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Economia

L'economia rallenta per crisi internazionali e per l'alluvione: disoccupazione al 5,2% in provincia

“I dati mostrano che il sistema economico-produttivo del territorio delle province di Forlì-Cesena e Rimini sta vivendo una fase complessa, contrassegnata da segnali di rallentamento più accentuati nelle aree colpite dall’alluvione di maggio"

“I dati mostrano che il sistema economico-produttivo del territorio delle province di Forlì-Cesena e Rimini sta vivendo una fase complessa, analoga per molti aspetti ai livelli regionale, nazionale, e internazionale, contrassegnata da segnali di rallentamento più accentuati nelle aree colpite dall’alluvione di maggio. Le previsioni più aggiornate relative al trend del valore aggiunto complessivo del nostro territorio per il 2023 sono in terreno positivo, ma orientate al ribasso rispetto a quelle precedenti e stimano un incremento annuo inferiore al dato regionale e nazionale, aumento confermato anche nel 2024, con una variazione percentuale simile a quella del 2023": è l'analisi di Carlo Battistini, presidente della Camera di commercio della Romagna, in occasione della presentazione dei dati dell’Osservatorio economico, aggiornati con gli scenari Prometeia.

Sempre Battistini: "In questa fase di rallentamento, ritengo che la risposta non possa essere la riduzione degli investimenti, ma, al contrario, le imprese più avvedute possono concentrarsi sulle strategie per rafforzare la propria posizione sui mercati dopo un triennio di crescita impetuosa. Si tratta di programmare gli investimenti in innovazione (tecnologie digitali, big data, AI, sostenibilità energetica), che migliorano la produttività. Tema sul quale la Camera è fortemente impegnata con iniziative e progetti, anche in collaborazione anche con altre Istituzioni, per supportare lo sviluppo di imprese e territorio”. 

Le imprese attive

Il tessuto imprenditoriale provinciale, al 30 settembre 2023, è costituito da 35.673 imprese attive (sedi), in calo rispetto al 2022 (-2,7%). L’imprenditorialità è particolarmente diffusa: 91 imprese attive ogni mille abitanti (89 in Emilia-Romagna, 87 in Italia). Più della metà delle imprese attive (il 55,6%) sono imprese individuali, mentre le società di capitale, pari al 21,2% del totale, rappresentano una quota progressivamente crescente. Riguardo alla dimensione d’impresa, ben il 92,8% del sistema imprenditoriale provinciale è costituito da aziende con meno di 10 addetti. In diminuzione anche il numero delle imprese artigiane (11.384 al 30/09/2023, -4,0% sullo stesso periodo dell’anno precedente), così come si riduce il numero delle imprese cooperative (466 al 30/09/2023, -2,3% annuo). Le start-up innovative a fine novembre 2023 risultano 59 (-13,2% annuo); la maggior parte delle stesse (49 unità) opera nel macrosettore dei Servizi.

Agricoltura

In merito all’andamento dei principali settori, la consistenza delle imprese agricole attive (5.970 unità al 30/09/2023) risulta in flessione del 3,1% rispetto al 30/09/2022. Alle problematiche strutturali e congiunturali già note del settore, si è aggiunta quest’anno l’alluvione, seguita da un’estate siccitosa, con fenomeni di grandine e da un autunno mite, con scarsa piovosità; le ricadute sono rilevanti sulla quantità e qualità delle colture frutticole e cerealicole, con cali di produzione medi stimati tra il 40-50%. Le imprese del comparto Pesca e acquacoltura, al 30 settembre 2023, sono 90, in calo tendenziale (-1,1%). Nel Mercato ittico all’ingrosso di Cesenatico, nel periodo gennaio-settembre 2023, si rileva un incremento delle quantità commercializzate (+13,3% sui primi nove mesi del 2022) ed una crescita del valore del pescato (+11,3%), che risulta pari a 4,3 milioni di euro.

