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Venerdì, 29 Marzo 2024
Economia

Economia, per le piccole e medie imprese è crisi nera

Sono dati allarmanti quelli relativi all'andamento congiunturale delle piccole imprese emiliano-romagnole del secondo semestre 2011. Dati presentati recentemente da TrendEr

Sono dati allarmanti quelli relativi all'andamento congiunturale delle piccole imprese emiliano-romagnole del secondo semestre 2011. Dati presentati recentemente da TrendEr, l'Osservatorio regionale della micro e piccola impresa realizzato da CNA Emilia Romagna e Banche di Credito Cooperativo con la collaborazione scientifica di Istat. TrendEr analizza un campione di 5.040 imprese estratto dall’archivio delle aziende con contabilità presso la CNA, rappresentativo dell’universo delle imprese con meno di 20 addetti operanti in otto settori: alimentari e bevande, sistema moda, legno e prodotti in legno, metalmeccanico, costruzioni, riparazioni veicoli, trasporti e comunicazioni, servizi alla persona.

È una brutta congiuntura quella che si è chiusa nel 2011. Tra le micro e piccole imprese si respira un clima di recessione. Male il fatturato che già aveva rallentato a inizio 2011, ordini e commesse. Aumentano i costi e non si assume. In particolare si rileva come nel secondo semestre 2011 si sia del tutto interrotta la breve fase di ripresa avviatasi timidamente a inizio 2010, ma già in rallentamento nei primi sei mesi 2011. C’è un calo tendenziale del fatturato complessivo (-3,2%), trascinato dal ridimensionamento della componente interna della domanda (- 3,5%), in particolare, dal ridimensionamento del fatturato conto terzi  (-4%).  Il fatturato estero prende invece a crescere decisamente (+ 19,4%), ma il suo ridotto peso sul fatturato complessivo, compensa solo in minima parte il calo della domanda interna. Non bene anche gli investimenti.

Dinamiche settoriali: per le costruzioni è sempre più crisi
Relativamente all’andamento per macrosettori e settori, si aggrava la recessione nelle costruzioni dove il fatturato registrava a fine anno un -10,5%. Dopo due semestri consecutivi di crescita, la dinamica tendenziale del fatturato, riprende a calare nei servizi (-1,1%). Solo il manifatturiero prosegue anche nella seconda parte del 2011 il processo di ripresa del fatturato ma a ritmo progressivamente meno elevato. Tra le attività manifatturiere, in diminuzione il sistema moda (-2,8%). Anche nei servizi, l’andamento del fatturato è in calo, e in particolare per le riparazioni veicoli (-3,3%). In sostanziale stagnazione anche i trasporti che segnano un -0,3%.

Fatturato in forte calo per le PMI di Forlì-Cesena
Sul fatturato le imprese di Forlì-Cesena, segnano i valori peggiori registrando una diminuzione in termini tendenziali del 12%. Male anche gli investimenti, che calano ulteriormente del 18,4% rispetto allo stesso semestre 2010. Calano altresì le spese per le retribuzioni.
 
Le dichiarazioni
“La situazione è grave, siamo in un momento di emergenza reale, due su tre dei nostri imprenditori non vedono vie d'uscita nel breve – evidenzia Marco Boscherini, responsabile Area Rappresentanza di CNA Forlì-Cesena – le imprese ci parlano di troppe tasse, poco lavoro, scarsa liquidità. Così non si cresce. Se non si rimette in moto l’economia, se il denaro non torna a circolare, se le imprese non vengono messe nelle condizioni di ricominciare ad assumere e investire, i sacrifici fatti  e quelli che ci aspettano, non serviranno a niente.”

“È giunta l'ora – conclude Boscherini – che Governo ed Enti Locali prendano misure urgenti e concrete per la crescita e per dare ossigeno alle piccole imprese che, non dimentichiamolo, in Provincia come del resto in tutto il nostro paese, rappresentano oltre il 90% dell'intero sistema produttivo. Pensiamo, ad esempio, alla nostra recente proposta di compensazione dell'IMU per le imprese che vantano crediti dai Comuni. È aumentata solo la tassazione, ora vogliamo fortemente tagli alla spesa pubblica e incentivi reali per rilanciare l'economia, favorire le assunzioni e gli investimenti degli imprenditori che necessitano per questo un accesso più agevole al credito. In caso contrario aumenterà ulteriormente la disoccupazione, il livello di recessione ed altri imprenditori saranno costretti a cessare l'attività".
 

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