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Cronaca

Incassano la caparra, ma la casa resta occupata: madre e figlia regine della "truffa dell’affitto"

Dalla verifica dei precedenti, la Polizia ha anche appurato che la 61enne non sarebbe nuova ad analoghi fatti, ricostruendo altri sei casi avvenuti in passato, quando abitava altrove

Madre e figlia, rispettivamente di 61 anni e 26 anni, entrambe residenti a Forlì in un alloggio gestito da Acer, sono state denunciate per "truffa aggravata in concorso" in relazione a due episodi verificatisi nel febbraio scorso a discapito di due stranieri che avevano risposto ad annunci per appartamento in affitto lasciando caparre per 800 euro ciascuno, senza poi in realtà trovare l’appartamento libero nel termine prestabilito.

Il sistema, per entrambi i casi, era sempre lo stesso: veniva pubblicato un annuncio come “utente privato-no agenzia” in un noto sito internet, il potenziale inquilino veniva accolto nell’appartamento che gli veniva fatto visitare e promesso nelle condizioni del sopralluogo, quindi ammobiliato, veniva stilato una sorta di contratto preliminare con il versamento della caparra, per poi al momento prestabilito, negare la restituzione della caparra quando in realtà l’inquilino scopriva la truffa.

Il primo caso ha visto protagonista suo malgrado un cittadino del Camerun, che necessitava dell’alloggio per le pratiche di regolarizzazione della moglie, in gravidanza ed in attesa di raggiungere l’Italia con permesso di ricongiungimento familiare. Dopo avere pagato e firmato il preliminare, nei giorni seguenti l’uomo si è accorto che l’annuncio era ancora presente ed ha capito la truffa, si è presentato alla soglia della presunte proprietarie pretendendo la restituzione del denaro.

Di fronte al diniego ha chiesto l’intervento della Polizia, e sul posto è giunta una pattuglia dell’Ufficio Prevenzione Generale che ha identificato le parti e verificato l’accaduto, tant’è che il malcapitato è riuscito a recuperare parte della somma versata, con la promessa della restituzione del resto a breve termine. L’altro truffato è invece un cittadino indiano che si è presentato direttamente in Questura per sporgere querela, dopo avere vissuto una storia identica alla precedente. Anche lui aveva necessità di trovare un alloggio adeguato in vista della prossima paternità.

Dalla verifica dei precedenti, la Polizia ha anche appurato che la 61enne non sarebbe nuova ad analoghi fatti, ricostruendo altri sei casi avvenuti in passato, quando abitava altrove. Ora sarà la magistratura ad occuparsi della sua posizione, stante la denuncia inoltrata dalla Polizia di Stato.

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