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Economia Santa Sofia

Acis, in tantissimi al fianco degli operai: "Serve lavoro di squadra per il salvataggio"

In tantissimi hanno partecipato giovedì mattina a Santa Sofia alla manifestazione degli operai del Gruppo Acis (che comprende le aziende Acis, Ciss e Vis Mobility), che rischia di chiudere per carenza di liquidità

In tantissimi hanno partecipato giovedì mattina a Santa Sofia alla manifestazione degli operai del Gruppo Acis (che comprende le aziende Acis, Ciss e Vis Mobility), che rischia di chiudere per carenza di liquidità. Affiancati dai sindacati, i dipendenti si sono incamminati per le vie del paese, raccogliendosi nella piazza davanti al Municipio dove sono intervenuti i rappresentanti sindacali. Tra i presenti anche il parlamentare Pd, Marco Di Maio, che ha parlato di "attività fondata, cresciuta e sviluppata grazie all'idea di imprenditori locali e che dà lavoro qualificato a competenze e professionalità locali".

"L'azienda può essere salvata ma occorre un lavoro di squadra tra enti locali, lavoratori, banche e soprattutto la proprietà - ha chiosato l'esponente democratico -. Chiudersi a riccio di fronte alle difficoltà è l'unica cosa da non fare in momenti come questi". "Ho partecipato alla manifestazione organizzata dai sindacati, assieme al sindaco e ai rappresentanti dell'Amministrazione comunale - ha dichiarato  Di Maio - per manifestare la vicinanza mia personale e dell'istituzione che rappresento ai lavoratori che rischiano di perdere il proprio posto, alle loro famiglie, alla comunità di Santa Sofia.  E per dire ai soci, che hanno avuto il merito di fondare e sviluppare a Santa Sofìa una azienda che poteva essere più 'comodamente' creata altrove, che in questa fase non devono temere di chiedere aiuto e supporto. Mi auguro che la stessa disponibilità possa pervenire anche dal mondo bancario e imprenditoriale del territorio. Siamo in presenza di un'azienda che può, anzi deve avere un futuro".

"Sono a disposizione, lo ribadisco, di chiunque tra le parti in causa (lavoratori, proprietà, amministrazione comunali, enti locali) per contribuire a raggiungere una qualche soluzione - h aggiunto Di Maio -. Ciò che non ci si può permettere in una fase come questa è evitare di fare squadra; anche per questo motivo ho voluto, nonostante gli impegni parlamentari, essere a Santa Sofia. Per manifestare anche fisicamente questa disponibilità".

"Certo, la crisi economica che stiamo attraversando non guarda in faccia a nessuno e neppure ad un gruppo che - ha osservato Di Maio -, pur versando in difficoltà, ha molte potenzialità; che però ora, per essere espressa, ha bisogno di una iniezione consistente di liquidità. Per questo occorre rivolgersi a tutti gli istituti bancari, alla proprietà attuali e ai potenziali interessati (sia nel tessuto imprenditoriale locale, ma se necessario guardando anche oltre), affinché si compiano tutti i tentativi possibili per arrivare ad una positiva soluzione. Per parte mia, ribadisco la totale e assoluta disponibile a svolgere, nel rispetto dei ruoli e delle funzioni di ciascuno, tutte le azioni necessarie alla causa".

CASADEI - "Santa Sofia e la vallata del Bidente - gli ha fatto eco il consigliere regionale Pd, Thomas Casadei - non possono perdere l’attività del Gruppo Acis, un patrimonio di posti di lavoro, saperi e competenze e un prezioso apporto all’economia del territorio. Non è giusto che sulle spalle delle lavoratrici e dei lavoratori ricada la non volontà della proprietà di rilanciare il gruppo - ha proseguito -. Per queste ragioni, in questa giornata di mobilitazione che vede operai, impiegati e istituzioni insieme per difendere l’occupazione, esprimo la mia vicinanza alle lavoratrici e ai lavoratori e auspico una soluzione alternativa alla chiusura».

ALESSANDRINI - Con questa iniziativa, ha affermato invece il consigliere Tiziano Alessandrini, "si è voluto lanciare un grido di dolore e, nello stesso tempo, richiamare le Istituzioni affinché facciano tutto ciò che è nelle loro possibilità per affrontare i problemi. Credo si sia voluta sensibilizzare anche l’opinione pubblica, per denunciare il fatto che il territorio non può permettersi il lusso di vedere cancellato un competitore dell’economia come il gruppo Acis, posto che le difficoltà maggiori non derivano certo dalla mancanza di commesse, di competitività e qualità dei beni e delle prestazioni prodotte, di propensione dell’azienda all’innovazione ed all’export, di qualità tecnica e professionale dei dipendenti, in gran parte giovani e, sono certo, neppure da un insufficiente impegno e competenze dei titolari e soci del Gruppo".

"Le difficoltà vere, come sempre più spesso accade, derivano dalla mancanza di liquidità perché, come molte altre imprese, il gruppo Acis in questa congiuntura negativa si è scontrato con ritardi dei pagamenti, qualche insoluto e, soprattutto, fino ad ora, con la mancanza di disponibilità delle banche ad assicurare il sostegno allo start up della nuova azienda Vis Mobility, la società nata recentemente per gestire in affitto i rami aziendali di Acis e Ciss, con lo scopo di consentire continuità e di permettere il buon esito del concordato preventivo", ha aggiunto il consigliere Pd.

"Ancora una volta, pertanto, gli Istituti di credito possono fare la differenza - è l'appello di Alessandrini -. Possono dare prospettiva a una impresa, alle famiglie, a tante lavoratrici e lavoratori, a una intera comunità come quella di Santa Sofia. Ma possono anche togliere prospettiva negando il credito. Non compete certo alla politica sindacare sugli aspetti tecnici e sulla fattibilità di determinate operazioni finanziarie. La politica ha il compito di richiamare tutti, a partire da sé stessa, a fare ognuno il proprio dovere. Nel caso delle banche, si tratta di non affrontare queste difficili situazioni con spirito notarile, bensì con l’assunzione del ponderato rischio ad investire il denaro raccolto nell’interesse del bene comune. In buona sostanza si tratta di esercitare appieno il principio della Responsabilità Sociale d’Impresa, perché il segno della decisione non ha conseguenza solo sull’Istituto bancario, ma su una intera comunità".

"Una comunità come Santa Sofia difficilmente reggerebbe l’urto della cessazione dell’attività del gruppo Acis - ha evidenziato il consigliere regionale -. Le conseguenze sarebbero nefaste e metterebbero a rischio perfino il senso di appartenenza ed identitario in quanto, soprattutto per i giovani, la mancanza di lavoro suggerirebbe l’abbandono di quel territorio, già svantaggiato per essere montano, e di trasferirsi in zone più accoglienti, almeno in apparenza. In ultima analisi la politica e le Istituzioni devono garantire questo delicato equilibrio e, nel contempo, scoraggiarne la manomissione. Sono certo che quando coinvolte si faranno trovare preparate come avvenuto fin’ora, soprattutto a Santa Sofia".

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