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Accordo con Rimini sulla fiera, ma Forlì sacrifica il suo pezzo più pregiato come Fieravicola

Si seguirà la medesima strada intrapresa alcuni anni fa dall'allora sindaco di centro-sinistra di Cesena Paolo Lucchi, col trasloco a Rimini del 'gioiellino fieristico' locale, in quel caso il Macfrut

La decisione ultima doveva essere presa dall'assemblea dei soci della Fiera di Forlì, il prossimo 31 ottobre, ma uno degli azionisti – il Comune di Forlì – ha rotto gli indugi e scavalcando gli altri sul complesso dossier dell'ente fieristico (partecipato anche da Fondazione Cassa dei Risparmi e Camera di Commercio, oltre che da altri soci minori) avrebbe optato per interrompere l'alleanza, di fatto mai nata, con Parma – annunciata a marzo dalla precedente amministrazione – per abbracciare quella con Rimini. Atti ufficiali ancora non ci sono, se non dichiarazioni ai media, ma incombe un debito che ala fine dell'anno raggiungerà il milione di euro.

L'ipotesi di seguire la medesima strada intrapresa alcuni anni fa dall'allora sindaco di centro-sinistra di Cesena Paolo Lucchi, col trasloco a Rimini del 'gioiellino fieristico' locale, in quel caso il Macfrut, a quanto pare sarà la strada che verrà percorsa anche per Fieravicola di Forlì, l'unica esposizione fieristica di peso internazionale che si tiene a Forlì. A far balenare tale progetto, quando ormai i giochi sembravano già fatti, fu un'intervista nel pieno dell'estate a ForlìToday di Renzo Piraccini, presidente di Cesena Fiera, che riaprì il canale con Rimini, tramite anche il supporto di Cesena. In quel momento era poco più che una “soluzione in provetta”, che però nei mesi successivi è stata studiata attentamente dalla politica e resa possibile. 

“Sono molto contento di come stanno evolvendo le cose e spero che l’Assemblea di Fiera Forlì decida di accettare la proposta di IEG (la fiera di Rimini, ndr). Si prospetta quindi di realizzare Fieravicola insieme a Macfrut. Credo che sia una opportunità che permetterà di sviluppare ambedue le manifestazioni. Soprattutto vedo grandi opportunità sulla promozione internazionale. In questo momento sono in Mali a presentare Macfrut. Senza costi aggiunti potrei presentare Fieravicola”: è il commento che viene dall'Africa di Piraccini, di fatto nei panni del “ricucitore” più che del massimo vertice della fiera cesenate.

Fieravicola, quindi, non solo andrà a Rimini, ma potrebbe contribuire a creare una forte fiera internazionale dell'agro-alimentare romagnolo, messa in abbinamento con Macfrut. Tutto a posto, quindi? Restano alcuni nodi da sciogliere, come il destino dei dipendenti di Fiera di Forlì. Il trasloco di Fieravicola comporterà dei sacrifici e avrà inoltre un costo notevole per la città: ogni fiera, specialmente quelle internazionali, porta un indotto per servizi quali hotel, ristoranti, attività turistiche, taxi etc. Benefici economici a cui Cesena rinunciò con feroci polemiche alcuni anni fa. Commenta Piraccini: "Può essere una scelta difficile e forse anche dolorosa se si guarda al passato ma credo sia una decisione intelligente  e credo ineluttabile se si guarda al futuro". In gioco, però, c'è anche il ruolo di Forlì come “capitale nazionale dell'avicoltura”. La nostra città, infatti, oltre alla principale fiera del settore (che appunto prenderà la via Emilia per fermarsi a Rimini), ospita il mercato avicunicolo all'ingrosso dove si fissa il prezzo di riferimento in Italia di uova e carni bianche. La grande sala contrattazioni nel palazzo Sme (il palazzo di vetro alla fiera) lo testimonia. Un passaggio quindi delicato per un settore strategico dell'economia locale.

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