Industria

I risultati relativi all’Industria manifatturiera, derivanti dall’indagine congiunturale della Camera della Romagna (rivolta a imprese con più di 9 addetti), al terzo trimestre 2023, sullo stesso trimestre dell’anno precedente, sono negativi per le variabili analizzate: -4,8% la produzione, -3,4% il fatturato e -7,2% gli ordini interni, mentre la domanda estera è in ridimensionamento (+0,3%). Su base annuale (media degli ultimi 12 mesi rispetto ai 12 mesi precedenti) la produzione conferma il rallentamento (-0,2%), partito dal secondo trimestre 2022. La dinamica produttiva media si conserva positiva per Chimica e Plastica (+1,2%), Prodotti in metallo (+1,1%), Macchinari (+2,4%) e Altre industrie (+4,2%); performance negative, invece, per i comparti Mobili (-7,7%), Legno (-6,1%), Alimentari (-1,7%), Calzature (-1,0%) e Confezioni (-0,5%), con queste ultime, comunque, prossime al valore medio totale produttivo. In tale contesto si inserisce la crescita della dinamica occupazionale degli ultimi 12 mesi (+2,7%). In merito, infine, alla struttura produttiva, si rileva una riduzione della consistenza delle imprese manifatturiere attive al 30/09/2023 (-3,6%, 3.323 unità), rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Nel settore edile (5.532 unità a fine settembre 2023) si riscontra un decremento annuo del numero di imprese attive (-5,0%); stessa dinamica per il relativo volume d’affari nel terzo trimestre dell’anno, in parte dovuto alla rimodulazione del cosiddetto Superbonus fiscale: -2,2% rispetto all’analogo periodo del 2022 (indagine congiunturale di Unioncamere Emilia-Romagna).

Commercio

Per ciò che concerne il Commercio al dettaglio, le vendite nel terzo trimestre 2023, in termini tendenziali, risultano in aumento (+2,1%), grazie ai prodotti alimentari (+6,2%), mentre sono in lieve calo quelli non alimentari (-0,5%); riguardo alla dimensione, si riscontrano numeri positivi per la piccola e grande distribuzione (nell’ordine, +2,6% e +3,3%) e negativi per la media (-3,0%). In termini di numerosità, le imprese attive del Commercio al dettaglio (3.682 unità al 30/09/2023) risultano in calo annuo del 4,9%, così come la consistenza delle imprese nel settore del Commercio nel suo complesso (ingrosso, dettaglio e riparazioni autoveicoli), che conta, al 30/09/2023, 7.476 imprese (-4,0% rispetto al 30/09/2022).

Export

Nei primi nove mesi dell’anno crescono lievemente le esportazioni in provincia di Forlì-Cesena (pari a 3.346,1 milioni di euro): +0,7% rispetto allo stesso periodo del 2022, inferiore alla variazione regionale (+1,4%) e nazionale (+1,0%). Il dato relativo al 3° trimestre, però, risulta essere negativo: -5,6%, infatti, rispetto a luglio-settembre 2022. Analizzando ora l’intero periodo dell’anno in corso (gennaio-settembre 2023), riguardo ai principali prodotti, aumentano le esportazioni delle navi e imbarcazioni (+19,5%, 9,6% del totale), degli articoli sportivi (+10,3%, 6,8%), delle altre macchine per impieghi speciali (macchine specifiche di utilizzo nei vari comparti manifatturieri) (+17,0%, 6,5%) e delle macchine per l’agricoltura e la silvicoltura (+15,1%, 4,5%); calano, invece, le esportazioni dei mobili (-8,3%, 8,3% del totale), dei tubi, condotti, profilati cavi e accessori in acciaio (-11,6%, 7,7%), degli articoli in materie plastiche (-6,1%, 5,1%), delle calzature (-6,8%, 4,7%) e degli apparecchi per uso domestico (-8,9%, 4,3%). Sostanzialmente stabili, in tale contesto, i prodotti di colture permanenti (-0,1%, 4,4%). Per ciò che concerne i principali Paesi, in crescita l’export verso la Francia (+6,3%, 16,0% del totale) e la Spagna (+3,3%, 5,5%), in flessione verso la Germania (-3,2%, 11,9%), gli Stati Uniti (-10,2%, 7,4%) e la Polonia (-3,6%, 4,2%).

Occupazione e lavoro

I dati ISTAT Forze di lavoro relativi al 2° trimestre 2023 (media annua trimestrale) rilevano per la provincia di Forlì-Cesena: un tasso di attività 15-64 anni (73,5%) inferiore al dato regionale (74,1%) e maggiore della media nazionale (66,1%); un tasso di occupazione 15-64 anni (69,6%) minore del dato regionale (70,4%) e superiore a quello nazionale (60,8%); un tasso di disoccupazione 15 anni e più (5,2%) lievemente più alto della media regionale (4,9%) ma inferiore a quella nazionale (7,8%); un tasso di disoccupazione giovanile 15-24 anni (18,1%) superiore a quello dell’Emilia-Romagna (17,4%) ma più basso del dato Italia (22,9%).

In crescita le ore autorizzate di Cassa Integrazione Guadagni nel periodo gennaio-ottobre 2023 (2,3 milioni di ore): +33,3%, infatti, rispetto ai primi dieci mesi del 2022. Nello specifico, aumenta sia la CIG ordinaria (+36,3%), che costituisce la maggioranza delle ore autorizzate (87,2%), sia quella straordinaria (+89,3%, 12,8% del totale) mentre si azzera la CIG in deroga. Il manifatturiero è il settore che assorbe la stragrande maggioranza delle ore autorizzate (94,1% del totale), seguito, a debita distanza, dalle Costruzioni (5,6%); entrambi risultano in deciso aumento (+42,4% l’Industria manifatturiera, +120,0% il settore edile).

