanto tale sarà ricordato", conclude la nota del Pd.

 

 

 

 

 

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