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Fiera di Forlì, primo bilancio del nuovo corso: "Puntiamo all’internazionalizzazione"

“Abbiamo avviato una revisione e un potenziamento commerciale delle fiere esistenti – spiega Bagnara -. Stiamo sviluppando collaborazioni commerciali con agenzie nazionali presenti sul territorio italiano e miriamo a riprendere eventi collegati al centro città".

Nuovo corso per la Fiera di Forlì che, a quattro mesi dall’insediamento del nuovo Consiglio di Amministrazione composto dal presidente Gian Luca Bagnara, da Luca Morigi e da Fabiana Fiorini, fa un primo bilancio e illustra strategie future. “Abbiamo avviato una revisione e un potenziamento commerciale delle fiere esistenti – spiega Bagnara -. Stiamo sviluppando collaborazioni commerciali con agenzie nazionali presenti sul territorio italiano e miriamo a riprendere eventi collegati al centro città".

"Aspetto fondamentale sono le azioni di internazionalizzazione sul territorio, con l’organizzazione di due workshop, il primo dedicato alla filiera integrata dall’agricoltura sostenibile e all’alimentazione animale di precisione in Italia, Russia, Cina; l’altro al buon vivere dalla terra, con un workshop internazionale sullo stile di vita rurale”, chiosa.  L’internazionalizzazione dei mercati e dei nuovi sistemi di comunicazione sociale restano centrali per la Fiera di Forlì e spingono ad un mutamento della funzione dei quartieri fieristici, che devono passare dall’attività di vendita di metri quadri di esposizione, ad un ruolo di organizzazione e vendita di conoscenza alle imprese e di momenti di esperienze per il visitatore.

“I punti di forza della nostra struttura sono rappresentati dal territorio, dalla posizione geografica, dalle infrastrutture logistiche e dalla viabilità, che favoriscono il sistema economico locale e l’apertura di investimenti dall’estero, insieme alla capacità di lavorare con partenariati pubblico-privati - prosegue il presidente -. Non dimentichiamo poi il valore aggiunto dei poli di innovazione e ricerca. La Società presenta una forte patrimonializzazione, infrastrutture diversificate e dimensioni contenute adatte per eventi specializzati, con un margine operativo positivo dal punto di vista finanziario. Resta strategico per il futuro puntare a nuove iniziative, recuperando una cultura d’impresa che esca da una logica di “para-pubblico”". 

Il nuovo Cda, in questo senso, ha già avviato alcune azioni strategiche.  “Per prima cosa abbiamo svolto direttamente una due diligence amministrativa ed economico-finanziaria per evidenziare tutte le criticità – sottolinea il presidente - mettendole così a bilancio. Dal lato finanziario, abbiamo ridotto i costi di consulenze e del personale”. L’obiettivo è infatti quello di consolidare e qualificare il personale per potenziare l’attività di sviluppo degli eventi e servizi.  Da un primo rendiconto economico dell'anno, emerge un miglioramento del valore aggiunto rispetto agli anni precedenti (+30% sul 2014; +1% sul 2013) e del conseguente margine operativo, già positivo, anche a fronte di una riduzione dei ricavi per la fine dei finanziamenti pubblici. 

“Gli ammortamenti sono stabili ma piuttosto sostenuti, pari a circa 250 mila euro – precisa Bagnara -. Di conseguenza, per poter raggiungere un pareggio di bilancio occorrono altri 200 mila euro di margine operativo, corrispondenti a circa 50 giornate in più di attività ed uso delle strutture fieristiche all’anno: questo traguardo non è impossibile”.  Per quanto riguarda la riorganizzazione interna, il personale è stato strutturato con uno schema a matrice, con l’individuazione di un project management per ogni evento ed una figura per ogni servizio di staff. Nella riorganizzazione nei rapporti esterni è stato avviato il percorso per strutturare una rete d’impresa in partenariato con imprese privati (agenzie, media) e l’attivazione di partenariati internazionali. 

E’ stata inoltre accolta la proposta di lavorare in franchising con la multinazionale Artexis-SMG di Brussels, leader mondiale di eventi e fiere presente in Europa e Nord America con 235 siti nel mondo, 80 centri espositivi, e 350 milioni di fatturato consolidato. 
A breve verrà firmato anche un protocollo di collaborazione con la European House Ambrosetti di Londra-Milano (gruppo conosciuto in Italia per il Forum Ambrosetti di Cernobbio) per l’internazionalizzazione delle filiere agroalimentari. “Per essere al servizio delle imprese e della città, la Fiera deve puntare allo sviluppo di un marketing strategico verso nuovi mercati – conclude il presidente della Fiera di Forlì -  ed essere un motore di animazione di eventi e una finestra di immagine territoriale”.

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