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Casa, "la Riforma del Catasto determinerebbe un aumento delle tasse": la rabbia di Confedilizia

Questo l'intervento di Carlo Caselli e Stefano Senzani, rispettivamente presidente e presidente vicario di Ape Confedilizia di Forlì-Cesena

"L'approvazione della Riforma del Catasto determinerebbe un immediato aumento delle imposte, già gravose, sulla proprietà immobiliare". E' l'allarme che lanciano Carlo Caselli e Stefano Senzani, rispettivamente presidente e presidente vicario di Ape Confedilizia di Forlì-Cesena. "Abbiamo appena tirato un respiro di sollievo da quanto deciso dall'Unione Europea nella riunione notturna di giovedì scorso con il rinvio per l’approvazione della cosiddetta normativa "Case Green" al prossimo dicembre e con il suggerimento di non renderla obbligatoria o comunque di posticiparne l’entrata in vigore al 2050, che comunque Confedilizia auspica non avvenga né ora né mai -. Ma con molta amarezza dobbiamo però prendere atto di avere un’altra "spada di Damocle" che incombe sulle nostre teste. La nota di aggiornamento del Def approvata dal Governo lo scorso 27 settembre per compiacere l’Europa ha riesumato la Riforma del Catasto in relazione alla quale si è molto dibattuto nel recente passato e con la viva opposizione di Confedilizia dato che la sua approvazione determinerebbe un immediato aumento delle imposte, già gravose, sulla proprietà immobiliare. Allora è tutto chiaro: i fondi attendono il crollo dei prezzi per soffiarci la casa e ci saranno ulteriori tasse sulla casa che è l’obbiettivo dei poteri finanziari internazionali".

"Dobbiamo alzarle perchè ce lo chiede l’Europa? - si interroga Caselli -. C’è una insistenza nelle analisi formulate da Fondo Monetario Internazionale, Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, e Commissione Europea che poi si traducono in raccomandazioni indirizzate ai singoli Paesi: che sia cosa buona e giusta, mantenendo lo stesso livello di pressione fiscale, ridurre la tassazione sui redditi di lavoro, per spostarla sulle imposte indirette e sulla proprietà immobiliare e far crescere maggiormente il Pil. Il tutto senza aumentare la pressione fiscale complessiva, ma cambiando la suddivisione del gettito tra le diverse imposte (il cosiddetto “Tax mix”)". "Tuttavia - prosegue Senzani - non è vero che Paesi che riducono il carico fiscale sul reddito da lavoro spostandolo verso la tassazione indiretta (l’IVA) e la tassazione della proprietà immobiliare ottengano tassi di crescita maggiori rispetto ai Paesi che non lo fanno. Al contrario uno spostamento della tassazione verso la proprietà immobiliare risulta associato ad una riduzione della crescita. L'Italia NON deve aumentare le tasse”.

Caselli e Senzani garantiscono: “Le associazioni della proprietà edilizia manterranno alta la vigilanza e si opporranno a queste subdole manovre frutto di una Europa che vuole del tutto ingiustamente castigare ed impoverire l'Italia rea di essere la Nazione europea con più alto tasso di proprietà immobiliare diffusa.  Aumentare le tasse significa poi aumentare gli affitti poichè diversamente non si riuscirebbe a pagarle e così si affonda ulteriormente il già difficile attuale mercato delle locazioni. La casa è dove gli italiani e le loro famiglie hanno investito i loro risparmi ed è il salvadanaio di oltre il 70% degli Italiani. Non si tocchi la casa".

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