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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Romagna Acque, votato all'unanimità il bilancio preventivo: più qualità per l'acqua dai rubinetti

Il preconsuntivo 2015 quantifica un valore della produzione di 50.685.000 euro, con un incremento di 854.000 rispetto al budget

L'assemblea dei soci di Romagna Acque - Società delle Fonti si è riunita all'Hotel Globus di Forlì per approvare il preventivo di bilancio 2015 e il budget previsionale 2016. "Il 2015 che si sta concludendo è stato un anno importantissimo, sia dal punto di vista degli investimenti che per quanto riguarda l’attività più generale della Società - è stato evidenziato dal presidente, Tonino Bernabè -. Il 2016, a sua volta, sarà altrettanto ricco di attività previste: fra queste, grande spazio avranno le celebrazioni per il cinquantesimo anniversario della costituzione del Consorzio Acque, da cui è sorta poi Romagna Acque-Società delle fonti". Il preconsuntivo 2015 quantifica un valore della produzione di 50.685.000 euro, con un incremento di 854.000 rispetto al budget. Il risultato prima delle imposte è di 7.0007.000 (pari a circa il 14% del valore della produzione). l budget 2016 individua un valore della produzione di euro 53.799.000, con un incremento di 3.113.000 rispetto al preconsuntivo 2015.

Forlì, qualità omogenea della fornitura idrica - Nel 2015, dopo la chiusura della progettazione e del percorso autorizzativo, sono stati avviati i lavori per la realizzazione del progetto di vettoriamento dell’acqua dei pozzi di Forlì. Si tratta di realizzare nei principali campi pozzi della città di Forlì (Pandolfa e Romiti) ed il serbatoio di Stadio, una serie di impianti di pompaggio per convogliare l’acqua estratta dai pozzi verso l’area di Montaspro: da dove potrà essere vettoriata verso il serbatoio di Monte Casale -che è il nodo principale della rete di adduzione dell’Acquedotto della Romagna - dove si miscelerà con quella dell’invaso di Ridracoli. L’intervento ha un costo complessivo di 500mila euro e verrà ultimato entro aprile/maggio 2016. A intervento concluso, nei periodi - come quello estivo - in cui per l’aumento dei consumi è necessario fare maggiore ricorso all’emungimento di acqua dai pozzi, la qualità “percepita” dell’acqua sarà sempre buona, in quanto tutta la città di Forlì verrà alimentata dal serbatoio di Forlì Collina con acqua dell’Acquedotto della Romagna.

Forlì, la nuova sede 
Sono stati inoltre avviati i lavori della nuova sede (adiacente all’attuale) che dovrebbero essere ultimati entro l’anno 2016, permettendo al Comune di Forlì di prendere possesso dell’edificio dove è collocata attualmente la sede di Romagna Acque e che è di proprietà del Comune stesso; si auspica che in tal modo si possa dare un significativo contributo per rivitalizzare un’area prossima al centro storico, che soffre ora di una situazione di pesante abbandono.

GLI INVESTIMENTI SULL’ENERGIA - Oltre agli interventi acquedottistici, sono stati realizzati importantissimi interventi in campo energetico con lo scopo di ridurre i consumi di energia elettrica e quindi mitigare la maggiore fonte di impatto ambientale delle attività di gestione dell’acquedotto (che comportano rilevanti consumi energetici nella gestione degli impianti di pompaggio e di potabilizzazione). Gli interventi consentono inoltre di valorizzare il patrimonio della società con ricavi aggiuntivi con elevati margini di redditività. E’ stato quindi dato ulteriore sviluppo alla produzione di energia da fonti rinnovabili, che aveva già visto nel 2013 l’entrata in servizio di 6 impianti fotovoltaici con una potenza di picco di 680 kw ed una producibilità annua di circa 770.000 kwh. All’inizio del 2015 è entrata in servizio la micro-centrale idroelettrica in grado di sfruttare il salto di pressione presente nell’acqua rilasciata dalla diga di Ridracoli nel fiume Bidente, per garantire al corso d’acqua il deflusso minimo vitale.

