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Economia

Fieravicola investe sull’Africa: a Forlì l'African Forum

"L'avicoltura può giocare un ruolo determinante nello sviluppo della zootecnia africana - ricorda Bagnara - e l'Italia ha le carte in regola per essere uno dei partner principali di questo percorso di crescita sostenibile"

La Fiera di Forlì ospiterà il 5 aprile, in occasione della 50esima edizione di Fieravicola, l'African Forum. La presentazione ufficiale è avvenuta lunedì mattina alla Farnesina alla presenza dei rappresentanti di numerosi Paesi africani (Algeria, Angola, Burkina Faso, Burundi, Camerun, Capo Verde, Congo, Costa d’Avorio, Eritrea, Etiopia, Gabon, Guinea Equatoriale, Kenya, Lesotho, Libia, Liberia, Madagascar, Mali, Marocco, Mauritania, Mozambico, Niger, Somalia, Sudan, Uganda, Zambia e Zimbabwe) e del presidente della Fiera di Forlì, Gianluca Bagnara, che nel suo intervento ha sottolineato "l'importanza dell'avicoltura per lo sviluppo della zootecnia africana". Durante la giornata è stata anche presentata ufficialmente la candidatura di Paolo De Castro alla presidenza dell’Ifad, il Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo.

“L’avicoltura può giocare un ruolo determinante nello sviluppo della zootecnia africana - ricorda Bagnara - e l’Italia ha le carte in regola per essere uno dei partner principali di questo percorso di crescita sostenibile, incentrato sul coinvolgimento delle piccole comunità rurali. Ecco perché l’incontro di oggi in Farnesina, promosso dalla Direzione Generale per la mondializzazione e le questioni globali e presieduto dal Ministro plenipotenziario Marco Claudio Vozzi, riveste per tutti noi una importanza particolare in vista dell’African Forum, che si terrà a Forlì il 5 aprile, durante la 50a edizione di Fieravicola, salone internazionale B2B destinato ai professionisti del settore avicunicolo”.

Solida esperienza - Gli allevatori italiani e le aziende produttrici di mezzi tecnici per l’avicoltura hanno maturato una straordinaria esperienza in questi ultimi 50 anni, permettendo ad un moderno pollo da carne o ad una gallina ovaiola prestazioni produttive un tempo nemmeno immaginabili. L’Italia ha poi sviluppato un approccio di filiera che dalla mangimistica all’allevamento, alla trasformazione consente a tutti i protagonisti della catena produttiva di ottenere la massima efficienza, nel pieno rispetto della salute animale.

Sicurezza alimentare - In Africa l’approccio sarà più ampio, affiancando al modello intensivo anche quello estensivo. Uno schema che potrà essere sviluppato a livello di villaggio, coinvolgendo tutta la comunità locale e modulando l’intervento in modo da assicurare un adeguato livello di sicurezza alimentare, nel rispetto del territorio e delle sue risorse. Un aspetto, quello della food safety, rimarcato anche dall’ambasciatore Pietro Sebastiani, direttore generale della Cooperazione allo Sviluppo, durante il suo saluto di benvenuto, come elemento essenziale su cui incentrare questi interventi in Africa. Si tratta di razionalizzare e rendere più efficiente ciò che da sempre accade in molti villaggi africani, dove polli e galline sono già una presenza abituale, in un’ottica di piena sostenibilità, per creare una filiera al 100% africana, che possa diventare un volano per combattere la malnutrizione e al tempo stesso dare una spinta all’economia locale. Oggi - conclude Bagnara - è la prima tappa verso l’African Forum, il meeting che ospiteremo prossimamente a Forlì durante Fieravicola. Un appuntamento che dovrà gettare le basi per rendere operativo il nostro progetto di avicoltura sostenibile, condividendo con le comunità africane i concetti che sono alla base dello sviluppo degli agroparchi in Europa”.

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