rotate-mobile
Economia

La Camera di commercio diventa romagnola: partito il processo di fusione con Rimini

Il primo gennaio del 2017 nascerà la camera di Commercio della Romagna-Forlì-Cesena e Rimini. Il processo di di fusione è partito con la delibera dei 28 consiglieri dell'ente di Forlì-Cesena

Il primo gennaio del 2017 nascerà la camera di Commercio della Romagna-Forlì-Cesena e Rimini. Il processo di di fusione è partito con la delibera dei 28 consiglieri dell'ente di Forlì-Cesena. I dettagli sono stati chiariti dal presidente Alberto Zambianchi: “Stiamo procedendo in parallelo per questa decisione di portata storica. Il processo durerà per tutto il 2016”. La sede del nuovo ente romagnolo sarà a Forlì ed è prevista anche una razionalizzazione dei dipendenti, ma senza alcun esubero. 

Il processo di accorpamento permette sia di aderire al progetto di autoriforma avviato da Unioncamere nazionale nel luglio 2014 (che ha già determinato diversi processi di aggregazione e la nascita di nuove Camere), sia di raggiungere i parametri previsti dalla Legge che prevede il riordino del sistema camerale, riducendo il numero delle Camere dalle attuali 105 a non più di 60 e consentendo il mantenimento di enti con almeno 75mila imprese e unità locali registrate. “Le motivazioni di tale scelta sono da ricondurre alla piena intesa tra le due consorelle, ad una visione strategica condivisa, alle affinità identitarie, culturali, storiche, geografiche ed alla contiguità geografica tra le due attuali circoscrizioni territoriali, sancita anche dalla sopra citata legge – spiega Zambianchi -. L’iter di accorpamento deliberato è il risultato di un lungo e articolato processo di confronto nell’ambito dell’Area vasta Romagnola, avviato dal Consiglio della Camera di Forlì-Cesena il 28 luglio 2014. Da allora si sono svolti diversi incontri con le Consorelle di Rimini e di Ravenna e l’intesa per potere procedere si è trovata con la Camera di Rimini. Con Ravenna non c'è stato accordo, in primo luogo sulla visione di area vasta romagnola, essendo interessata solo ad un processo di accorpamento con Ferrara”.

Le Camere di Forlì-Cesena e di Rimini, hanno quindi preso atto che, in questo momento, il “pezzo” di Romagna che si può costruire è quello determinato dall’integrazione dei propri territori di riferimento e, pertanto, hanno ritenuto opportuno procedere in tal senso.  Si è anche tenuto conto del fatto che l’iter normativo richiesto dalla Legge Delega è in una fase molto avanzata e che si corre il rischio concreto che l’accorpamento, piuttosto che una scelta dei soggetti interessati, possa diventare un’imposizione.  È stato inoltre considerato dagli organi deliberanti il vantaggio conseguibile dall’integrazione di due sistemi economici produttivi complementari, caratterizzati dalla diffusione di piccole e medie imprese, dalla presenza di importanti specializzazioni nei principali settori di attività economica e da una consistente dotazione infrastrutturale. 

LA NUOVA CAMERA - “La nuova Camera – sottolinea il presidente -rappresenta una vera opportunità per sviluppare e moltiplicare la possibilità di accedere a nuove risorse e renderne ancora più efficiente l’utilizzo tramite investimenti che valorizzino le potenzialità del sistema Imprenditoriale, creando nel contempo le condizioni per un nuovo modello di sviluppo, che parta dalle caratteristiche dei territori e che offra l’opportunità di realizzare un ecosistema sociale ed economico ancora più competitivo e attrattivo”. Il territorio nel quale la nuova Camera eserciterà le proprie importanti funzioni ha una superficie di oltre 3.240 kmq, 56 Comuni, più di 730mila abitanti, quasi 100mila imprese e un valore aggiunto totale di oltre 19,5 miliardi di euro. Detto in altre parole, il primo obiettivo che si intende raggiungere è quello di realizzare un “accorpamento sostenibile”, che rappresenti un’opportunità concreta di miglioramento rispetto alla situazione attuale, in termini economico-finanziari e in termini di servizi e di “vicinanza” alle imprese e ai territori e tutto ciò, da un lato, tenendo conto della riduzione delle risorse disposta dal Governo e, dall’altro, cercando di ampliare la gamma dei servizi offerti alle imprese e ai territori di riferimento

Lo stesso Presidente di Unioncamere nazionale, Ivanhoe Lo Bello, ha più volte sollecitato le singole Camere ad accelerare i processi volontari di accorpamento nell’ambito di un’autoriforma che possa evitare un intervento governativo che rappresenterebbe, per i territori e le rispettive classi dirigenti, una vera e propria sconfitta. “La nuova Camera - conclude Zambianchi - continuerà ad operare in un’ottica di sistema e in sinergia con Unioncamere Regionale e Nazionale e ci sarà la più ampia apertura a tutte le possibili collaborazioni, nell’interesse delle imprese e del territorio, con tutte le Camere, a partire da quelle limitrofe e della nostra Regione”. 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

La Camera di commercio diventa romagnola: partito il processo di fusione con Rimini

ForlìToday è in caricamento