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Metalmeccanico, i dati di Fim-Cisl: nel 2013 oltre 3 milioni di ore di cassa integrazione

Nel 2013 (fonte Inps) sono state autorizzate 449.747 ore per la cassa integrazione ordinaria, 1.269.039 per quella straordinaria e 1.283.702 per quella in deroga.

Massiccio utilizzo di ammortizzatori nella provincia di Forlì-Cesena per quanto riguarda il settore metalmeccanico. I dati arrivano dalla Fim Cisl Romagna che sta facendo il punto in vista dell’Assemblea nazionale della categoria che si terrà l’8 aprile a Reggio Emilia e a cui parteciperà anche il segretario generale confederale Raffaele Bonanni. Per quanto riguarda il territorio di Forlì-Cesena, i numeri parlano chiaro. Nel 2013 (fonte Inps) sono state autorizzate 449.747 ore per la cassa integrazione ordinaria, 1.269.039 per quella straordinaria e 1.283.702 per quella in deroga.

Un totale di 3.002.488 ore, in netto aumento rispetto al 2012 (in cui si registravano 2.492.836 ore totali) e al 2011 (1.839.354 ore totali), dopo il picco del 2010 (3.763.529 ore totali). Da segnalare il più che raddoppio delle ore di cassa integrazione in deroga dal 2012 al 2013, quando si è passati dalle 521.361 ore autorizzate alle già citate 1.283.702 ore. «La cassa in deroga è in costante aumento, e questo è un campanello d’allarme sulla possibilità in futuro di poter usufruire ancora per molto tempo degli ammortizzatori sociali – commenta il segretario generale Fim Cisl Romagna Davide Tagliaferri –. Ma nel territorio di Forlì-Cesena si fa anche un massiccio ricorso alla cassa integrazione straordinaria perché abbiamo aziende con caratteristiche industriali in senso stretto e anche le più piccole applicano contratti industriali».
 
La crisi ha colpito duramente il settore metalmeccanico in provincia. Dal 2008 a oggi sono sparite 266 imprese, il 14% del totale (fonte Smail) e il settore in generale ha perso oltre 2.200 addetti, il 17%. «Questo territorio ha perso molto – prosegue Tagliaferri – perché il tessuto produttivo era ricco. Qui abbiamo avuto la crisi della Dometic, e licenziamenti importanti anche alla Acis e Ciss che hanno pesato probabilmente più che altrove». Di qui l’appello alle istituzione del segretario Fim Cisl: «Occorre far interagire meglio i Centri per l’impiego con i soggetti che usufruiscono degli ammortizzatori sociali. I centri devono essere in grado di fare un’analisi attendibile del mercato per capire quali figure serviranno di più nel prossimo futuro, quindi proporre corsi di formazione dedicati e poi favorire il match delle competenze».

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