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Cronaca Forlimpopoli / Viale G. Matteotti 54

Inaugurata all'Istituto Artusi la quinta edizione di CuciAarte

Quello tra Alessandro Rossi e l’Istituto si potrebbe dire un incontro predestinato, dato che ha trascorso gli anni della sua formazione in una scuola alberghiera che porta lo stesso nome del nostro illustre forlimpopolese, Pellegrino Artusi, padre della cucina italiana

Grande successo di pubblico lunedì sera all’Istituto Alberghiero “P. Artusi”, per l’inaugurazione in grande stile della quinta edizione della rassegna CucinArte, kermesse gastronomico-artistica che esalta le affinità elettive tra le prelibate creazioni di chef stellati di fama internazionale e le opere di pittori e scultori locali, condite da gustose improvvisazioni teatrali in tema. Il primo appuntamento si è aperto all’insegna dell’arte istrionica di Massimiliano Bolcioni che, interpretando nei sontuosi panni elisabettiani alcuni brani dell’Enrico V di Shakespeare, ha trasformato la sala dei ricevimenti dell’Istituto in una moderna corte cinquecentesca, eclettico palcoscenico di una grande rappresentazione, i cui protagonisti sono stati la fantasia, l’ispirazione e l’estro di giovani artisti del piatto e della tela. Momento culminante della prima parte della serata è stata la presentazione del giovane chef stellato, Alessandro Rossi, classe ’91 di origine toscana da poco alla guida del Relais Villa Selvatico di Roncade (Treviso), che, dopo aver assimilato per poi affrancarsi dalla lezione dei suoi maestri, ha costruito, malgrado la giovane età, un percorso proprio improntato alla tradizione della terra, con influenze classiche e forti venature creative, concentrato sulla ricerca di forme, consistenze e materie prime eccelse.

Quello tra Alessandro Rossi e l’Istituto si potrebbe dire un incontro predestinato, dato che ha trascorso gli anni della sua formazione in una scuola alberghiera che porta lo stesso nome del nostro illustre forlimpopolese, Pellegrino Artusi, padre della cucina italiana. Lunedì sera, a stregare il palato degli oltre centoventi commensali è stato un menu che ha coniugato territorio e debordante fantasia, partendo da una base toscana insita nel dna dello chef per poi esplorare con disinvoltura e curiosità tradizioni e materie prime del ricco territorio veneto. Biglietto di presentazione dello chef una piccola entrée a base di crostatina salata di funghi cotti e crudi con salsa carbonara, seguita da tortelli di lingua, salsa verde all’italiana e limone candito, per proseguire poi con maialino, arachidi, pomodori secchi e shiso (basilico giapponese) e concludere con le note dolci di 100% cioccolato. Ad accompagnare i piatti stellati la nota aromatica e potente di un’albana secca, il carattere morbido di un Sangiovese superiore e un inaspettato passito, tutti prodotti e offerti dall’azienda vitivinicola Zavalloni di Cesena.

Alla corte artusiana imbandita a festa non solo lo chef stellato, ma a fare bella mostra di sé sono state anche le opere di due artisti locali in armonioso connubio con le ricette proposte. Da un lato le eclettiche creazioni di Alessandro Casetti, artista poliedrico, pittore, cantante e musicista, e dall’altro la dimensione visionaria tra figurazione e astrazione delle tele di Daniele Masini. In entrambe le espressioni artistiche, campeggia il richiamo alla terra, amata, abusata, maltratta e la concezione di arte intesa come scoperta, ispirazione e visione. La riuscita della serata non sarebbe stata possibile senza la valente prova degli studenti chefs dell’Istituto alberghiero che, sapientemente coordinati dal docente Luca Zannoni, hanno affiancato lo chef Rossi e la sua brigata nei diversi stadi della preparazione dei piatti. Altro prezioso ingrediente è stato l’eccellente servizio in sala degli studenti, impeccabilmente orchestrati dal docente maître Stefano Buda e dal collega Basilio Papa, co-ideatore della manifestazione, impreziosita anche grazie al look raffinato che ha vestito la tavola e grazie alla cortesia e al sorriso degli alunni incaricati dell’accoglienza degli ospiti. “È proprio questo lo spirito di CucinArte - hanno commentato gli organizzatori - regalare una serata unica, un’esperienza totale capace di riunire a tavola molteplici espressioni artistiche, intessendo insieme storie d’arte e di cucina”.

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