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Confartigianato, preoccupazioni per la manovra di Bilancio: "Salgono la pressione fiscale e burocratica"

Per Confartigianato "risulta evidente la rigidità della politica fiscale causata dalla disattivazione delle clausole di salvaguardia: l’intervento impegna i tre quarti (76,8%) dell’intera manovra"

L’analisi del quadro delle misure discrezionali contenute nel Documento programmatico di bilancio inviato alla Commissione europea evidenzia come la manovra, che si delinea con la prossima legge di bilancio per il 2020, impegni 23,1 miliardi di euro per disattivare le clausole di salvaguardia e 3 miliardi di euro per il cuneo fiscale. Per Confartigianato "risulta evidente la rigidità della politica fiscale causata dalla disattivazione delle clausole di salvaguardia: l’intervento impegna i tre quarti (76,8%) dell’intera manovra. L’intervento ulteriore per il 2021 è solo parziale, lasciando 18,3 miliardi di euro di clausole da disattivare".

Nella nota di aggiornamento di settembre si delineava “l’aumento degli investimenti pubblici e privati”, ma questo obiettivo viene posticipato nel tempo: per il rilancio degli investimenti pubblici e degli incentivi agli investimenti privati la manovra destina nel 2020 meno di un miliardo di euro, importo che sale a 3,7 miliardi di euro nel 2021 e 6,1 miliardi di euro nel 2022. Per il segretario di Confartigianato Forlì, Marco Valenti "appare chiaro che gli effetti espansivi legati ai fondi del Green New Deal si registreranno non prima di due anni. Le scarse risorse destinate alla crescita degli investimenti limitano gli effetti espansivi della manovra, che sono pari a 0,2 punti di pil; una possibile escalation della guerra commerciale dei dazi neutralizzerebbe per intero gli effetti della politica fiscale nazionale".

Nonostante il minore prelievo per la riduzione del cuneo fiscale, si delinea un innalzamento della pressione fiscale spinto da maggiori entrate che, nel 2020, arriveranno a 10,9 miliardi di euro. "Oltre ai provvedimenti per la lotta all’evasione, l’intervento per riequilibrare il regime di tassazione determina un aumento del prelievo fiscale per le piccole imprese", fotografa Valenti. Con il taglio ai sussidi dannosi per l’ambiente, previsto dalla manovra, il differenziale con l’Europa per la tassazione ambientale salirà a 1 punto di Pil. Gli interventi di riduzione della spesa sono limitati a 2,7 miliardi di euro, "confermando una manovra eccessivamente sbilanciata sul reperimento di risorse mediante maggiori entrate, con un consistente ampliamento del deficit di bilancio".

"In parallelo si colpiscono, con pesanti oneri burocratici, le piccole imprese e il lavoro indipendente, generando ulteriori effetti negativi sulla produttività. Pur condividendo l’impegno per contrastare l’evasione, emergono preoccupazioni relative alle modalità con cui verrà perpetrata - conclude Valenti -. Ricordiamo come, negli anni passati, gli interventi per colpire gli evasori siano stati frequentemente attuati introducendo complessità burocratiche nella gestione amministrativa di tutte le imprese, con effetti negativi su produttività e crescita".

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