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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca

"Confidenze" dell'assessore al M5S, tre membri della giunta indagati per abuso d'ufficio

Tre assessori della giunta comunale di Forlì sono indagati per abuso d’ufficio in concorso nell’ambito della complessa inchiesta sull’ incarico esterno al geologo Nicola Dall’Olio

Tre assessori della giunta comunale di Forlì sono indagati per abuso d’ufficio in concorso nell’ambito della complessa inchiesta sull’ incarico esterno al geologo Nicola Dall’Olio, capogruppo del Pd a Parma, affidamento per 10.900 euro di importo, avvenuto nel 2016 dal Comune di Forlì all’interno del progetto europeo “Life” sul consumo di suolo. Per la stessa delibera sono già a processo, nella fase dell’udienza preliminare, il dirigente comunale Massimo Visani e il funzionario Stefano Bazzocchi. In una successiva indagine “parallela”, che riguarda la stessa vicenda, sono stati iscritti nel registro degli indagati anche gli assessori all’Urbanistica Francesca Gardini, alla Cultura Elisa Giovannetti e al Patrimonio Maria Grazia Creta, inchiesta culminata in un avviso di conclusione delle indagini con l’ipotesi di reato di abuso d’ufficio in concorso per i tre membri della giunta Drei, notificato il 31 gennaio scorso.

Le confidenze ad esponenti del M5S

A rendere noto il provvedimento, presente negli atti del fascicolo relativo all’indagine che riguardava i soli Visani e Bazzocchi, sono gli esponenti politici del Movimento 5 Stelle Daniele Vergini (consigliere comunale e candidato sindaco), Simone Benini (consigliere comunale) e i parlamentari Carlo Ugo De Girolamo e Marco Croatti, assieme all’avvocato-attivista Antonio Brogliato, che ha seguito la vicenda giudiziaria per conto dei consiglieri pentastellati.

Il nuovo filone d’indagine trae origine dalle confidenze dell’assessore Giovannetti ad Alessandro Ruffilli, dipendente comunale e candidato del M5S al Senato alle ultime elezioni politiche dello scorso marzo. Queste confidenze - “che sono andate avanti da febbraio a luglio 2018, non sollecitate da me e nonespresse nell’ambito di un rapporto di amicizia, dato che prima di esse non ho mai avuto rapporti con l’assessore Giovannetti” precisa l’esponente grillino – sono state registrate col cellulare all’insaputa dell’assessore in almeno due occasioni , il 3 e il 4 aprile 2018. In esse sono contenuti pesanti attacchi di Giovannetti all’assessore Gardini, proponente della delibera sull’affidamento dell’incarico a Dall’Olio. Dalla registrazione emerge una chiara contrarietà dell’assessore alla cultura rispetto alla delibera votata, definita una “porcata”. Dalla registrazione emerge inoltre che Giovannetti non sarebbe stata consapevole del contenuto della delibera e vengono espresse considerazioni personali sull'affidamento. “Perché mi portano in giunta cose di questo genere? Perché votiamo una cosa di questo genere?”, si domanda l’assessore nella registrazione.

Una seconda confidenza, di contenuto analogo, sarebbe stata fatta verbalmente dall’assessore al Patrimonio Maria Grazia Creta al consigliere Daniele Vergini, a margine di una commissione consigliare. Spiega Vergini: “Mi disse che veniva sempre messa in un angolo in giunta, che leggeva tutto e chiedeva modifiche alle delibere, ma non sempre la spuntava. Sorridendo le dissi che però la delibera su Dall’Olio non l’aveva evidentemente letta e lei mi rispose che quella era una cosa dell’assessore Gardini e che nessuno le aveva detto che Dall’Olio era del Pd”. Confidenza però smentita da Creta. Nel mese di settembre sia la registrazione di Ruffilli che la testimonianza  di Vergini sono diventate oggetto di un esposto alla Procura della Repubblica (pm Filippo Santangelo), che ha così riaperto le indagini sui politici, già archiviate l’anno precedente. In autunno ci sono stati gli atti di indagine, tra cui una serie di interrogatori, indagini appunto chiuse lo scorso gennaio.

