Convegno sullo stato della professione dei dottori commercialisti e degli esperti contabili
Al Grand Hotel di Castrocaro Terme si è discusso sulle prospettive di sviluppo sul versante consulenziale
Si è svolto ieri al Grand Hotel di Castrocaro Terme il convegno, organizzato dall’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Forlì, sullo stato della professione dei dottori commercialisti e degli esperti contabili e le prospettive di sviluppo sul versante consulenziale. A discuterne, insieme al presidente dell’Ordine locale Aride Missiroli, c’erano il presidente nazionale di categoria Massimo Miani, il presidente nazionale dell’Ancrel Antonino Borghi e il consigliere della Fondazione Nazionale Commercialisti Paolo Rollo. Dopo i saluti iniziali di Ettore Sansavini e di Lucia Magnani (LongLife Formula Spa), del sindaco di Castrocaro Terme Marianna Tonellato e dell’On. Marco Di Maio (Commissione Finanze e Commissione Affari Costituzionali) Massimo Miani ha illustrato la sua relazione davanti ad una platea composta da un centinaio di commercialisti.
Miani ha parlato del programma di mandato del Consiglio Nazionale, caratterizzato essenzialmente dalla volontà “di sviluppare la professione che sta attraversando un momento di crisi, come del resto lo stesso sistema economico italiano. L’obiettivo non è solo quello di creare nuove opportunità di lavoro per chi è già iscritto all’Albo, ma anche di attirare nuove leve in un momento in cui il numero dei giovani praticanti è diminuito notevolmente. “Nell’era del fisco telematico e della fatturazione elettronica – ha spiegato Miani – dobbiamo diventare protagonisti di questo nuovo cambiamento. Per anni abbiamo contribuito alla riduzione dei costi dell’amministrazione finanziaria con un risparmio per le casse dello Stato che, tra il 2006 ed il 2011, ha raggiunto i 2 miliardi di euro. A fronte di questo, i nostri studi hanno dovuto invece sostenere maggiori costi per personale, software e hardware. Dobbiamo allora fare tesoro degli errori passati di fronte a questo cambiamento in campo fiscale poiché l’85% degli iscritti svolge attività relative alla contabilità ed al fisco”.
Il presidente ha poi parlato del tema delle specializzazioni: “In assenza di un progetto specifico sul riconoscimento delle specializzazioni dei commercialisti, negli ultimi anni abbiamo assistito alla proliferazione di albi esterni che hanno svuotato di competenze la professione ed hanno creato problemi anche dal punto di vista della formazione. Ora che abbiamo strutturato le scuole di altra formazione stiamo lavorando per ottenere il riconoscimento delle specializzazioni attraverso la modifica dell’ordinamento professionale per fermare questo processo e riportare all’interno del nostro mondo ordinistico tutta una serie di funzioni.
La scelta di investire sulle specializzazioni è strategica e di lungo periodo. Un tentativo, a mio avviso il più concreto, di rispondere alla crisi di prospettive che investe la categoria. La gran parte dei nostri colleghi è ancora oggi concentrata sulla mera consulenza fiscale e probabilmente questa resterà a lungo la nostra principale “vocazione”. Però, nel momento in cui si è pienamente consapevoli del declino di questa impostazione professionale è giusto interrogarsi su cosa e come fare per costruire nuovi spazi professionali per i commercialisti dei prossimi decenni. Si tratta di una scelta di responsabilità nei confronti della categoria, che probabilmente non darà frutti nell’immediato ma che pagherà in futuro. Certo che i commercialisti sono già formati e sono già oggi sinonimo di qualità e affidabilità, ma dovranno esserlo sempre più in futuro. Quella delle specializzazioni è una sfida alla quale non possiamo più sottrarci, perché ce lo chiedono il mercato e le rinnovate esigenze che scaturiscono dai nuovi assetti organizzativi che il nostro sistema imprenditoriale ed economico vanno assumendo con estrema velocità”
