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Economia

Costruzioni, dal 2008 persi oltre 2600 posti di lavoro: "Ci vuole più coraggio"

"Sono numeri che dovrebbero far riflettere - esordisce Marco Valenti vicesegretario di Confartigianato Forlì -. Una somma di tante piccole imprese edili che ha chiuso o ridimensionato drasticamente la propria forza lavoro"

Dal 2008 sono oltre 2600 lavoratori (titolari e dipendenti) hanno perso il posto di lavoro, 400 dei quali solo nell’ultimo anno. E' quanto emerge da un'indagine condotta da Confartigianato in merito all'andamento del settore delle costruzioni del territorio forlivese analizzando la grave crisi che ha colpito il comparto in questi anni. "Sono numeri che dovrebbero far riflettere - esordisce Marco Valenti vicesegretario di Confartigianato Forlì -. Una somma di tante piccole imprese edili che ha chiuso o ridimensionato drasticamente la propria forza lavoro, senza mai assurgere agli onori della cronaca".

"Eppure il comparto delle costruzioni è, da sempre per l’economia del nostro territorio, un settore di prioritaria importanza, sia per le eccellenze che esprime in termini di know how e organizzazione d’impresa, sia per il radicamento che ha nella società civile, per esempio nella gestione delle Scuole Edili - continua -.  La ricerca sullo stato in cui versa il settore edile, realizzata da Confartigianato, dal titolo “gli anni della crisi – 2008 – 2015”, è utile per comprendere meglio l’andamento del settore nella nostra provincia". I dati raccolti sono stati, inoltre, comparati con quelli del ravennate, grazie al prezioso contributo di Confartigianato di Ravenna. In provincia di Forlì-Cesena le imprese artigiane iscritte alla Cedaiier (quelle con dipendenti, quindi) nel periodo oggetto d’indagine sono diminuite del 42%, passando da 1.034 a 600.

Il quasi dimezzamento del numero delle imprese ha portato a una riduzione del 38% dei lavoratori occupati e del 30% delle ore retribuite, con una perdita valutabile in oltre 15 milioni di euro. Dai dati forniti dall’Ufficio Studi della Camera di Commercio di Forlì Cesena emerge che le imprese artigiane attive nel comparto (includendo anche le ditte senza dipendenti) al 2015 sono 4725, con una diminuzione del 16,4% rispetto al 2009. Un altro elemento preso in considerazione dalla ricerca sono stati gli oneri d’urbanizzazione incassati dai Comuni di Forlì e Cesena. In 4 anni gli incassi per questo tributo sono diminuiti rispettivamente del 35% e del 64% mentre a Ravenna sono cresciuti del 9%.

In tema di credito erogato alle imprese delle costruzioni si registra, in 4 anni e 10 mesi, una riduzione del 36,7% (dato aggiornato a marzo 2016), l’edilizia risulta maggiormente penalizzata rispetto alle altre imprese ferme al -22,6%. Da evidenziare come le sofferenze registrate per le imprese del settore delle Costruzioni mostrino un incremento del 5,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e del 476,7% rispetto a 4 anni fa. Il peso delle sofferenze sugli impieghi pari al 22,4% a dicembre 2015, risulta maggiore di ben 18,3 punti rispetto all’incidenza registrata nel 2011 (3,5%). "Sempre sul tema, va evidenziata la difficoltà delle aziende che svolgono lavori pubblici - osserva Valenti -. In pratica l’impresa, con l’introduzione dello Split Payment, continua a pagare l’Iva ai propri fornitori senza incassarla in quanto versata all’erario dal committente pubblico, aumentando così l’attuale difficoltà finanziaria causata della inevitabile riduzione della liquidità.

Prosegue Valenti: "Questa pesantissima situazione ha bisogno di risposte certe e soprattutto efficaci da parte delle Amministrazioni locali, che poi devono mettere in campo con tempi certi e determinazione". Secondo il vicesegretario di Confartigianato, servirebbe "snellire le procedure degli attuali Regolamenti Urbanistici (Rue) prevedendo reali e tangibili incentivi all’adeguamento sismico e all’efficientamento energetico degli immobili esistenti". A parere dell'associazione di categoria, chiosa il vicesegretario, "ci vuole più coraggio e, oltre a prevedere incentivi urbanistici e percorsi autorizzativi dedicati e veloci, occorrono incentivi fiscali con detrazioni sulle imposte comunali sugli immobili (TASI e IMU)".

"L’obiettivo è quello di “far passare” il messaggio che oggi ristrutturare casa burocraticamente è facile, e che gli incentivi statali (del 65 o 50 per cento), accompagnati da quelli urbanistici garantiscono reali opportunità economiche - conclude Valenti -. Per Confartigianato le possibilità per un rilancio esistono. Non servono sovvenzioni a pioggia o assistenzialismo, sono però improcrastinabili politiche serie, innovative e la ferma volontà da parte dei nostri Pubblici Amministratori. Se davvero siamo uno dei territori all’avanguardia del nostro Paese, per gli enti locali è davvero il momento di dimostrarlo, con i fatti.”


 

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