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Cclg, situazione drammatica: "Niente cassa integrazione, niente stipendi, niente tfr"

Nelle ultime settimane è arrivata la bocciatura del Ministero del Lavoro della cassa integrazione straordinaria per ristrutturazione, non essendosi concretizzate le condizioni previste dalla normativa

Si aggrava ulteriormente la crisi della CCLG SPA, azienda dell’ex Presidente di CNA Forlì - Cesena, Enzo Cortesi. “Nelle ultime settimane è arrivata la bocciatura del Ministero del Lavoro della cassa integrazione straordinaria per ristrutturazione, non essendosi concretizzate le condizioni previste dalla normativa per la concessione della stessa, ovvero gli impegni da parte aziendale su investimenti e formazione” si legge in una nota congiunta firmata dalle Segreterie di FIM - FIOM- UILM del Territorio di Forlì.

“I lavoratori dunque, oltre al ritardo di circa 10 mesi negli stipendi, rischiano di avere anche dei periodi scoperti dagli ammortizzatori sociali. Per questa ragione è stata aperta una mobilità che interesserà 31 dei 38 dipendenti ancora in forze. Ricordiamo come a inizio della crisi i dipendenti di CCLG fossero circa 120” continua la nota.

Per quanto riguarda gli stipendi arretrati i lavoratori “non hanno ricevuto più un euro dall’azienda da giugno 2015, e non percependo neanche la cassa integrazione vivono situazioni di disagio estremo. Nonostante questo, si continua a non dare alcuna risposta e a non rispettare gli impegni. Infatti nelle ultime settimane è entrato in azienda un credito importante che doveva essere distribuito ai lavoratori che invece non hanno visto nulla”. 

Le Organizzazione Sindacali di fronte a questo atteggiamento “hanno deciso di bloccare i crediti in entrata e di continuare le azioni legali nei confronti dell’azienda, che si è anche opposta al decreto ingiuntivo dei lavoratori per guadagnare dell’altro tempo”.

Infine i lavoratori “sono molto preoccupati - continua la nota - anche per la sorte del loro trattamento di fine rapporto, che doveva essere garantito in quanto sussiste l’obbligo di Legge di versarlo al Fondo di tesoreria dell’INPS. Ma da alcune verifiche fatte da dipendenti usciti dalla CCLG è emerso come per l’Istituto il t.f.r. dovrebbe essere pagato dall’azienda avendo questa proceduto a conguagliare i contributi dovuti per procedere al pagamento. Questo fatto non si è mai verificato, i contributi non pagati all’Inps non sono serviti a retribuire le persone, e dunque i lavoratori hanno richiesto, assieme alle Organizzazioni Sindacali, una verifica all’autorità competente circa questa situazione che, se confermata, delineerebbe un fatto di estrema gravità, oltre che causare un gravissimo danno ai lavoratori che vedevano nel pagamento del t.f.r. una boccata d’ossigeno indispensabile”.

“Considerando la gravità di quanto successo e della situazione in generale FIM-FIOM-UILM si domandano quali siano le prospettive di questa realtà, quali sono le operazioni in gioco che fanno stare ancora in piedi questa realtà, e auspicano un intervento di tutte le autorità competenti e delle istituzioni del territorio a tutela dei crediti che i lavoratori vantano per il lavoro fatto” concludono le organizzazioni sindacali.

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