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Bonfiglioli, "voci di spostamento della produzione in India": i timori dei lavoratori per il rischio di delocalizzazioni

Al termine di assemblee molto partecipate i lavoratori hanno votato a larga maggioranza con soli 6 astenuti e nessun contrario, un ordine del giorno nel quale è stata espressa "preoccupazione rispetto al futuro e alle prospettive dello stabilimento"

Martedì si sono svolte le assemblee sindacali dello stabilimento Bonfiglioli di Forlì, dove si è discusso circa le voci sempre più insistenti inerenti lo spostamento di produzioni lavorate nello stabilimento in India. Al termine di assemblee molto partecipate i lavoratori hanno votato a larga maggioranza con soli 6 astenuti e nessun contrario, un ordine del giorno nel quale è stata espressa "preoccupazione rispetto al futuro e alle prospettive dello stabilimento. Negli ultimi mesi sono sempre più insistenti le informazioni circa lo spostamento di pezzi di produzione in India, a partire dai riduttori Jcb per l’area movimento terra".

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"Nel corso delle assemblee è emersa anche la possibile realizzazione in India di riduttori per i mercati inglesi e tedeschi, in barba al principio del local to local da sempre caro alla Bonfiglioli, così come lo spostamento di prodotti per importanti e storici clienti, e un percorso di investimenti da allocare nello stabilimento indiano di Bonfiglioli, volto alle stesse produzioni che oggi insistono a Forlì - proseguone il documento -. Il timore è quello di un progressivo scivolamento di segmenti sempre più importanti di produzione da Forlì al Far East. Nelle ultime settimane abbiamo anche appreso il trasferimento nel plant di Bologna del responsabile di produzione, altro segnale che accresce la preoccupazione sulla strategicità dello stabilimento".

"I lavoratori - continuano Zoli, Torelli e Francia - chiedono garanzie sui progetti di rilancio e sviluppo e danno mandato alle organizzazioni sindacali e all’Rsu di organizzare iniziative di mobilitazione, laddove si rendessero necessarie. Affermare, come nel corso dell’ultimo incontro di gruppo, che il prezzo del riduttore lo fa il mercato e che il costo in India sia inferiore, necessità di un’immediata risposta. Chiediamo garanzie su un percorso di investimenti sui macchinari e sui prodotti, volto a ridare slancio allo stabilimento, continuità alle sue produzioni e crescita occupazionale".

"Chiediamo che venga definito al più presto un incontro volto a dissipare le incertezze che percepiamo in questo questo momento, escluda qualsiasi percorso di delocalizzazione e garantisca il futuro ai dipendenti di Forlì - conclude l'ordine del giorno -. Chiediamo il coinvolgimento delle Istituzioni locali e regionali perché Forlì e l’Emilia Romagna non possono permettersi di perdersi delle produzioni, a maggior ragione in un’azienda che ha fatto della presenza del territorio un vanto su cui costruire le proprie fortune".
 

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