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Cronaca

Uno Bianca, semilibertà per Marino Occhipinti

Il Tribunale di sorveglianza di Venezia ha disposto la semilibertà per Marino Occhipinti, uno dei componenti della 'banda della Uno bianca' condannato all'ergastolo per l'omicidio della guardia giurata Carlo Beccari

Il Tribunale di sorveglianza di Venezia ha disposto la semilibertà per Marino Occhipinti, uno dei componenti della 'banda della Uno bianca' condannato all'ergastolo per l'omicidio della guardia giurata Carlo Beccari, avvenuto il 19 febbraio 1988 nel corso dell'assalto a un furgone portavalori davanti alla Coop di Casalecchio (Bologna). In prigione dal 29 novembre 1994, Occhipinti aveva chiesto più volte permessi premio, sempre rifiutati per sedici anni.

L'avvocato di Occhipinti aveva presentato nei giorni scorsi l'istanza di semilibertà per consentire al suo assistito di trascorrere fuori dal carcere parte del giorno e partecipare ad attività lavorative o sociali. Si tratta di una possibilità prevista dalla legge quando i condannati all'ergastolo hanno scontato 20 anni di reclusione. Occhipinti,  vicesovrintendente della sezione narcotici della Squadra mobile, venne arrestato il 29 novembre 1994.

"Se l'hanno fatto, vuole dire che potevano farlo e che ne aveva diritto – ha commentato  con l'Adnkronos Rosanna Zecchi, a presidente dell'associazione dei parenti delle vittime della Uno Bianca -. Me lo immaginavo perché pare si sia comportato bene in carcere, ma non lo trovo giusto. Siamo molto amareggiati perché un conto è far uscire uno che ha rubato per mangiare, un conto è far uscire un assassino, come è Occhipinti. Tuttavia non possiamo fare altro che prendere atto".

“E’ una notizia che lascia senza parole”, commenta Matteo Richetti, presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna. “E’ del tutto comprensibile la rabbia dei famigliari delle vittime della banda della Uno bianca- afferma Richetti-, banda le cui azioni criminali rappresentano tuttora una ferita aperta per il Paese e, soprattutto, l’intera comunità regionale. Massimo rispetto per lo stato di diritto e l’applicazione delle leggi, ma mi chiedo come siano compatibili i benefici della pena applicati a un omicida condannato all’ergastolo e membro di una banda che in Emilia-Romagna, dal 1987 al 1994, in oltre cento azioni criminali ha causato 24 morti e 102 feriti”.

 

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