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Vaccini, l’intervista ai medici: "In alcune situazioni l’obbligo è efficace"

Dalla Pediatria di Comunità di Forlì hanno risposto alle domande di Forlitoday la dottoressa Anna Maria Baldoni, responsabile,e la dottoressa Sandra Spazzoli

Un tema caldissimo, quello del decreto legge sull’obbligo vaccinale, ora all’esame in Senato, che anche a Forlì sta facendo discutere moltissimo. Chi è contrario ha già manifestato diverse volte in città, con sit in, cortei e scioperi della fame. Abbiamo chiesto a chi ogni giorno somministra i vaccini di fare chiarezza sul tema. Dalla Pediatria di Comunità di Forlì hanno risposto alle domande di Forlitoday la dottoressa Anna Maria Baldoni, responsabile,e la dottoressa Sandra Spazzoli.

Cosa pensate del decreto sull'obbligo vaccinale? 
Le vaccinazioni rappresentano un’eccezionale scoperta che ha cambiato la storia della medicina. Chi è genitore ai giorni nostri difficilmente si confronta con gli effetti di malattie come la polio, il tetano, il morbillo e le tante altre che sono state debellate o sensibilmente ridotte dalle vaccinazioni. Questa mancanza di esperienza diretta può indurre alla falsa convinzione che i propri figli non corrano il rischio di ammalarsi. Su tale convinzione hanno facile presa i messaggi allarmanti sull’utilizzo dei vaccini che, amplificati dal web,  diffondono informazioni prive di fondamenti scientifici. Ogni intervento che riguarda la salute dovrebbe prevedere una adesione libera e consapevole, esistono situazioni in cui però è risultato efficace l’introduzione dell’obbligo, vedi l’uso del casco in moto o il divieto di fumare in alcuni ambienti.

A Forlì ci  sarà una fiaccolata anche mercoledì contro il decreto e ci sono già state diverse manifestazioni, una delle quali anche davanti alla sede Ausl di via Colombo. Avete incontrato i genitori? 
Non ci risulta che i manifestanti abbiano richiesto un incontro con il nostro servizio, siamo e siamo sempre stati disponibili ad accogliere i genitori che vogliano approfondire le loro conoscenze sulle vaccinazioni proposte ai loro figli e ad ascoltare i loro dubbi e perplessità.

Quali sono le preoccupazioni più frequenti che vi espongono i genitori? 
I dubbi dei genitori sono vari: quelli che ricorrono con maggiore frequenza riguardano la necessità di continuare a vaccinare anche nelle attuali condizioni socio sanitarie del nostro paese, la sicurezza dei vaccini, l’età d’inizio

Credete che i pediatri di famiglia informino correttamente le famiglie, cercando di comprendere le loro ragioni? 
I pediatri di libera scelta sono i primi referenti delle famiglie per quanto riguarda la salute dei bambini e supponiamo che, come sono impegnati nel curare i piccoli pazienti, lo siano altrettanto nell’ascoltare i bisogni e i dubbi dei genitori su vari temi ed anche sulle vaccinazioni. Su questo argomento, molto caldo, tutti i professionisti della sanità dovrebbero esprimere il massimo impegno.

Viene molto criticato il nuovo calendario vaccinale per i nati nel 2017. Chi si oppone al decreto non sono necessariamente ‘no vax’, ma anche genitori che vorrebbero vaccinare i figli più grandi, separare i vaccini e fare esami prevaccinali. Cosa rispondete? 
Il calendario vaccinale 2017 non stravolge le precedenti raccomandazioni in tema di vaccinazioni e non si discosta dalle raccomandazioni degli altri paesi; non ha alcuna utilità per la salute dei bambini rinviare le vaccinazioni rispetto all’età consigliata, mentre questa scelta li espone alla possibilità di contrarre una malattia che potrebbero evitare.

Tema reazioni avverse: possono essere prevenibili? 
Molte delle reazioni che possono presentarsi dopo una vaccinazione sono ben conosciute, è da ricordare che  alcuni vaccini sono utilizzati dagli anni 20 o 30 e che le dosi somministrate sono milioni ogni giorno. Il sistema di vaccino vigilanza nazionale, europeo e mondiale è in continuo miglioramento e i dati raccolti sono rassicuranti. Al momento non esistono esami che permettano di prevedere in modo generico se una persona potrà presentare una reazione, ma l’anamnesi del pediatra di famiglia e degli operatori sanitari dei centri vaccinali possono individuare situazioni particolari per cui per il singolo bambino può essere utile procedere ad accertamenti prima di sottoporlo a vaccinazione

Secondo voi nel nostro territorio la copertura vaccinale è soddisfacente? Cosa accadrebbe se scendesse ancora? 
Le coperture nel nostro territorio sono sotto le soglie raccomandate dall’Oms e se  il valore, in generale, non è ancora motivo di allarme, non si deve sottovalutare la presenza di sacche territoriali in cui le soglie di copertura sono pericolosamente basse  e dove già adesso il rischio di ammalarsi non è trascurabile, in particolare per un numero non indifferente di persone, bambini ed adulti, che non possono vaccinarsi o che sono più esposti alle infezioni ed alle loro conseguenze e non sono tutelati dalla presenza della protezione gregge. L’esempio della diffusione del morbillo e esemplificativo: nei primi mesi del 2017 il numero di casi in Italia è stato di oltre 1330.

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