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Buoni pasto, commissioni al 5%. Confesercenti: "Ora serve una riforma strutturale del sistema"

"Occorre intervenire anche sulle gare private che oggi non sono interessate dal provvedimento appena approvato e che, tuttavia, valgono due terzi del mercato"

C'è soddisfazione nella voce del Presidente di Fiepet-Confesercenti Forlì Vittorio Casali per l’approvazione da parte del Senato del decreto Aiuti, con la quale diventa legge il tetto del 5% alle commissioni a carico degli esercenti (bar, ristoranti, esercizi di vicinato, supermercati e ipermercati) nelle gare per l’acquisto dei buoni pasto destinati ai dipendenti pubblici. La prossima gara Consip del valore di oltre 1,2 miliardi di euro sarà quindi il vero banco di prova per valutare l’efficacia di queste nuove regole nel segnare una profonda discontinuità con le precedenti gare che hanno portato a commissioni addirittura superiori al 21%.

Per Casali, "il secondo obiettivo è quello della riforma strutturale del sistema dei buoni pasto, per intervenire anche sulle gare private che oggi non sono interessate dal provvedimento appena approvato e che, tuttavia, valgono due terzi del mercato. Occorre adottare modelli di regolazione mutuati da altri Paesi europei, mettendo al centro la salvaguardia del valore reale del buono pasto, da quando viene acquistato dal datore di lavoro a quando viene speso dal lavoratore. Ed è bene ricordare che questo strumento prevede già importanti vantaggi sia per il datore di lavoro con la decontribuzione, sia per il lavoratore con la defiscalizzazione. In vista della prossima Legge di Bilancio, proseguirà l’interlocuzione con il Ministero dell'Economia e Finanze per porre fine alle pesanti distorsioni che oggi caratterizzano il mercato dei buoni pasto in Italia".

"Si tratta di un primo passo importante dopo la mobilitazione che ha visto impegnate tutte le associazioni della ristorazione e del commercio, tra cui Fiepet Confesercenti, per rispondere al disagio di migliaia di imprese costrette a pagare una tassa occulta del valore di centinaia di milioni di euro per assicurare il servizio ai lavoratori che utilizzano ogni giorno il buono pasto. Non dimenticando, altro elemento fondamentale per la categoria, la definizione di tempi certi di rimborso da parte delle società emettitrici", conclude Casali.

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