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Dati positivi per le prime due settimane di saldi: una famiglia spende in media 158 euro

"A due settimane dall'avvio delle vendite di fine stagione - dichiara Alberto Zattini, Direttore di Confcommercio Ascom Forlì - gli operatori tracciano un quadro generale moderatamente positivo. Questo dato è importante "

I risultati delle prime due settimane di saldi estivi, raccolti attraverso l’indagine congiunturale condotta da Confcommercio Ascom Forlì attraverso il Centro Studi Iscom Forlì, evidenziano segnali positivi, seppure in un quadro ancora generalizzato di debolezza dei consumi. Il monitoraggio è stato realizzato su un  panel di 30 imprese commerciali del comprensorio Forlivese, composto da punti vendita di beni per la persona, in particolare abbigliamento e calzature (80%).

L’indagine ha evidenziato che per il 35% degli operatori le vendite sono in aumento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. In particolare rispetto all’anno scorso è più che raddoppiato il numero di imprenditori che ha rilevato un aumento (dal 15% nel 2015 si è appunto passati al 35%) e  il numero di coloro che hanno segnalato una diminuzione si è dimezzato, attestandosi attorno alla percentuale del 22%.

“A due settimane dall’avvio delle vendite di fine stagione  – dichiara Alberto Zattini, Direttore di Confcommercio Ascom Forlì – gli operatori tracciano un quadro generale moderatamente positivo. Questo dato è importante anche perché arriva dopo il calo delle vendite registrato nei mesi di maggio e giugno, caratterizzati da un andamento climatico sfavorevole”.
L’indagine conferma la razionalità del processo di acquisto in saldo, che risponde a scelte programmate e ponderate, limitando le spese allo stretto necessario (40%), con una valutazione del prezzo particolarmente attenta (42%) da parte di una clientela esigente, abituata a verificare il prezzo scontato (18% dei casi).  Le temperature del periodo hanno favorito la vendita di capi tipicamente estivi: dalle t-shirt ai costumi e ai bermuda nell’abbigliamento, alle scarpe sportive  nelle calzature. Tra i prodotti di moda pantaloni larghi e zeppe.

Il valore della spesa media pro-capite, rispetto all’anno scorso, è sostanzialmente uguale per abbigliamento e calzature ; nel 2016 il valore della spesa media pro-capite nei punti vendita è di 71 euro.  Se si considera che il nucleo medio familiare nel nostro comprensorio è composto da 2,23 componenti la spesa per famiglia è di circa 158 euro. La spesa entro i 50 euro è ulteriormente aumentata nel 2016, rispetto al 2015.  È leggermente diminuita invece la spesa tra i 51 e i 100 euro e quella fra i 100 e 200 euro. Gli acquisti si sono quindi polarizzati tra quelli economici e quelli di fascia media di prezzo.

“La rete commerciale dei punti vendita tradizionali – aggiunge Zattini – offre occasioni per acquisti di qualità a prezzi convenienti, con il vantaggio di un servizio accurato ed attento alle esigenze della clientela”. “il dato che più preoccupa le imprese – aggiunge Zattini - è la debolezza dei consumi che ha come conseguenza un rallentamento ed allontanamento della ripresa, anche se i dati Istat hanno segnalato per il secondo mese consecutivo, maggio, un modesto miglioramento della domanda di beni da parte delle famiglie. Resta infatti irrisolto il problema della mancanza di una robusta crescita economica, compromessa da elementi internazionali che aggiungono incertezza e comprimono i piani di spesa delle famiglie , riducendone pericolosamente, per il futuro, la propensione al consumo”

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