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Economia Castrocaro Terme e Terra del Sole

Castrocaro, allarme Cgil sulle Terme: "Privatizzazione in cambio di poco"

La convocazione da parte del sindaco di Castrocaro del "comitato terme" riapre la questione sul futuro delle terme di Castrocaro e sulle prospettive di sviluppo del territorio castrocarese

La convocazione da parte del sindaco di Castrocaro del “comitato terme” riapre la questione sul futuro delle terme di Castrocaro e sulle prospettive di sviluppo del territorio castrocarese. E’ la Cgil ad accendere i riflettori sulla questione, facendo notare che “l’approvazione del piano industriale presentato dal socio privato Salsubium S.p.a così come viene posto rischia di trasformarsi in una cessione di quote pubbliche e della maggioranza societaria con in cambio un piano industriale che non risponde né ai lavoratori occupati oggi nello stabilimento né allo sviluppo del territorio”.

Per questo il sindacato ritiene “necessario, prima ancora di discutere sul piano industriale” definire “quale idea di sviluppo abbiamo per Castrocaro e quali azioni mettere in campo per realizzarle”. Una cosa è certa: “La vocazione turistica del territorio è indubbia, ma se questo è il filone che si vuole intraprendere è necessario capire come investire sul tessuto ricettivo del territorio a partire dalla ristrutturazione degli alberghi, il rinnovo degli esercizi pubblici, l’arredo urbano, il connubio con il territorio e la sua storia”.
 
La stagione 2012 per i lavoratori delle Terme di Castrocaro e per i castrocaresi è di nuovo una stagione difficile. “Progetti di eccellenza che comportano cospicui investimenti come Long Life Voice – afferma Cgil riferendosi ad uno dei progetti dell’investitore privato -, rischiano di non avere una ricaduta né sul personale occupato nello stabilimento né sulle strutture ricettive del territorio”.

“E’ per questo che a nostro avviso il tema che merita maggior attenzione non è tanto se sia possibile o meno la privatizzazione dello stabilimento – aggiunge Cgil -, ma più che altro come, a chi, per quali finalità e con quali garanzie ciò viene definito nell’interesse sia dei lavoratori che dallo stabilimento ne traggono un beneficio diretto, sia per i cittadini e l’economia locale che rappresenta l’indotto essenziale per la qualità dello stesso prodotto termale”.

“Non crediamo che la discussione possa partire o fermarsi sulla necessità di una piscina esterna e sulla sua gestione – evidenzia il sindacato -, forse sarebbe bene parlare della costituzione di un fondo per lo sviluppo delle imprese e dell’occupazione di qualità, del mantenimento della vocazione termale dello stabilimento , della salvaguardia delle acque e del parco come bene collettivo nonché ovviamente della salvaguardia dell’occupazione e della qualità del lavoro, tema ancora non risolto dopo la disdetta del contratto integrativo aziendale”.  

La Cgil si dice convinta che “Comune, Provincia e Regione nella qualità di soci di maggioranza possono determinare la qualità del progetto di sviluppo, per questo gli chiediamo di non abdicare al loro ruolo e di esercitarlo nell’interesse dei cittadini e con essi dei lavoratori”.
 

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