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Cronaca

Un libro su don Giovanni Cani, presentazione a Cà Ossi

Un libro su don Giovanni Cani. Venerdì sera, a Ca Ossi, dopo la messa delle 18.30, in cui si farà memoria del fondatore della comunità ecclesiale di San Pio X in Ca' Ossi, nel cinquantesimo dalla morte, sarà presentato il libro biografico

Un libro su don Giovanni Cani. Venerdì sera, a Ca Ossi, dopo la messa delle 18.30, in cui si farà memoria del fondatore della comunità ecclesiale di San Pio X in Ca’ Ossi, nel cinquantesimo dalla morte, sarà presentato il libro biografico dal titolo: “Don Giovanni Cani - La Tua vita e le nostre”. Dopo l’introduzione di don Emanuele Lorusso, già parroco di San Pio X e da poche settimane arciprete di Bertinoro, e il saluto del vicario generale della Diocesi di Forlì-Bertinoro, monsignor Giampietro Fabbri, interverranno l’autrice Rosita Silvestroni, lo storico Giovanni Tassani, una parrocchiana della prima ora di don Cani, Miriam Ridolfi, e infine un suo cappellano (oggi si direbbe collaboratore pastorale), don Adriano Ranieri, penitenziere della Cattedrale.

Al termine seguirà un momento conviviale, con scambio di quattro chiacchiere fra i presenti, come amava fare don Cani con parrocchiani e giovani nel cortile dell’oratorio. Il ricavato della vendita dei libri sarà devoluto per le opere comunitarie. Don Cani entrò materialmente a San Pio X il 3 settembre 1958, giorno della consacrazione della nuova chiesa. L’incardinamento risaliva però al 1955, l’anno del decreto del Presidente della Repubblica di riconoscimento della nuova entità ecclesiastica. Già da tre anni don Giovanni era responsabile di un contesto pastorale molto ampio, tutt’ora la più popolosa parrocchia di Forlì, nonostante mancassero ancora chiesa, canonica e locali di servizio. Il sacerdote proveniva dalla limitrofa San Martino in Strada, di cui era parroco da alcuni anni. L’allora vescovo monsignor Paolo Babini l’aveva incaricato di amministrare pastoralmente il nuovo insediamento residenziale, sorto nel ventennio fascista come villaggio Arnaldo Mussolini e dopo la guerra ribattezzato Villaggio Matteotti.

Fino alla costruzione della nuova chiesa, don Cani continuò ad esercitare il suo ministero nell’Oratorio di San Giuseppe, posto nel parco della Villa Gesuita, di proprietà di Raoul Masini Risi, nipote del celebre tenore Angelo, che l’aveva acquistata e ristrutturata come residenza estiva. Don Cani è assistito da un pretino giovane, don Natale Mazzarri, vicario di San Martino in Strada, colui che ne avrebbe preso il posto a Ca Ossi l’indomani della morte. Don Cani lavorò alacremente per 8 anni alla costruzione della nuova comunità, fino a quel tragico 29 luglio 1966, in cui perse la vita in un banale incidente stradale: fu investito da un auto mentre sul suo motorino andava a confessare alcune suore che si trovavano al mare coi bambini. Per mantenerne viva la memoria e la grande attenzione al sociale, sempre a Villa Gesuita, nel marzo 1989, venne fondata l’Associazione di volontariato don Giovanni Cani, come espressione della vocazione alla solidarietà di un’intera comunità. Dal 16 novembre 2013, per iniziativa del parroco don Emanuele Lorusso, le spoglie del fondatore, provenienti dal cimitero di San Martino in Strada, sono state traslate sotto l’altare di San Francesco della sua chiesa di via Ribolle.

Piero Ghetti
 

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