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Salute

Giornata mondiale contro l'Aids: test per l’Hiv gratuito, ecco dove e quando. In regione infezioni dimezzate

L'Ausl Romagna promuove l’apertura straordinaria degli ambulatori di Malattie Infettive, Dermatologia-Malattie Sessualmente Trasmesse e Ser.Dp

Semplice, anonimo e gratuito. L'1 e il 2 dicembre c'è la possibilità di effettuare il test dell'Hiv. Anche quest’anno, in occasione della giornata mondiale contro l’Aids, l’Ausl Romagna promuove l’apertura straordinaria degli ambulatori di Malattie Infettive, Dermatologia-Malattie Sessualmente Trasmesse e Ser.Dp, invitando le persone ad effettuare il test per l’Hiv con test rapidi o con prelievo venoso. E grazie alla preziosa collaborazione del volontariato sarà possibile eseguire il test anche in altre sedi e piazze.

"Fare il test per l’Hiv è importante e non deve spaventare, perché è l’unico modo per accertarsi di non avere contratto il virus Hiv in una occasione a rischio. In caso di positività è possibile accedere a terapie efficaci e interrompere la trasmissione del virus - spiega l'Ausl Romagna -. Altre malattie che si trasmettono per via sessuale possono essere facilmente diagnosticate tramite test specifici che il medico potrà prescrivere; è importante curarle perché rendono più facile l’infezione da HIV. Ricordiamo che l’arma più importante è sempre la prevenzione".

Venerdì 1 dicembre, all'ospedale "Morgagni-Pierantoni", presso l'ambulatorio di Malattie Infettive (piano PS -1 - Piastra 1) dalle 9 alle 14 è possibile procedere con un test con prelievo venoso, mentre nella stessa giornata, dalle 8 alle 11, è possibile effettuare il test con prelievo venoso o il test rapido salivare al Ser.DP (Via Orto del Fuoco, 10). Sabato 2, in Piazza Saffi, dalle 14 alle 18 test rapido salivare in collaborazione con la Croce Rossa Italiana di Forlì.

Il dato regionale

In Emilia-Romagna, negli ultimi 17 anni, si è registrato un calo costante del numero di persone che la contraggono: nel 2022 i casi registrati sono stati 162, contro i 368 del 2006, circa il 56% in meno. Un dimezzamento che interessa sia gli uomini che le donne e che rappresenta, complessivamente, un risultato importante.  Resta però alta - nel 2022 il 56% dei casi - la percentuale di coloro che giungono a una diagnosi Hiv tardiva, cioè persone diagnosticate sieropositive che presentavano già la sindrome da immunodeficienza acquisita (Aids) o con un numero di linfociti CD4 - i globuli bianchi responsabili della risposta immunitaria dell’organismo - basso, inferiore a 350 cellule/mm (una persona sana ha un numero medio di CD4 che oscilla tra i 500 e i 1.200).

Per questo motivo anche quest’anno, in occasione della Giornata mondiale contro l’Aids, il 1^ dicembre, la Regione Emilia-Romagna, assieme al Servizio sanitario regionale e a HelpAids e in collaborazione con Arcigay, Gruppo Trans APS e Plus Odv, promuove la campagna di sensibilizzazione e comunicazione “Il lato positivo” (https://www.helpaids.it/il-lato-positivo). Con un messaggio importante: “Amo la mia vita anche con l’Hiv. Grazie al test sono in terapia e non trasmetto l’infezione”. Per bandire stereotipi o pregiudizi, per informare sull’importanza di sottoporsi al test - anonimo, semplice e gratuito - e per giungere, nell’eventualità, a una diagnosi precoce e a una presa in carico tempestiva che, attraverso la terapia antiretrovirale, non solo può salvare la vita, ma può tutelare la qualità stessa della vita che è possibile condurre.

L’iniziativa dà continuità al messaggio U equal U (U=U), che letteralmente significa "Undetectable=Untrasmittable", ovvero "Non rilevabile = Non trasmissibile": le persone in terapia antiretrovirale che hanno raggiunto una soppressione virologica stabile non trasmettono il virus dell'Hiv. È lo slogan internazionale, basato su evidenze scientifiche, adottato per la difesa dei diritti delle persone con Hiv in terapia antiretrovirale.

“La costante diminuzione che si continua a registrare nel numero di persone che contraggono l’infezione da Hiv ogni anno è estremamente importante, ma non può bastare a farci ritenere soddisfatti, non finché una diffusione del virus esiste, e ancora troppe persone scoprono di averlo contratto in maniera tardiva - sottolinea l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini -. Per questo anche quest’anno, come ogni anno, come Regione siamo in prima linea, assieme alla nostra Sanità pubblica regionale e alle associazioni di volontariato, per sensibilizzare i cittadini: perché l’informazione può fare la differenza. Sapere consente di prevenire il rischio di contrarre il virus, rende consapevoli sulla necessità di sottoporsi regolarmente al test, che in caso di necessità ci permette di giungere a una diagnosi precoce, a cure tempestive, tutelando noi stessi e gli altri. Sapere, è importante ricordarlo, può salvare la vita”.

L’Hiv in Emilia-Romagna

In Emilia-Romagna nel 2022, secondo i dati forniti dal Settore prevenzione collettiva e sanità pubblica della Regione, sono state registrate 162 nuove diagnosi di infezioni da Hiv in persone residenti, con un’incidenza pari a 3,6 casi ogni 100mila abitanti. L’incidenza si mantiene più alta nelle persone di sesso maschile (5,7 rispetto al 1,7 del sesso femminile). Nel periodo 2006-2022 l’incidenza media è risultata pari a 6,9 casi per 100mila abitanti, con un trend complessivamente in calo in entrambi i sessi, anche se più marcato in quello maschile.

Nell’intero periodo considerato, le persone sieropositive diagnosticate sono prevalentemente di sesso maschile (74%), nella fascia di età 30-39 anni (30%) e di nazionalità italiana (68%). La modalità di trasmissione principale risulta essere, nell’87% dei casi, quella sessuale (51% eterosessuale e 36% omo-bisessuale); in particolare nel 2022 la trasmissione omo-bisessuale risulta quasi equivalente rispetto a quella eterosessuale (rispettivamente 42% e 41%). In quasi un quinto dei casi (19%) di sesso femminile, la sieropositività è stata scoperta in corso di gravidanza; si tratta principalmente di donne straniere (84%).

L’incidenza per classi di età mostra come la fascia più colpita sia quella tra i 20 e 49 anni: il fenomeno è appena rilevabile per i giovanissimi sotto i 20 anni e di minor impatto negli ultracinquantenni. Le persone straniere con diagnosi di infezione da Hiv rappresentano poco meno di un terzo (32%) del totale: sono sensibilmente più giovani rispetto agli italiani e prevalentemente di sesso femminile. L’incidenza degli stranieri presenta un andamento costantemente più alto rispetto a quello degli italiani, anche se la differenza si è ridotta nel tempo.

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