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Economia

Efficienza nell'industria e investimenti: se ne parla in un incontro di Confindustria

L'appuntamento, organizzato da Confindustria Forlì-Cesena, in collaborazione con Confindustria, Enea ed il Gruppo Hera, è aperto a tutti gli interessati

"Efficienza energetica nell'industria". E' l'argomento che sarà discusso venerdì dalle 14 alle 18 nella sede di Confindustria Forlì-Cesena, in via Punta di Ferro. L'appuntamento, organizzato da Confindustria Forlì-Cesena, in collaborazione con Confindustria, Enea ed il Gruppo Hera, è aperto a tutti gli interessati. Viene spiegato nella presentazione dell'incontro: "E' l’occasione per un aggiornamento in presa diretta sui nuovi strumenti messi a disposizione dalla normativa, in tema di Certificati bianchi e diagnosi energetiche, per aiutare la rimozione delle barriere “reali” o “percepite” che evidentemente ancora ostacolano gli investimenti. È l'occasione di un rilancio degli incentivi dei certificati bianchi con il nuovo decreto correttivo di luglio 2018 e l’attivazione della fase due delle diagnosi energetiche".

"Il percorso che porta un’azienda industriale ad investire risorse in interventi di efficienza energetica è caratterizzato da una serie di ostacoli e barriere che necessitano di essere analizzati, compresi e superati tramite un approccio mirato e differente a seconda dei casi - viene aggiunto -. Le barriere riscontrabili sono in alcuni casi legate ad oggettivi vincoli economici (es. redditività richiesta, budget) mentre in altri sono più barriere “percepite” derivanti da una ridotta fiducia sulle competenze dei professionisti esterni o sugli incentivi disponibili o al timore per i rischi di interferenze coi processi aziendali. Inoltre, nell’allocazione di risorse interne, gli investimenti che risultano tipicamente prioritari sono quelli necessari per lo sviluppo dei business, l’incremento di qualità o produttività, o quelli necessari per la compliance normativa. Ne consegue che gli interventi con l’efficienza energetica come driver ricadono tipicamente alla categoria di investimenti “non strategici” e vengono realizzati solo se presentano redditività molto significative (e tempi di ritorno inferiori ai 2/3 anni). Per questa categoria specifica di interventi esiste in sostanza uno scollamento tra il payback period fissato dai policy maker (non solo italiani, ma anche europei) e quello percepito come accettabile dagli imprenditori; questo spiega in parte come pochissime delle azioni di miglioramento individuate con le diagnosi energetiche, si siano poi concretizzati in interventi reali".

"L’esperienza mostra quindi come le competenze, la disponibilità delle informazioni e gli incentivi economici siano fondamentali per vincere l’inerzia che frena i decision maker nel realizzare iniziative di efficienza energetica - viene specificato -. In questo contesto la pubblicazione a luglio 2018 del decreto correttivo sui certificati bianchi, con l’introduzione di 30 nuovi interventi ammessi agli incentivi nel settore industriale, l’introduzione della nuova voce “misure comportamentali”, la conferma della compatibilità con l’Iper-ammortamento (anche se parziale) e il pieno riconoscimento dei risparmi incentivabili sulla base delle misure pre e post-intervento, vanno sicuramente nella giusta direzione".

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