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Da settembre busta paga più leggera: via al contributo di solidarietà

Da un'indagine dell'Eurispes è emerso che il 47,6% della busta paga dei dipendenti italiani viene mangiato dal "cuneo fiscale". Secondo la statistica, l’Italia è al sesto posto per tasse e contributi

Un boccone amaro da digerire per lavoratori dipendenti e imprenditori. Come previsto dalla riforma Fornero, dal mese di settembre si comincerà infatti a pagare all'Inps il contributo sul fondo di solidarietà residuale per i lavoratori non coperti dalla cassa integrazione guadagni. Il contributo è dello 0,5% sulla retribuzione, un terzo è a carico del lavoratore. Nella busta paga di settembre saranno tolti gli arretrati da gennaio. Per una retribuzione lorda di 2mila euro al mese, circa 30 euro saranno a carico del lavoratore e 60 per l'impresa. Chi guadagna 1.000 lordi al mese, si vedrà detratti 1,6 euro per il lavoratore e di 3,3 euro per l’impresa. Su una busta paga di 1.500 euro lordi al mese, il contributo sarà di 2,5 euro per il lavoratore e di 5 euro per l’impresa.

L’articolo 3 della Legge 28 giugno 2012 “ha la finalità di assicurare ai lavoratori dipendenti da imprese operanti in settori non coperti dalla normativa in materia d’integrazione salariale una tutela in costanza di rapporto di lavoro nei casi di riduzione o sospensione dell’attività lavorativa per cause previste dalla normativa in materia di integrazione salariale ordinaria o straordinaria”. "Il fondo - viene specificato - ha l’obbligo del bilancio in pareggio e non può erogare prestazioni in carenza di disponibilità”. Tale si finanza con "un contributo ordinario dello 0,50% della retribuzione mensile imponibile ai fini previdenziali dei lavoratori dipendenti (esclusi i dirigenti), di cui due terzi a carico del datore di lavoro e un terzo a carico del lavoratore".

Da un'indagine dell'Eurispes è emerso che il 47,6% della busta paga dei dipendenti italiani viene mangiato dal "cuneo fiscale". Secondo la statistica, l’Italia è al sesto posto per tasse e contributi. Al primo posto c'è il Belgio, con il 56%. Virtuosi Svizzera e Paesi Bassi, che hanno ridotto la pressione fiscale dell’8% e del 6,4% dal 2007 al 2012, periodo di analisi dello studio.

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