Gardini: "Caso già archiviato in passato, mi difenderò dalla Giovannetti" 
Creta: "Non avevo neanche il testo. Ho bloccato 79 delibere"

La delibera incriminata

La "delibera al veleno" riguarda l'affidamento di un incarico esterno, per 10.900 euro, al geologo Nicola Dall'Olio (non indagato), capogruppo del Pd nel consiglio comunale di Parma, tramite lo strumento della delibera di giunta. Nel documento viene indicato Dall'Olio come soggetto da incaricare, "in spregio della divisione di ruoli tra indirizzo politico e attività amministrativa", spiega Vergini, secondo cui sarebbe stato necessario non un atto della giunta, ma una determina del dirigente. Per i 5 Stelle, infatti, l'affidamento a Dall'Olio sarebbe avvenuto senza una procedura comparativa, senza la preventiva verifica della disponibilità delle risorse interne al Comune con le stesse competenze, e violando un regolamento comunale che permetterebbe una procedura d'urgenza non comparativa solo per incarichi sotto i 10mila euro di importo.

Tale visione è sostenuta dalla Procura secondo cui, recita il capo d'accusa, i tre assessori avrebbero effettuato indebitamente valutazioni e determinazioni tecnico-amministrative di selezione e individuazione della persona fisica a cui attribuire l'incarico professionale, esterno all'amministrazione comunale di Forlì, segnatamente a Dall'Olio Nicola, in violazione della legge e del regolamento comunale".

La vicenda giudiziaria: sotto inchiesta anche due funzionari comunali

Le dichiarazioni politiche 

“L’assessore Giovannetti, se aveva dei dubbi, avrebbe potuto parlarne col segretario comunale, oppure col responsabile anti-corruzione, o ancora porre il problema politico al segretario del Pd, invece ha scelto di parlarne con un esponente manifestamente conosciuto come un militante del M5S, in quel momento tra l’altro anche candidato al Senato. E’ il segnale che anche all’interno del Partito Democratico ci sono persone a cui non va bene questo sistema e che non trovano altra strada per denunciarlo che parlarne al Movimento 5 Stelle”, commenta Daniele Vergini. Contrattacca il consigliere Simone Benini: “Quando annunciammo gli esposti un comunicato della giunta ci attaccò duramente, l’assessore Mosconi arrivò a offenderci personalmente definendoci mentecatti”. Continua Vergini: “La rilevanza penale di questa vicenda ci interessa poco, ci interessa invece la rilevanza politica. Con il Movimento 5 Stelle alla guida del Comune non ci saranno incarichi a parenti o agli amici degli amici, tutti saranno uguali di fronte all’amministrazione comunale e non come ora che alcuni hanno porte spalancate ed altri i bastoni tra le ruote”. Il deputato forlivese Carlo Ugo De Girolamo parla di “una battaglia per la legalità e nell’interesse collettivo, e non contro una parte politica”. 

Ultima stoccata va al candidato del Partito Democratico alle prossime elezioni Giorgio Calderoni, che è anche magistrato del Consiglio di Stato: “Calderoni, imposto dall’alto dall’ex sindaco Roberto Balzani e dalla segreteria regionale del Pd, è la classica foglia di fico messa al momento giusto per nascondere la loro vergogna, ma dietro la foglia di fico c’è sempre lo stesso sistema”. E rincara Benini: “Con il candidato di centro-destra Gian Luca Zattini si cambia l’ordine dei fattori, ma il risultato non cambia, restando le medesime logiche”.

Le registrazioni di nascosto

Sulle registrazioni avvenute di nascosto, in un momento in cui Ruffilli collaborava su un progetto relativo alla cultura e quindi facente capo all'assessore Giovannetti argomenta Ruffilli: "Sono un funzionario pubblico e sono obbligato a segnalare i reati di cui vengo a conoscenza e militante di un partito che ritiene che l'amministrazione pubblica debba essere una casa di vetro. Parlandone l'assessore Giovannetti a più riprese con me, mi feci la convinzione che volesse che questi fatti emergessero, anche perché era consapevole di parlarne ad un esponente del Movimento 5 Stelle, in quel momento tra l'altro ero pure candidato e questo era un fatto noto".
 

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