 

Sono inoltre appena entrate in servizio altre tre micro-centrali idroelettriche presso i serbatoi di Forlì Collina, Cesena Cappuccini e Riccione Pariolino, che sfruttano i residui di pressione presenti prima dell’ingresso nei serbatoi e che fino ad oggi venivano dissipati. I 4 impianti hanno una potenza nominale complessiva di 325 Kw ed hanno una producibilità attesa di circa 1.750.000 kwh/anno. L’energia prodotta viene interamente ceduta alla rete e corrisponde ai consumi di circa 650 famiglie e consente di evitare emissioni di CO2 pari a 1.170 tonnellate per anno. Per le quattro nuove centrali idroelettriche, realizzate con un costo di circa 1.060.000 €, la tariffa incentivante erogata dal GSE dovrebbe garantire ricavi per circa 385.000 euro all’anno per i prossimi venti anni: somme che sono in grado di sostituire buona parte dei mancati ricavi dovuti alla cessazione (dalla fine del 2013) del meccanismo di incentivazione denominato “certificati verdi” che era attivo per la centrale idroelettrica di Monte Casale, entrata in servizio già dal 2000, e che garantiva un incasso medio di 550.000 euro (oltre alla vendita dell’energia sul mercato - circa 400.000 euro all’anno). Con gli impianti esistenti e quelli entrati in servizio, la produzione complessiva di energia elettrica da fonti rinnovabili si potrà attestare a circa 9.000.000 Kwh all’anno pari a circa il 28 % dell’energia elettrica consumata mediamente per tutte le attività svolte dalla società. Nel 2016 si avvieranno inoltre i lavori di un’ulteriore micro-centrale presso il serbatoio di Montalbano e si svilupperà il progetto di un grosso impianto fotovoltaico presso il nuovo potabilizzatore della Standiana, in grado di diminuire i consumi elettrici dell’impianto rendendo la gestione più efficiente ed economica.

RICERCA E SVILUPPO

"Il 2015 è stato un anno importante anche per quanto riguarda la costante e crescente collaborazione con il mondo universitario - evidenzia Bernabè -. Negli ultimi decenni, il settore della gestione delle risorse idriche è stato caratterizzato da rilevanti innovazioni e cambiamenti di vedute. Il ripetuto verificarsi di situazioni di scarsità idrica - che sembrano prefigurarsi come primi effetti di mutamenti climatici in atto – ha generato nuove pressioni sugli usi delle risorse idriche. Le minacce ambientali, in continuo mutamento, condizionano anche la qualità dell’acqua prodotta. Per una Società come Romagna Acque, un’efficace gestione preventiva richiede una diffusa consapevolezza delle problematiche e dei processi di condivisione per la definizione delle possibili soluzioni, che presuppongono in ogni caso tempi lunghi. In tale contesto la Società ritiene fondamentale essere sempre in prima linea riguardo alle innovazioni, alle aperture, alle soluzioni teoriche e pratiche emerse dal dibattito accademico e scientifico, unica scelta in grado di coniugare sicurezza e qualità; ha scelto dunque di investire sulla ricerca, per essere sempre protagonista delle progressive evoluzioni delle competenze che via via si svilupperanno. E’ per questi motivi che si sono irrobustiti i rapporti con diverse sedi Universitarie (fra cui quella di Scienze Ambientali di Ravenna), con altri consolidati Enti di ricerca (ad esempio il Centro Ricerche Marine di Cesenatico, per quanto riguarda la ricerca sull’inquinamento idrico e sull’eutrofizzazione) o comunque con importanti soggetti istituzionali del territorio (come l’Istituto oncologico Romagnolo, per quanto riguarda il rapporto fra la qualità dell’acqua e la salute umana): realizzando assieme a ognuno di essi convegni, corsi di aggiornamento e altre iniziative, che proseguiranno anche nei prossimi anni. In particolare, dopo il successo dell’anno scorso, in cui era stato inaugurato, si è svolto nel novembre 2015 la seconda edizione del Corso di Formazione “Gestione sostenibile e resiliente delle risorse idriche”, diretto dall'ingegnere Armando Brath. Anche quest'anno, il percorso didattico si è rivolto a professionisti in possesso almeno di una laurea triennale per formarli su tematiche di grande importanza per la società odierna: la gestione delle risorse idriche, la difesa del territorio dal rischio di alluvione, il monitoraggio idrometeorologico, l’inquinamento delle acque sotterranee e superficiali. E proprio venerdì scorso, il Centro Operativo di Capaccio – gremito di partecipanti - ha ospitato la giornata di studi su “Le nuove sfide nella gestione delle acque e del dissesto idrogeologico negli scenari di cambiamento climatico. Dalla cultura dell'emergenza a quella della mitigazione del rischio residual”, organizzato sempre dal Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e dei Materiali dell'Università di Bologna, oltre che dall'Associazione Idrotecnica Italiana e dall'Ordine degli Ingegneri di Forlì-Cesena".

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