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Economia

Autotrasporto in ginocchio, Confartigianato contro il governo Monti

Alberto Camporesi, responsabile del settore trasporti per Confartigianato Forlì, lancia il grido d'allarme per il settore dell'auto-trasporto che sta chiudendo "l'anno peggiore". E critica le "liberalizzazioni selvagge"

“Con dicembre volge al temine l’anno peggiore per l’autotrasporto. Non solo l’economia non tira, i costi aumentano, le tariffe non crescono, ma il Governo si ricorda dell’autotrasporto solo per applicare aumenti delle accise, per liberalizzare parte del settore, o per fare tagli indiscriminati. La situazione sta peggiorando a vista e alcuni provvedimenti dimostrano quante contraddizioni vi siano nelle decisioni assunte, anche nei confronti del nostro settore.” È l’amaro commento di Alberto Camporesi, responsabile del settore trasporti per Confartigianato Forlì.

 

“Alcuni principi non devono essere messi in discussione, anche perché sono riaffermati in precisi orientamenti comunitari. Tra questi le ragioni della concorrenza, che non può mai prevalere ma deve sempre essere rispettosa dei diritti dell’uomo. La sicurezza della circolazione è in modo inequivocabile uno di questi.”

 

Chiarisce Camporesi “questo non significa che la questione delle pensioni, le scelte sulla tracciabilità, sull’Iva, sul credito, non riguardino anche i trasportatori. È noto che per aumentare la competitività, attraverso protocolli di intesa con i precedenti Governi, sono state concordate misure che producono riduzioni del costo del lavoro e degli oneri che, diversamente, penalizzerebbero i vettori italiani rispetto a quelli esteri, tra queste evidenziamo la riduzione dell’Inail".

"Eppure, da un controllo sulle voci di bilancio per gli anni futuri - aggiunge Camporesi -, non compaiono più 42 milioni strutturali per la riduzione di tale voce aumentando il costo del lavoro. Altra nota dolente è il prezzo del gasolio: il forte e continuo incremento delle accise nonché il fatto di consentirne il recupero solo annualmente e non, come concordato con l’ex sottosegretario Giachino ogni mese, costringe gli autotrasportatori a fungere da banca dello Stato. Senza sottovalutare l’impatto dell’aumento dei giorni di divieto di circolazione dei mezzi pesanti, preteso per ragioni di sicurezza, giustamente anteposte alle questioni dell’economia. Principio sacrosanto che, tuttavia, non viene sempre applicato, come nel caso dei costi minimi, in cui la sicurezza è posposto alla concorrenza del mercato.”

 

Lo sfogo continua “le norme per l’accesso alla professione previste dal Regolamento comunitario sono entrate in vigore. Come da intesa con il precedente Governo, nel testo inviato alla Presidenza del Consiglio, era stato inserito un articolo che aveva lo scopo di garantire che sulle strade circolassero conducenti dotati di professionalità alla guida di autoveicoli aventi portata superiore ai 15 quintali. Per dare certezza giuridica all’articolo è necessaria una norma di legge alla quale il Governo si è opposto.”

Conclude Camporesi “Così anche questa intesa è stata sconfessata, con una liberalizzazione selvaggia dei piccoli vettori. Il nuovo Governo sembra dare prevalenza, come sostiene nel suo parere l’antitrust, alle ragioni del mercato su quelle della sicurezza sociale e della circolazione. Una scelta paradossale, che non dovrebbe essere consentita a un Esecutivo tecnico.”

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