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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Saldi invernali, moderato ottimismo. Si punta alla qualità: "Premiati i negozi tradizionali"

“La ricerca di affidabilità e la grande attenzione al prodotto da parte dei consumatori – conclude Zattini - stanno premiando i negozi tradizionali, che sono in grado di affiancare alla qualità e alla convenienza un servizio sempre accurato e personalizzato

I risultati delle prime due settimane di saldi invernali, raccolti da Confcommercio Imprese per l’Italia Ascom Forlì  attraverso un’indagine condotta dal Centro studi Iscom Group, confermano i segnali di moderato ottimismo sull’andamento delle vendite in saldo già evidenziati nei primi giorni di svendite. Il monitoraggio è stato realizzato su un campione di imprese commerciali locali, composto in prevalenza da punti vendita di beni per la persona (in particolare abbigliamento e calzature).

L’indagine ha evidenziato, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, un andamento delle vendite stabile per il 49% degli operatori, e in aumento per il 23%. Negli ultimi tre anni (dal 2013) è cresciuto del 15% il numero degli imprenditori che rileva un aumento nelle vendite del periodo, indicando una tendenza ad un progressivo miglioramento.

“I dati delle prime settimane dei saldi - commenta Alberto Zattini direttore di Confcommercio Forlì – confermano il moderato ottimismo degli operatori già registrato alla partenza. I saldi sono ancora un momento atteso dai consumatori, anche se l’atteggiamento è di grande prudenza in uno scenario di forte contenimento dei consumi e di propensione al risparmio da parte delle famiglie. Le spese in saldo sono sempre più razionali, con un’attenta valutazione dei prezzi e un’accorta programmazione degli acquisti”.

L’indagine conferma l’estrema attenzione al prezzo da parte della clientela (55%), la tendenza a comprare nei saldi lo stretto necessario (45%), la propensione a verificare il prezzo scontato (28%) e a concentrare i propri acquisti abituali esclusivamente nel periodo dei saldi (25%). Tra i prodotti più venduti vi sono soprattutto beni utili: per l’abbigliamento, capispalla (piumini, parka) e maglioni, in linea con le temperature rigide del periodo; per le calzature, scarponcini e stivali; tra gli accessori, oltre alle borse, si vendono bene anche sciarpe e berretti.

L’andamento della spesa in saldo riflette, anche se in maniera più contenuta, la leggera ripresa delle vendite: 49% degli operatori dichiara infatti stabilità e il 15% segnala aumenti di spesa da parte della clientela. Dall’esame dei dati del triennio si evince una progressiva stabilizzazione dell’andamento della spesa del periodo, con valori in tendenziale lieve miglioramento. I valori della spesa pro-capite si attestano in media sui 89 euro. Si registrano incrementi nelle fasce di spesa al di sotto di 25 e 50 euro, rispettivamente, a dimostrazione della crescente attenzione al prezzo da parte delle famiglie. Non mancano però incrementi anche nelle fasce di prezzo medio-alte, oltre i 200 euro, dovuti all’acquisto dei capispalla.

“La ricerca di affidabilità e la grande attenzione al prodotto da parte dei consumatori – conclude Zattini - stanno premiando i negozi tradizionali, che sono in grado di affiancare alla qualità e alla convenienza un servizio sempre accurato e personalizzato. La ricerca da parte di molti operatori, con il sostegno della nostra Associazione, di nuovi strumenti di comunicazione e di marketing, dimostra la volontà di innovarsi, per accrescere ulteriormente il  proprio appeal nei confronti di una clientela esigente”.

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