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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Tumori della pelle: gli effetti dell'esposizione al sole e alle lampade

Dato l'esiguo numero di studi in merito all'impatto d'interventi di educazione sanitaria e sugli effetti dell'esposizione ai raggi UV naturali e artificiali, l'Istituto Oncologico Romagnolo ha finanziato, nel 2011, un progetto di ricerca

La ricerca epidemiologica, che analizzava i dati raccolti nel 2011 durante il Progetto "Raggio di Sole", sostenuto dell'Istituto Oncologico Romagnolo, è stato presentata dalla dottoressa Serena Magi del gruppo di ricerca della Skin Cancer Unit dell'IRST - IRCCS, diretto dal prof. Ignazio Stanganelli, al XIX Convegno Nazionale dell'Intergruppo Melanoma Italiano, dove hanno ottenuto un importante riconoscimento.

Dato l'esiguo numero di studi in merito all'impatto d'interventi di educazione sanitaria e sugli effetti dell'esposizione ai raggi UV naturali e artificiali, l'Istituto Oncologico Romagnolo ha finanziato, nel 2011, un progetto di ricerca che ha permesso un'analisi su 4.703 persone nell'area costiera dei lidi ravennati. Lo studio, che rappresenta il primo lavoro italiano su un campione così ampio di popolazione, è stato concepito per valutare, tramite specifico questionario, le abitudini sull'esposizione al sole, ai lettini solari artificiali e i comportamenti di protezione solare tra i turisti e i residenti. I risultati sono stati i seguenti.

La prevalenza globale di utilizzo del lettino solare artificiale è stata del 20%, significativamente più alta tra le donne (22%) rispetto agli uomini (16%). La prevalenza sale al 23% tra i 15-25 anni. I giovani (età <35 anni) usano più spesso i lettini rispetto alle persone più anziane (22% vs 17%). Le persone non sposate (single, separati o vedovi) utilizzano le lampade solari più spesso di quelle sposate (22% vs 16%). Tra i soggetti ad alto rischio di melanoma l'uso dei lettini è più frequente in persone con lentiggini (25% vs 18%), capelli rossi (30% vs 19%), occhi chiari (22% vs 19). Inoltre chi utilizza maggiormente le lampade artificiali si espone di più al sole durante l'estate ed utilizza meno creme di protezione solare.

La prevalenza globale di utilizzo dei lettini solari in Italia (20%) è simile a quella di alcuni paesi nordici, a dispetto della radiazione solare annua superiore. La stima del numero di melanomi correlati all'esposizione UV artificiale è più alta rispetto ai paesi europei dell'area mediterranea.

Inoltre, questo studio ha ribadito di mantenere un livello adeguato di informazioni sull'importanza della prevenzione primaria, in particolare nei giovani, e di monitorare l'applicazione delle direttive del Ministero della Salute nei centri di abbronzatura, che dovrebbero proibire l'utilizzo dei solarium ai minori e agli individui ad alto rischio di tumori cutanei.

Dal 1992, l'Istituto Oncologico Romagnolo supporta il lavoro del prof. Ignazio Stanganelli per lo sviluppo di nuove tecnologie non invasive in particolare nella diagnosi precoce del melanoma. Sino al 2008, il progetto era collocato presso il CPO di Ravenna ed attualmente è parte integrante del Centro di Oncologia Dermatologica - Skin Cancer Unit IRCCS IRST con ambulatori specializzati di Ravenna, Forlì e Meldola. L'istituto Oncologico Romagnolo ha contribuito all'acquisto di tutte le attrezzature presenti presso l'ambulatorio di Dermatologia Oncologica del CPO/IRST di Ravenna e dell'ambulatorio IRST presso il padiglione Vallisneri di Forli' per renderlo integrato nella rete oncologica di Area Vasta Romagna e peculiare nel panorama oncologico nazionale. Inoltre lo IOR supporta il gruppo di ricerca della Skin Cancer Unit, con la dott.ssa Serena Magi, la dott.ssa Laura Mazzoni e la dott.ssa Matelda Medri.

Secondo il prof. Stanganelli: "questo riconoscimento premia il gioco di squadra portato avanti da oltre 20 anni tra i professionisti romagnoli del settore, le AUSL locali, lo IOR e ora, anche dall'IRST-IRCCS". Un gioco di squadra che ha permesso all'equipe del Skin Cancer Unit di crescere e diventare un punto di eccellenza riconosciuto a livello italiano ed internazionale, che, solo nel 2013, ha pubblicato 15 lavori scientifici su riviste ISI internazionali e presenti su Pubmed.

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