Proseguendo, positivo il saldo attivazioni-cessazioni (dato destagionalizzato) dei rapporti di lavoro dipendente nel periodo gennaio-luglio dell’anno in corso: +2.448 posizioni, con 57.159 attivazioni (-2,9% su gennaio-luglio 2022) e 54.711 cessazioni (-5,4%). Un cenno, poi, alle dimissioni volontarie, che nel forlivese, nel primo semestre 2023, hanno caratterizzato 8.172 rapporti di lavoro dipendente (il 29,3% delle cessazioni complessive); nel confronto col primo semestre 2022, si rileva un calo delle stesse pari all’1,3%.

Credito

Riguardo all’andamento del credito, al 30/09/2023 i prestiti totali ammontano a 10.521 milioni di euro, di cui il 55,3% erogato alle imprese. Rispetto al 30 settembre 2022 si registra una diminuzione del 5,6% dei prestiti concessi; nel dettaglio, calano i prestiti alle imprese (-8,6%) e, lievemente, quelli alle famiglie (-0,2%). Se, da un lato, il calo verso le imprese si accentua, dall’altro, la flessione dei prestiti alle famiglie rappresenta una vera e propria svolta, dopo molti anni caratterizzati sempre da variazioni tendenziali positive. Per ciò che concerne i prestiti alle imprese, risultano in diminuzione quelli verso il manifatturiero (-8,4%), le Costruzioni (-10,4%) e i Servizi nel complesso (-8,5%). Si evidenzia, poi, un lieve aumento dei depositi (+0,4%, 12.524 milioni di euro al 30 settembre 2023), dopo quasi un anno di cali. L’incidenza delle sofferenze sui prestiti totali, al secondo trimestre 2023, risulta pari all’1,4% (Emilia-Romagna e Italia: 1,3%), con un trend in progressivo calo; stabile, invece, il tasso di deterioramento del credito rilevato in provincia a fine settembre 2023 (1,3%, uguale a quello del terzo trimestre 2022).

Inflazione

In tale contesto si inserisce il discorso relativo all’inflazione sul territorio, misurata dall’indice ISTAT NIC (prezzi al consumo per l’intera collettività). Sulla base di tale indice, la variazione tendenziale media per il capoluogo di Forlì (estendibile alla provincia di Forlì-Cesena) nel periodo gennaio-ottobre 2023 è stata pari a +6,5% (Emilia-Romagna: +6,3%, Italia: +6,7%), con un trend costantemente in discesa da inizio anno (ad eccezione della ripresa di aprile); a conferma, a gennaio (+10,7%) e a ottobre (+0,8%) si registrano le variazioni positive, rispettivamente, più alta e più bassa dei primi dieci mesi. La maggiore crescita annua dei prezzi (periodo gennaio-ottobre 2023) riguarda la voce “prodotti alimentari e bevande analcoliche” (+10,9%), in rallentamento (da +12,6% di gennaio a +6,8% di ottobre); a seguire, “abitazione, acqua, elettricità, gas e altri combustibili” (+8,8%), al cui interno spicca la voce “energia elettrica, gas e altri combustibili” (+5,4%), entrambe in fortissimo ridimensionamento, partendo da un deciso incremento ad inizio anno (nell’ordine, +34,7% e +64,7% di gennaio) fino ad arrivare ad una sensibile diminuzione a fine periodo (rispettivamente, -19,5% e -38,7%).

Le previsione 2024

In base alle ultime previsioni Prometeia (rilasciate a ottobre), a fronte di un 2022 archiviato con un incremento tendenziale del 4,4%, per il 2023 si stima una crescita annua del valore aggiunto (a prezzi base e costanti) pari allo 0,3% (+0,8% Emilia-Romagna, +0,8% Italia), in calo rispetto a quanto previsto negli scenari precedenti (+0,7%, luglio scorso). A livello settoriale, tra le due stime (ottobre e luglio) si registrano poche differenze per l’Agricoltura (-5,1%, rispetto al -5,2% precedente) e l’Industria (-3,1%, -3,3% in precedenza); qualche differenza, seppur lieve, si riscontra per i Servizi (+1,7%, dal +2,0%) mentre lo scostamento vero e proprio riguarda le Costruzioni (+1,4%, rispetto al +5,8% stimato in precedenza). Per il 2024 si conferma l’aumento del valore aggiunto che, sulla base delle ultime stime, dovrebbe segnare una variazione annua del +0,4% (+0,5% in Emilia-Romagna, +0,3% in Italia).

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