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Lavorare ai tempi del covid, le buone prassi riassunte da Confartigianato: "Riaprire in sicurezza si può"

Chiarisce ancora Valenti “dobbiamo essere ottimisti, sempre nel rispetto delle regole di sicurezza per evitare la possibile ripresa del virus, e siamo impegnati a tutelare il lavoro degli imprenditori"

Continua l’impegno di Confartigianato per aiutare le imprese a gestire al meglio il ritorno all’attività produttiva. Come spiega il segretario Marco Valenti "a partire dal 18 maggio anche altre realtà affiancheranno le imprese del commercio all’ingrosso, del manifatturiero e delle costruzioni, attive già da lunedì. È prevista, infatti, anche la riapertura delle attività di commercio al dettaglio e, in totale, le realtà artigiane coinvolte saranno 889mila, con 2,3 milioni di addetti. Speriamo, inoltre, che ci sia un ripensamento in merito alle imprese del comparto benessere, che da settimane stanno preparandosi ad accogliere la clientela".

Le attività artigiane sono pronte per aprire, garantendo la sicurezza dei cittadini, per questo Confartigianato ha realizzato una serie di brevi video dedicati alle attività di acconciatura, di estetica, dell'autoriparazione e dell'impiantistica, in cui sono riassunti gli strumenti messi in campo a tutela del cliente. Visibili collegandosi all’home page del sito di Confartigianato di Forlì all’indirizzo www.confartigianato.fo.it le clip video riassumono le buone prassi in linea coi disciplinari previsti dalla normativa. 

Chiarisce ancora Valenti “dobbiamo essere ottimisti, sempre nel rispetto delle regole di sicurezza per evitare la possibile ripresa del virus, e siamo impegnati a tutelare il lavoro degli imprenditori, che operano mettendo in campo tutti gli strumenti per scongiurare il rischio di contagio". Grazie ai numerosi confronti con il Governo, è stato eliminato anche l’incomprensibile blocco dell’attività delle imprese di restauro, conclude il segretario "quasi 4mila imprese che annoverano tra i 10mila e i 12mila addetti, dal 4 maggio sono tornate a lavorare. Gli operatori erano fermi da due mesi e impossibilitati a svolgere la loro delicata funzione di restauro dei beni culturali, tra gli asset portanti del turismo culturale, con un peso del 33% sul totale del Pil dell’economia turistica italiana.”

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