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Agricoltura, sos di Coldiretti: "All'appello mancano almeno 100mila lavoratori stagionali"

"La presenza di lavoratori stranieri è diventata strutturale nell’agricoltura italiana dove un prodotto agricolo su quattro viene raccolto in Italia da mani straniere"

"All`agricoltura italiana servono almeno centomila lavoratori stagionali per garantire le campagne di raccolta estive di frutta e verdura". E’ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che l’arrivo del grande caldo accelera la maturazione nei campi e rende ancora più urgente far fronte alla carenza di manodopera.

"Rispetto all`anno scorso – precisa la Coldiretti – le quote di lavoratori extracomunitari ammessi per decreto in Italia è stato alzato a 69mila e di questi, la fetta riservata all`agricoltura è di 42mila posti, a fronte dei quali sono pero’ pervenute circa 100mila domande. La presenza di lavoratori stranieri è diventata strutturale nell’agricoltura italiana dove un prodotto agricolo su quattro viene raccolto in Italia da mani straniere che rappresentano piu’ del 29% del totale delle giornate di lavoro necessarie al settore, secondo il Dossier di Idos al quale ha collaborato la Coldiretti". “Si tratta soprattutto – spiega Massimiliano Bernabini Presidente di Coldiretti Forlì-Cesena – di lavoratori dipendenti a tempo determinato che arrivano dall’estero e che ogni anno attraversano il confine per un lavoro stagionale per poi tornare nel proprio Paese, spesso stabilendo delle durature relazioni professionali oltre che di amicizia con gli imprenditori agricoli. Ma con strumenti concordati con i sindacati, occorre  consentire anche ai percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani di poter collaborare temporaneamente alle attività nei campi” – conclude Bernabini – che chiede “un piano per la formazione professionale e misure per ridurre la burocrazia e contenere il costo del lavoro con una radicale semplificazione che possa garantire flessibilità e tempestività di un lavoro legato all’andamento climatico sempre più bizzarro”.

"E’ stato rinnovato il Ccnl degli operai agricoli che interessa 1,2 milioni di lavoratori impegnati nelle campagne a garantire l’approvvigionamento alimentare delle famiglie italiane in un momento di grande incertezza a livello internazionale con accaparramenti, blocchi, speculazioni e rincari sui prodotti agroalimentari a causa della guerra in Ucraina. Lo rende noto la Coldiretti che, insieme alle altre organizzazioni datoriali, ha rinnovato con Fai-Cisl, Uila-Uil e Flai-Cgil il contratto collettivo di lavoro proprio alla vigilia delle più importanti campagne di raccolta dei prodotti agricoli". “Si tratta – spiega Alessandro Corsini Direttore di Coldiretti Forlì-Cesena – di un importante segnale di responsabilità di imprese e lavoratori del settore agricolo nazionale di fronte ad una emergenza mondiale”. Un riconoscimento è stato riservato al versante delle prestazioni di sostegno sociale ai lavoratori, erogate dal sistema nazionale della bilateralita' mantenendo comunque gli incrementi salariali nei limiti dell'inflazione reale. “Una particolare attenzione – continua Corsini - è stata rivolta alle attività di agriturismo, della vendita diretta e delle fattorie sociali e didattiche creando le condizioni affinché alla contrattazione provinciale sia data la possibilità di prevedere forme aggiuntive di flessibilità”. Rivisto – precisa la Coldiretti - anche il regime di classificazione degli operai florovivaisti con l'inserimento di nuovi e importanti profili professionali e l'integrazione di figure già esistenti che necessitavano di un aggiornamento. La dinamica salariale concordata – conclude la Coldiretti - prevede una prima tranche di aumento al 1 giugno 2022 del 3% una seconda al 1 gennaio 2023 del 1,2% ed una terza al 1 giugno 2023 del 0,5%".

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