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Avvisi a pioggia di Hera alle aziende sul recupero delle tasse sui rifiuti, protesta di Cna

Hera sta effettuando delle verifiche sul corretto pagamento della Tariffa Igiene Ambientale (TIA), che è rimasta in vigore sino al 2012.

In questi giorni stanno pervenendo, a numerose imprese del territorio comunale, le circolari inviate da Hera nei giorni antecedenti il passato Natale. Hera sta effettuando delle verifiche sul corretto pagamento della Tariffa Igiene Ambientale (TIA), che è rimasta in vigore sino al 2012. Poi è entrata a regime la Tares e, successivamente, la Tari. Le imprese stanno, pertanto, ricevendo delle comunicazioni che sollecitano una verifica della propria posizione ed, occorrendo, una regolarizzazione. È bene precisare che, sotto il profilo regolamentare, i controlli e le verifiche riguardano periodi pregressi sino ad un massimo di 5 anni. Nel momento in cui verrà accertata l’assenza o l’inesattezza della denuncia per l’applicazione della TIA, gli uffici di Hera provvederanno a inoltrare specifica comunicazione ai soggetti interessati, richiedendo il pagamento degli importi dovuti, della sanzione e degli interessi di mora. 

“Fin qui tutto legittimo – sostiene Monica Sartini, presidente dell’area territoriale Cna Forlì città – i controlli si devono e si possono fare ed è giusto che gli evasori vengano scoperti. Lasciano invece perplessi le modalità di queste verifiche. La comunicazione è inviata su carta intestata di Hera, ma nella seconda facciata il riferimento pare essere dell’ufficio competente dell’Amministrazione Comunale. Chi gestisce allora questa campagna?”.

“Inoltre – il parere di Riccardo Guardigli, responsabile dell’area Cna Forlì città – per fissare un appuntamento per il sopralluogo, viene lasciato un numero di telefono (sembra sia un unico riferimento valido per tutta la regione Emilia Romagna) con il quale non si riesce a dialogare. In alternativa, occorre comunicare con un indirizzo mail. Con questa seconda modalità si ottiene una risposta, ma gli appuntamenti vengono fissati a distanza di mesi. Solo in caso di mancata collaborazione, questi controlli vengono effettuati mediante un incrocio di dati forniti dai Comuni e dall’Agenzia del Territorio (ex Catasto), con particolare riferimento alla superficie di esercizio”.

A prescindere dal disservizio evidenziato dalla impossibilità di contatto telefonico, perché inviare le richieste di controllo anche a chi ha già ricevuto in passato sopralluoghi e controlli in materia? “Non sarebbe stato più razionale – conclude Sartini – prevedere un inoltro ragionato, tralasciando tutte quelle posizioni in regola? Non si può imporre alle imprese l’ulteriore gabella che consiste nel dedicare tempo ed impegno per dimostrare, nella maggioranza dei casi, la correttezza della propria posizione. Giusto ricercare le superfici evase, ma altrettanto giusto ci pare dare la dovuta importanza al tempo che gli imprenditori devono distogliere dalla propria attività, per dedicarlo ad aspetti burocratici”.
 

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